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Idee e progetti
per il rilancio della cittÀ
Le linee guida illustrate dal Presidente Lettieri per il capoluogo campano
Come passare dalle parole ai fatti, ponendo finalmente le premesse per la valorizzazione di Napoli come grande capitale europea per il Mediterraneo? Come delineare un piano strategico per l’area metropolitana di Napoli entro il quale si concretizzino vocazioni, si attuino strategie, si persegua uno sviluppo ecosostenibile, si dia spazio a un rapporto tra imprese e territorio marcato da una nuova idea di responsabilità sociale? A questo e ad altri quesiti si propone di rispondere la riflessione in atto nell’Unione Industriali di Napoli e che ha avuto un primo momento di elaborazione nel documento presentato dal Presidente Lettieri nel corso della riunione del Comitato Scientifico del Centro Studi dell’Associazione imprenditoriale, svoltasi lunedì 27 luglio. Di seguito pubblichiamo il testo del documento.
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Numerosi spunti di riflessione e proposta, contenuti nella relazione svolta dal Presidente Lettieri in occasione dell’Assemblea Annuale dell’Unione Industriali di Napoli, sono il frutto del proficuo contributo che il Comitato Scientifico del Centro Studi sta offrendo, fin dal suo insediamento, all’elaborazione strategica dell’Associazione.
In particolare, l’idea di una Legge Obiettivo per Napoli, è stata e sarà una delle proposte qualificanti che il sistema imprenditoriale napoletano vuole offrire all’attenzione e al dibattito di istituzioni e opinione pubblica. Pensiamo ad uno strumento normativo snello, che prevalentemente contenga misure di semplificazione amministrativa e delle procedure anche in deroga alle normative vigenti, e che consenta a tutti i livelli di governo ed a tutte le forze della città di ritrovarsi attorno ad un grande progetto in cui siano individuati chiaramente: gli interventi prioritari di trasformazione urbanistica da rimettere in moto, o di cui accelerarne la realizzazione; i tempi entro i quali tali interventi devono essere completati, prevedendo in caso di strozzature burocratiche o lungaggini legate alla farraginosità del funzionamento della macchina amministrativa, la possibilità di contemplare l’intervento di poteri speciali sostitutivi e commissariali per l’attuazione; il “cruscotto finanziario” per la realizzazione dei progetti. Nessuna risorsa straordinaria aggiuntiva, ma programmazione ordinata ed efficiente delle linee finanziarie già disponibili (fondi FAS, risorse FSE, risorse UE Obiettivo Convergenza, Programmi a Sportello Bruxelles, Programmi Politiche UE dei Corridoi e di Vicinato, trasferimenti nazionali ordinari, investimenti privati), spesso sprecate in mille rivoli da una spesa pubblica sempre più improduttiva ed intermediata dagli interessi politici; gli strumenti amministrativi, legislativi, normativi necessari alla realizzazione.
Abbiamo anche indicato alcune proposte di merito (delocalizzazione dell’aeroporto a Grazzanise, alcune modifiche per rendere attrattiva la nuova Bagnoli, redazione del Piano di Gestione UNESCO per il Centro Storico ecc.), ma non sta a noi suggerire un programma di governo del territorio. Ci siamo limitati ad una proposta “di metodo”, peraltro in uso in tante importanti città italiane. Queste nostre proposte, lungi dal voler esautorare le istituzioni locali, rappresentano invece un contributo al dibattito sul futuro di Napoli e della Campania.
Abbiamo però voluto dire qualcosa sul più generale profilo strategico e produttivo della città, sulla mission che Napoli dovrebbe conquistarsi per poter competere con successo nello scenario europeo della competizione territoriale tra grandi aree urbane a dimensione metropolitana. Occorre passare “dalle parole ai fatti”. Napoli grande capitale europea per il Mediterraneo, slogan finora rimasto vuoto di azioni concrete e prospettive, deve potersi inverare attraverso una serie di interventi e scelte di ampio respiro: puntare sui Programmi Europei di Cooperazione Territoriale e sull’Unione per il Mediterraneo, caratterizzandosi come l’anello di congiunzione tra le due Sponde sui settori strategici dell’energia, del trasferimento tecnologico, dell’agricoltura, della ricerca; operare per la realizzazione della piattaforma euromediterranea della Comunicazione, rafforzando le partnership nei campi delle TLC, delle reti immateriali, dell’innovazione tecnologica legata alle reti di nuova generazione ed alla diffusione della banda larga; sostenere i programmi di ricerca scientifica e le relazioni tra i centri di ricerca e le università dei principali Paesi rivieraschi. Nuovi brevetti, attrazione di venture capital, spin off congiunti ed a capitale misto. Nuova cooperazione, incentrata sulla valutazione ex ante ed ex post, e in grado di fermare la “fuga” dei cervelli dal Mezzogiorno. Anzi, occorre attrarre tecnologia e competenze; riorganizzare, d’intesa con il Governo, le attività della SSPA (che ha una sede a Caserta) e del Formez affinchè, in Campania, possa sorgere una importante Scuola Amministrativa di Alta Specializzazione in grado di ospitare temporaneamente, formare ed avviare alle carriere della P.A. i migliori giovani laureati nelle università del Magreb, e che oggi vanno a perfezionarsi prevalentemente in Francia; sostenere con politiche e strumenti seri l’internazionalizzazione delle eccellenze produttive locali; mettere a sistema e implementare le relazioni e gli accordi culturali, puntando sui grandi centri di studio e ricerca napoletani noti in tutta Europa (Istituto Studi Filosofici, Istituto Croce, Città della Scienza ecc.), e realizzando un grande evento: il Festival della Letteratura euromediterranea.
