ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNaio/febbraio 2010
 


confindustria - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo


Boccia: «Le medie aziende di oggi saranno i grandi campioni di domani»

L’aggregazione tra le Pmi resta l’obiettivo principale della Piccola Industria di Confindustria e del suo presidente Vincenzo Boccia

«Al primo punto del nostro programma abbiamo messo la lotta contro tutte le mafie, la corruzione, gli appalti pilotati e il lavoro nero perchè crediamo che l’etica debba tornare ad occupare un posto importante»

di Raffaella Venerando

La definizione tradizionale di imprenditore richiama alla mente una persona capace di trasformare una nuova idea in un prodotto o servizio innovativo di successo, assumendo su di sé oneri ed onori. Vincenzo Boccia però non soltanto è un imprenditore in senso classico, ma molto di più. Chi ha avuto modo di incontrarlo e scambiare con lui pareri e opinioni, non può non riconoscergli il pregio di essere “portatore sano” di una visione entusiasta (ma non per questo acritica) del mondo, di una simpatia elegante e contagiosa e di un ottimismo trainante. Anche in momenti critici, uomini e capitani d’impresa come lui si rivelano capaci di dissipare incertezze e paure in coriandoli colorati, trasformandoli in energia vulcanica, vivendo con understatement e individuando sempre qualche nuova possibile prospettiva.

All’indomani della sua elezione a presidente della Piccola Industria di Confindustria, lei ha subito chiesto al Governo “un piano di politica industriale per le Pmi”. Quali misure sono irrinunciabili per rilanciare la competitività di questa importante fetta del tessuto produttivo italiano?
Partiamo col definire il nostro obiettivo, cioè trasformare le medie aziende di oggi nei campioni nazionali di domani e lasciare spazio alle nuove piccole imprese che nasceranno. In tale ottica, un piano di politica industriale per le Pmi implica due cose: la prima è che un piano, per sua stessa definizione, richiede lo sforzo di elaborare una visione di lungo periodo, cosa che il nostro Paese negli ultimi tempi ha tralasciato di fare; la seconda è il pieno riconoscimento del ruolo sociale della piccola impresa, definita spesso la spina dorsale della nostra economia, ma non altrettanto frequentemente aiutata con iniziative mirate. Nello specifico adesso occorre rilanciare gli investimenti privati con gli incentivi fiscali, che però vanno programmati a medio termine perché un imprenditore ha bisogno di certezze. Le agevolazioni della Tremonti Ter sono positive, si dovrebbe estenderle ad altre imposte oltre l’Ires e prolungarne i termini, così come si potrebbero prorogare i “bonus patrimonializzazione” e i “bonus sulle aggregazioni”.

Giuseppe Morandini (allora presidente della Piccola Industria, ndr) presentò nel corso del Forum della Piccola a Mantova il progetto T-holding, teso sostanzialmente alla crescita dimensionale delle imprese. Quale è stata la risposta da parte degli imprenditori e quali sono le reali potenzialità del progetto?
Quando fu lanciato il progetto si evidenziò la necessità di istituire allo stesso tempo un Fondo a capitale misto pubblico-privato con lo scopo di supportare la crescita e l’aggregazione delle Piccole e Medie Imprese. Oggi, con il “Fondo di investimento per le piccole e medie imprese”, fortemente voluto da Confindustria e costituito insieme al Tesoro, alla Cassa Depositi e Prestiti, all’Abi e alle banche sponsor Intesa Sanpaolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena, potremmo dire di essere già a una fase successiva.
Le premesse per un buon risultato ci sono: il Fondo infatti è destinato a quelle aziende che, anche a seguito di una fusione, abbiano un fatturato compreso tra 10 e 100 milioni di euro. Si tratta di un bacino potenziale di circa 15mila imprese, di cui 10mila nel manifatturiero, fermo restando che Confindustria lavorerà per rimuovere questi limiti. Ci sono infatti imprese di dimensioni inferiori a quelle richieste, le quali hanno sia la volontà sia le carte in regola per espandersi, anche sui mercati internazionali.
L’aggregazione tra le Pmi resta comunque l’obiettivo principale. Gli imprenditori possono scegliere le forme più appropriate alla loro azienda: integrare le reti commerciali, la produzione, procedere a vere e proprie fusioni. L’importante è agire e soprattutto non trovarsi soli di fronte ai concorrenti stranieri che nel futuro saranno sempre più agguerriti.

