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Compra bio perché più sano e più buono
Chi è e a quali caratteristiche risponde il consumatore biologico medio? La sua età va dai 30 e ai 45 anni, vive nell'Italia settentrionale, in città di media o grande dimensione, mediamente istruito e con reddito medio o medio alto (anche perché - come noto - i prodotti biologici costano mediamente in più).
I suoi acquisti sono fatti in negozi specializzati in alimenti biologici, disponibili sul territorio nazionale (in totale sono circa 850, di cui circa 2 terzi siti nel nord Italia), che nella gran parte dei casi corrispondono a piccoli esercizi commerciali (superficie al di sotto dei 100 mq), gestiti in modo autonomo.
In percentuale, è il 22% degli italiani - ma i numeri sarebbero destinati a crescere - a comperare alimenti biologici. Ma cosa spinge all’acquisto di biologico?
I cibi bio sono preferiti ad altri non soltanto perché non contengono coloranti-conservanti-insetticidi e altri veleni, ma perché sono più salubri degli altri, perché sono più buoni e perché non hanno un rapporto predatorio con l’ambiente e la natura.
Acquistare biologico in un market significa cambiare radicalmente l’approccio alla spesa magari in modo inizialmente inconsapevole: l’acquisto diventa così un gesto di assunzione di responsabilità nei confronti dell’ambiente e della salute dell’uomo.
Concetti chiave nella comunicazione bio sono lo star bene, il viver bene e naturale, la garanzia e la certificazione della qualità, l'immagine di famiglia, di ideali e di tradizione. Proprio per questo sono così attrattivi.
L’interesse dei consumatori per il “biologico” infatti è cresciuto soprattutto perché nel tempo è aumentata l’attenzione agli stili di vita e alla salute.
Il metodo di produzione biologica infatti è considerato “ecocompatibile”, ovvero in grado di preservare le risorse naturali “non rinnovabili” usate in agricoltura.
La Campania realizza un’ampia gamma di prodotti con metodo biologico. Tra questi spiccano senz’altro i tipici prodotti della trasformazione agroindustriale quali olio, le paste, i vini, i succhi di frutta, i derivati del pomodoro (polpa, pelati, passate), ma anche anche surgelati biologici, succhi di frutta, ortaggi freschi prelavorati e addirittura pizze surgelate. |