Giuseppe Fatati
Presidente Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI)
Abitudini alimentari e stili di vita:
gli italiani rispondono via web
Prima edizione dell’Osservatorio ADI-NESTLÉ/2
In occasione dell’ultima edizione dell’Obesity Day si è inaugurato un Osservatorio ADI-NESTLÉ, con l’obiettivo di educare i cittadini alla scelta di un’alimentazione equilibrata e comportamenti consapevoli, attraverso la proposta di strumenti di informazione e comunicazione (educazione e prevenzione). Nel precedente numero della rivista sono state commentate le risposte ad alcune domande di carattere generale; di seguito vengono riportate alcune risposte a domande specifiche e, infine, saranno riportate le conclusioni cui siamo giunti da una analisi complessiva. Ci sembra interessante sottolineare che alla domanda sullo stile di vita, il 32% ha ammesso di fare una vita sedentaria e andare poco a piedi ed un altro 32% ha asserito di fare appena possibile lunghe camminate e di cercare di muovesi a piedi. Il 20% del campione riferisce di fare sport anche se non con regolarità e solo il 16% di praticare sport con regolarità. Se consideriamo solo i soggetti obesi di questi ben il 57% si definisce sedentario, solo il 7% pratica una regolare attività sportiva e quasi la metà consumano pasti veloci o mangiano frequentemente davanti alla TV o al PC. Gli obesi, almeno in questo campione, sono quelli che più frequentemente consumano pasti extra o continuano a mangiare dopo cena; inoltre fanno la prima colazione al bar e non a casa consumando preferenzialmente caffé (77%) e brioche (55%).
Sorprendenti sono state le risposte alla domanda “Qual è il principale punto di riferimento che lei considera valido ai fini dell’educazione alimentare?”: il 28% ha indicato i genitori, il 22% proprio medico di fiducia, il 23% gli specialisti e farmacisti. Solo il 9% ha dato fiducia a giornali e riviste, il 5% a Internet e il 4% alla televisione. Considerando che le risposte si sono avute via WEB e che il campione è costituito verosimilmente da persone che utilizzano correntemente internet si può ipotizzare che precedenti esperienze negative potrebbero aver consentito lo sviluppo di senso critico nei confronti di tali mezzi di comunicazione. Effettivamente la crescita esponenziale dell’informazione disponibile e di quella biomedica in particolare, rischia di portare i destinatari dell’informazione stessa ad una impasse paradossale, dove può risultare valida l’equazione troppe informazioni = nessuna informazione. L’esplosione di Internet e la semplicità di interrogazione in modalità ipertestuale e grafica fanno si che milioni di informazioni siano rese disponibili in qualsiasi momento; spesso le risposte a uno stesso quesito sono contrastanti e non in linea tra loro e creano un forte fattore di confusione in chi non ha una cultura critica dell’argomento trattato. Il campione analizzato si ripartisce in una metà di normopeso e una metà di sovrappeso e obesi, mentre solo il 3% risulta essere sottopeso Il campione (oltre 5500 rispondenti) sembra conscio della rilevanza medica del tema obesità, con il 96% degli obesi e l’88% dei sovrappeso che dichiarano scarsa o nessuna soddisfazione riguardo il proprio peso. Non sembra facile però per costoro intraprendere comportamenti che attenuino o riducano il problema.
Da una analisi sommaria dei dati in nostro possesso, emergono 10 fattori chiave che sembrano essere cruciali ai fini di sovrappeso e obesità e su cui si deve riflettere:
1. la vita sedentaria;
2. la scarsa capacità educativa in ambito familiare (ai fini dell’educazione alimentare, il ruolo degli specialisti subentra a quello della famiglia solo in caso di fallimento dei modelli appresi);
3. l’elevato consumo di proteine animali;
4. il consumo di merendine, panini farciti, pizza e bibite gassate come spuntini quotidiani;
5. il consumo di bibite gassate fuori pasto;
6. uno stile di vita che prevede frequenti pasti consumati in fretta, davanti alla TV o al PC;
7. il mangiare anche dopo il pasto serale è un’abitudine che si riscontra nella frazione rossa dei rispondenti; la tendenza a saltare la prima colazione contribuisce ad aggravare la situazione;
8. lo scarso consumo di frutta e verdura;
9. le errate credenze/falsi miti nel consumo di latticini;
10. la prima colazione consumata fuori casa, soprattutto quando accompagnata dal consumo di brioches.
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