Prodotti “made in Campania”:
come rafforzare
l’agroalimentare
L’Irpinia presenta il grano dop
Nasce la filiera cerealicola
Al via l’associazione Inte-grano
Alla guida il gruppo De Matteis
“Le frane ferme”,
uno spaccato dell’Irpinia
Sari: «Un accordo di programma
per rilanciare il distretto della pelle»
Il Centro Sportivo Avellino
fucina di talenti
di Filomena Labruna
Prodotti “made in Campania”:
come rafforzare
l’agroalimentare
Il presidente del Gruppo Piccola Industria di Avellino Sabino Basso sollecita l’avvio
di una politica di risanamento ambientale
e un aggiornamento della rete dei servizi
e delle infrastrutture
Sabino Basso
Politiche di contesto e strategia di impresa: sono i due filoni su cui occorre intervenire per valorizzare il settore dell’agroalimentare, strategico per l’economia della Campania. Sabino Basso, presidente del Gruppo Piccola Industria dell’Unione degli Industriali di Avellino, amministratore del noto oleificio “Basso Fedele e Figli”, nonché dell’azienda vinicola Villa Raiano, interviene alla giornata di ascolto delle Pmi che si è tenuta lo scorso quattordici gennaio a Napoli e indica un percorso da seguire per una decisa affermazione dei prodotti irpini e campani su tutti i mercati internazionali. In merito alle politiche di contesto afferma: «Abbiamo bisogno con urgenza di avviare in modo diffuso e decisivo una politica di risanamento ambientale che restituisca alla nostre terre la fertilità e lo splendore naturale, in quanto il prodotto agroalimentare è strettamente collegato ad una filiera sana che sempre di più assume valenza nelle scelte del consumatore». Per Basso è indispensabile lottare con determinazione contro le contraffazioni alimentari il cui giro d’affari si è incrementato secondo il rapporto Censis, del 31%, raggiungendo un fatturato di oltre un miliardo di euro. Per il presidente del Gruppo Piccola Industria deve essere più incisiva anche l’azione delle singole strategie aziendali, condizionate da una «pubblica amministrazione ancora troppo autoreferenziale, da un sistema impositivo che in Campania spinge al massimo le addizionali, da un non completo aggiornamento della rete dei servizi ed infrastrutture». «Bisogna riprendere le stime degli oneri impropri che le aziende sostengono - aggiunge - per capire fino a che punto il contesto incida negativamente sulle imprese e sulla loro concorrenzialità».
Basso rilancia i Piani Integrati di Filiera sui quali le strutture territoriali di Confindustria insieme alle altre associazioni stanno lavorando. «Vino ed olio - afferma sono prodotti che da subito si prestano a combinazioni di impresa intersettoriali. Dobbiamo insistere su un buon collegamento tra prodotti tipici e turismo». «Non basta mandare all’estero i nostri prodotti - avverte Basso - ma bisogna organizzare un’offerta in loco che inciti i turisti a visitare i nostri luoghi». «La ricerca di un aggiornamento delle nostre strategie può essere difficoltosa, può presentarsi con gradi di difficoltà elevata. Di certo non manca - conclude il presidente del Gruppo Piccola Industria - la passione imprenditoriale e la voglia di fare senza la quale nessuna impresa è possibile. Questa passione la possiamo ben far rappresentare da un marchio di origine dei prodotti made in Campania».
|