Ovviamente, con funzioni e ruoli diversi di caso in caso, il tessuto imprenditoriale napoletano vuole essere protagonista di una grande stagione di riprogettazione e ridisegno di Napoli e della Campania. E ripensare il nostro territorio, orientarne la vocazione allo sviluppo sostenibile ed alla crescita lungo le direttrici segnate dall’Unione Europea in tema di ambiente e innovazione, significa anche ripensare i nostri sistemi produttivi. Dobbiamo far maturare e affermare il concetto di Reti di Impresa, riorganizzando le filiere produttive attorno a grandi attori, pivot di un più vasto circuito di qualificate PMI fornitrici di beni e servizi. Tali cluster produttivi, affiancati e relazionati con le università ed i Centri di Competenza, possono divenire poli trainanti, veri e propri driver dell’intera economia regionale. Ovviamente c’è bisogno di aree attrezzate e competitive, di servizi pubblici a corredo, di un buon rapporto con il sistema del credito. Produzioni innovative e conoscenza, diritti, mobilità sociale, modernità: attorno a questi quattro assi vorremmo contribuire a ridefinire un profilo economico per i nostri territori. E, anche per questo, reputiamo strategici i temi delle pari opportunità salariali, nell’accesso al lavoro e alle funzioni manageriali; della Responsabilità Sociale di Impresa, declinata in forme nuove e agganciata alle caratteristiche peculiari di Napoli e della sua area metropolitana; dell’Open Innovation e della circolazione del sapere e delle conoscenze in relazione alla accresciuta capacità competitiva delle imprese.
Per approfondire meglio alcuni di questi aspetti, e partendo dalle considerazioni che si sono anche qui riprese, abbiamo deciso di realizzare - con il contributo della Camera di Commercio di Napoli - tre grandi progetti di ricerca: 1. Napoli e la prospettiva Mediterranea: dalle parole ai fatti; 2. Napoli futura: vocazioni, strategie, sviluppo; 3. Impresa e territorio: una nuova idea di Responsabilità Sociale.
Un unico minimo comune denominatore di tale lavoro potrebbe essere individuato nella volontà di avanzare un piano strategico per l'area metropolitana di Napoli. In questo sforzo di elaborazione andranno certamente incluse tre linee di attività: sulla rete di infrastrutture condivise; sulla dimensione degli interventi per la riqualificazione e la valorizzazione del capitale umano; sulla qualità dei beni pubblici e della loro amministrazione statale, regionale o comunale.
A tali lavori stanno offrendo il loro contributo prestigiosi docenti della Federico II, della LUISS, dell’Università del Sannio, dell’Università di Roma Tre, del CNR Dipartimento Scienze della vita, dell’Università di Perugia, e 20 giovani ricercatori provenienti da tutta Italia. Come si noterà, abbiamo voluto coinvolgere tante personalità, anche non napoletane, in questo sforzo, per evitare il rischio di una città che si parli addosso e che tenti di ripensare se stessa senza termini di confronto con ciò che avviene nel resto del Paese. Tra l’altro, Napoli ha un gran bisogno di centri d’eccellenza per la formazione di una nuova e giovane classe dirigente diffusa: occorre formare talenti, e questa dovrebbe essere la mission fondamentale di Università, Centri di Ricerca, Pubblica Amministrazione, della stessa politica. In quest’ottica, a settembre, l’Unione Industriali, d’accordo con la Luiss - promuoverà un Tavolo cui invitare università, cittadini e principali centri di ricerca pubblici e privati - per presentare i due nuovi corsi di School of Governament e School of Management già attivi a Roma.
La School of Government e la School of Management della Luiss di Roma saranno strutturati a Napoli sul modello della School of Government and Public Policy della Mit di Boston.
In questi mesi, infine, abbiamo discusso tanto di Mezzogiorno - in appositi seminari, workshop e presentazioni di volumi. Anche grazie al contributo di Associazioni, Centri Studio e Fondazioni che hanno aderito al nostro network (SVIMEZ, Mezzogiorno Europa, Astrid Napoli, SRM, Europa Mediterranea e tante altre), abbiamo provato a fare massa critica per porre nuovamente il Sud al centro dell’agenda politica e istituzionale del Paese. Vorremmo “donare”, a tali realtà, un nuovo portale, una sorta di voce.info del Mezzogiorno dentro cui far confluire, dall’autunno, tutti i lavori di ricerca, gli studi, le analisi, le proposte. Vorremmo cioè realizzare un unico front office informatico per chiunque voglia approfondire i temi della nuova Questione Meridionale nel contesto europeo e mediterraneo.
Infine abbiamo già invitato i ministri Brunetta e Sacconi affinchè, subito dopo la ripresa, si possano tenere due impegnativi momenti di confronto sui temi strategici delle: Riforme amministrative e della riduzione degli oneri burocratici per le imprese; Politiche Attive per il Lavoro, riqualificazione della formazione professionale e delle prassi per il reinserimento dei lavoratori espulsi dal sistema produttivo. Dopo gli appuntamenti, già svolti, con i Ministri Carfagna (marzo) e Maroni (giugno), intendiamo così rafforzare la nostra interlocuzione costruttiva e di merito con il Governo. Sempre coinvolgendo in tali momenti di confronto anche la città, e sempre nell’interesse prevalente della città. |