Burocrazia e credito sono soltanto due delle più pesanti difficoltà che le piccole e medie imprese sono costrette ad affrontare quotidianamente. Nonostante l’iniezione di modernità dell’ultimo anno, quali sono le criticità più urgenti della PA?
Prima di risponderle in merito alla Pubblica amministrazione, vorrei tornare ancora un momento sul credito per ricordare l’importanza del Fondo di Garanzia per le Pmi. È uno strumento fondamentale, che le imprese hanno apprezzato parecchio come dimostra il tasso di crescita delle richieste di accesso, aumentato nel 2009 del 103% rispetto al 2008. Bisogna dunque lavorare per facilitare sempre più il suo utilizzo, verificare che le risorse vengano reintegrate in caso di esaurimento e pensare anche a un cofinanziamento da parte di Regioni ed enti locali.
Parlando del miglioramento della liquidità delle imprese, il collegamento con la Pubblica amministrazione è immediato. Il ritardo dei pagamenti è infatti in cima alle nostre preoccupazioni perché oggi un imprenditore aspetta mediamente 130 giorni. Facendo un confronto con alcuni paesi europei, saltano agli occhi differenze consistenti: i dati dell’ultimo rapporto di Intrum Iustitia riferiscono 70 giorni per la Francia, 49 per la Gran Bretagna e 40 per la Germania. A ciò si aggiungono le frequenti richieste di informazioni o documenti, dei quali la Pubblica amministrazione il più delle volte è già in possesso e che potrebbe tranquillamente acquisire d’ufficio dalle sedi competenti.
Quest’ultimo aspetto, per esempio, è stato evidenziato nella direttiva con la quale l’Italia ha recepito a novembre scorso la Comunicazione della Commissione europea del 25 giugno 2008. Fra le priorità indicate per migliorare la competitività delle Pmi finalmente compaiono anche l’estensione della misurazione e riduzione degli oneri amministrativi anche alle Regioni, nonché il coinvolgimento delle organizzazioni imprenditoriali per valutare l’impatto di nuove norme sulle piccole imprese. Tutti propositi che le piccole imprese chiedono da molto e che vorremmo vedere tradotti in misure concrete nel più breve tempo possibile. L’importante è passare dalle parole ai fatti.

In che modo invece va rivista Basilea 2?
Premesso che è comprensibile da parte dei regolatori internazionali l’intenzione di tutelare il sistema finanziario dallo scoppio di crisi analoghe a quella che ci stiamo lasciando alle spalle, è altrettanto importante ridurre la prociclicità del meccanismo sul quale poggiano gli accordi di Basilea 2. Come è noto l’erogazione del credito a un’impresa dipende dalla valutazione della banca, la quale si affida a modelli di rating che giudicano sulla base della solvibilità e dell’affidabilità finanziaria del soggetto in questione. È scontato che i bilanci aziendali del 2009 saranno condizionati dai cali di fatturato, ma giudicare un’impresa solo dalle cifre, a mio avviso, non va bene e rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. Per questo alle banche chiediamo di andare al di là dei numeri e di essere capaci di valutare la visione d’impresa e le capacità del management di portare avanti un progetto.

Come immagina il prossimo futuro del Paese e in particolare quello del Mezzogiorno?
L’Italia ha un tessuto produttivo ineguagliabile, 5 milioni di imprese caratterizzate in massima parte dalla piccola dimensione. Restringendo lo sguardo al solo manifatturiero corrisponde a un patrimonio di oltre 500mila piccole e medie aziende che ci pone ai vertici in Europa. Dobbiamo lavorare affinché il loro ruolo sociale sia pienamente riconosciuto e affinché il principio costituzionale della libera iniziativa trovi completa e reale applicazione in ogni parte del Paese. Anche nel Mezzogiorno, dove bisogna abbandonare definitivamente qualunque tentazione assistenziale e lavorare per la promozione del territorio. Al primo punto del nostro programma abbiamo messo la lotta contro tutte le mafie, la corruzione, gli appalti pilotati e il lavoro nero perché crediamo che l’etica debba tornare ad occupare un posto importante. Per questo chiamiamo a raccolta tutte le persone perbene del Paese per far nascere un’alleanza sana fra chi ha a cuore il destino dell’Italia; una missione, questa, che mi spinge ancor di più a non fare distinzioni, quando si parla di industria, tra settori strategici, emergenti o altro. Il futuro appartiene a chi saprà innovare. Il futuro, prima di tutto, è di chi lo immagina.

costozeroVincenzo Boccia, titolare della Arti Grafiche Boccia di Salerno, è stato eletto lo scorso 26 novembre Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria.
Nel movimento dei Giovani Imprenditori è stato Presidente della Campania, componente del Consiglio centrale e Vice Presidente Nazionale al fianco di Edoardo Garrone; nella Piccola Industria è stato Presidente regionale campano, componente del Consiglio centrale e Vice Presidente nazionale al fianco di Giuseppe Morandini.
Consigliere di Amministrazione dell’Azienda Libico Italiana fino al 2005, è stato Presidente di Assafrica e Mediterraneo a partire dal 2003. Attualmente, è componente del Consiglio camerale di Salerno e membro di Giunta e Consiglio Direttivo nazionale di Assografici.


costozeroVincenzo De Martino eletto Presidente AssoAscensori
L’Assemblea dei soci di AssoAscensori (Associazione Nazionale Industrie Ascensori e Scale Mobili) aderente a Federazione ANIE, riunitasi a Milano il 26 gennaio 2010, ha nominato Vincenzo De Martino nuovo Presidente. Aderiscono ad ANIE/AssoAscensori le aziende che effettuano progettazione, produzione, installazione, riparazione e manutenzione di ascensori, montacarichi, scale e marciapiedi mobili.

 

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Gennaio/Febbraio - 2.380 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it