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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2010
 


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Rapporto Eurispes:
tutti i numeri della Green Economy in Italia

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Rapporto Eurispes:
tutti i numeri della Green Economy in Italia

Entro il 2020 si stima che in tutto il mondo saranno creati 2,8 milioni di posti di lavoro

a cura di Raffaella Venerando

Buone notizie. La Green Economy sembra un fenomeno destinato a durare e non solo un trend del momento. A livello mondiale si calcola, infatti, che entro il 2020 la Green Economy creerà circa 2,8 milioni di posti di lavoro, di cui circa 550mila in Europa. Anche in Italia, come testimoniato dal Rapporto Italia 2010 edito dall'Eurispes, la Green Economy sta crescendo. Nello specifico aumentano i consumi di energia rinnovabile, la ricerca di prodotti di agricoltura biologica, il commercio equo e solidale e la finanza etica (mercati e settori chiave, legati a doppio filo all’economia ecosostenibile). Cresce di pari passo quindi la constatazione che l'economia verde sia capace di contribuire in modo significativo allo sviluppo economico del nostro Paese e del resto del mondo.
L'Eurispes ha stimato il consumo di energia rinnovabile e di prodotti dell'agricoltura biologica, del commercio equo e solidale e della finanza etica, in circa 810 miliardi di euro nel Mondo, 122 miliardi di euro in Europa e 10 miliardi di euro in Italia, con una incidenza sul consumo mondiale ed europeo, rispettivamente, dell'1,2% e dell'8,2%.
Cifre da far girare la testa, su cui vale la pena riflettere, credere e mettersi in moto.

Agricoltura biologica
L'Eurispes rileva che rispetto all'agricoltura biologica e ecosostenibile, l'Italia è stata per molti anni il primo Paese per superficie agricola destinata a prodotti biologici, la cui estensione, dopo circa quattro anni consecutivi di contrazione (da 1,2 milioni di ettari del 2001 a 954.000 ettari del 2004, -8,2%) è tornata a crescere tra il 2005 e il 2007, facendo registrare valori superiori a un milione di ettari.
Il contributo dell'Italia sul totale della superficie agricola europea destinata a prodotti biologici è stato del 15,1% nel 2007, contro il 13% della Spagna, l'11,3% della Germania e l'8,7% della Gran Bretagna.

Energie rinnovabili
Sul fronte dell'energia pulita e rinnovabile, il Rapporto Italia 2010 dell'Eurispes sottolinea che nel nostro Paese, il consumo interno lordo di energia da petrolio greggio e prodotti petroliferi è sceso da 88,1 milioni di toe (2001) a 80,3 milioni di toe (2007), con un'incidenza sui consumi totali, rispettivamente, del 50,8% e del 43,8%. Al contrario, invece, il consumo interno lordo di energia da fonti rinnovabili è aumentato, superando i 10 milioni di toe a partire dal 2003 e sfiorando i 13,1 milioni di toe nel 2006. Nel confronto con gli altri paesi europei, l'Italia si posiziona al quinto posto per consumo interno lordo di energia da fonti rinnovabili, con un'incidenza del 9% sul dato complessivo europeo.
A differenza dell'Europa, il Rapporto afferma che in Italia l'energia geotermica rappresenta la principale fonte di energia rinnovabile, capace di contribuire per oltre un terzo al consumo interno lordo complessivo (33,5% nel 2001 e 39,4% nel 2007) e per oltre l'80% al consumo interno lordo europeo di energia geotermica (5 milioni di toe nel 2007). Seguono, in ordine decrescente: l'energia da biomasse e rifiuti (4,4 milioni di toe nel 2007, 35,2% del totale, al sesto posto in Europa); l'energia idrica (2,8 milioni di toe nel 2007, 22,2% del totale, al settimo posto in Europa); l'energia eolica (347.000 toe nel 2007, 2,7% del totale) e quella solare (55.000 toe nel 2007, 0,4% del totale).

Commercio equo e solidale
Riguardo lo sviluppo del commercio equo e solidale, in Italia sono sempre più numerosi i punti vendita, differenti per dimensioni e tipologia: si va dai centri commerciali, ai singoli negozi non specializzati, alle botteghe del mondo. Qualche dato: siamo passati da 47 botteghe nel 1990 a 623 nel 2007 (dislocate soprattutto nel Nord Italia).

Finanza etica
Dopo la forte crescita registrata tra il 2003 e il 2007, la finanza etica attraverso un periodo di contrazione soprattutto se inserito nel trend positivo della maggior parte dei paesi europei, «con una flessione del numero di fondi (20 nel 2009 contro i 29 del 2007) e del patrimonio gestito (2 miliardi di euro nel 2009 contro i 3,2 miliardi di euro del 2007) e posizionandosi, in entrambi i casi, al nono posto in Europa». La priorità è quindi quella rivedere il modello di sviluppo economico attuale e «favorire la diffusione di pratiche economiche ispirate a princìpi innovativi quali la responsabilità sociale e ambientale, l'etica, la solidarietà, la trasparenza, l'ecosostenibilità e l'efficienza».

Scheda

L’ACCORDO DI COPENAGHEN IN PILLOLE

L’Accordo di Copenaghen, “nato” lo scorso dicembre dal vertice delle Nazione Unite sui cambiamenti climatici, è stato il risultato di un’intesa politica propagandata da alcuni Stati (tra cui Usa, Brasile, India, Cina e Sudafrica), senza però essere stato ufficialmente e formalmente adottato.
L'intesa – che stabilisce che l’aumento della temperatura media globale non dovrà superare i 2°C rispetto ai valori pre-industriali - sarà infatti ratificato e trasformato in uno strumento legalmente vincolante solo alla prossima conferenza mondiale sul clima in Messico che si terrà a Cancún dal 29 novembre al 10 dicembre 2010.
Tutto da rifare…o quasi.

 

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