Turismo nel Sud:
puntare sulle eccellenze
La Campania, in merito alle potenzialità e alla competitività effettiva, sfrutta solo in parte
le opportunità di sviluppo connesse all’industria turistica
positano
Francesco Saverio Coppola
Direttore SRM
L’analisi delle caratteristiche e delle criticità dei driver necessari all’attivazione di quel circuito virtuoso tra sviluppo del turismo e sviluppo del territorio è il tema della nuova ricerca realizzata dall’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (soci fondatori: Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, Banco di Napoli, Compagnia di San Paolo, Imi Investimenti, Intesa Sanpaolo, Istituto Banco di Napoli Fondazione) che intende valorizzare il ruolo strategico del turismo, per lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno in particolare, grazie ai suoi effetti in termini di ricchezza e occupazione.
Il lavoro intitolato “Caratteri strutturali, potenzialità e dinamiche competitive dei Contesti Turistici Meridionali”, verrà presentato il 6 Ottobre a Napoli presso la Stazione Marittima del Porto di Napoli. Parteciperanno a tale evento importanti esponenti, locali e nazionali nelle vesti di rappresentanti del mondo imprenditoriale, istituzionale del settore turistico, nonché di quello delle infrastrutture e delle relative associazioni di categoria.
Una delle particolarità della ricerca è un’analisi micro (comunale) dei contesti turistici locali del Mezzogiorno in quanto ha permesso di conoscere bene il proprio territorio, valutando, in base ai driver, per ogni località, il potenziale turistico, l’effettiva turisticità e il gap esistente tra turisticità effettiva e potenziale. L’analisi incrociata di queste variabili ha permesso di definire le peculiarità dei singoli contesti turistici meridionali, come quelli della Campania.
Se a fronte di una dotazione di risorse di rilievo rispetto a numerosi competitor internazionali, il Mezzogiorno riscontra una bassa capacità di tradurre simili potenzialità in domanda effettiva, per la Campania, tale capacità è ancor più critica.
La Campania, nell’ambito del variegato panorama turistico meridionale, si posiziona come regione dotata di numerose eccellenze sotto il profilo degli attrattori turistici, della varietà di turismi tematici sviluppati o sviluppabili, del grado di evoluzione del sistema di ospitalità delle destinazioni turistiche e della capacità di attrarre flussi turistici internazionali.
La coesistenza di tutte queste condizioni rende diversi comuni campani particolarmente fertili per lo sviluppo turistico. Nello specifico, l’elevato livello delle performance turistiche si riscontra per Sorrento con il livello più elevato, Positano, Amalfi e Lacco Ameno.
Accanto a contesti turistici evoluti, tale regione presenta numerose potenzialità inespresse. Tali contesti si possono leggere nella ricerca nel dettaglio.
Il lavoro infatti - giusto per fare un riferimento tecnico - riporta la mappa dei comuni a vocazione turistica della regione Campania secondo la perfomance turistica conseguita e lo IATP. La performance turistica rappresenta il gap tra turisticità effettiva (domanda turistica calcolata come rapporto tra il numero medio giornaliero di turisti e la popolazione residente) e potenziale (livello di offerta dell’industria turistica). Lo IATP, invece, è l’Indice di Attrattività Turistica Potenziale e dà informazioni sulle potenzialità turistiche del comune legate non solo alla disponibilità di risorse turistico-territoriali ma anche alla fruibilità della destinazione.
In realtà, il quadro che emerge in merito alle potenzialità ed alla competitività effettiva è quello di un territorio in grado di sfruttare solo in parte le opportunità di sviluppo connesse all’industria turistica e, comunque, contraddistinto non solo da un un’eterogenea distribuzione delle risorse (se dal dato regionale passiamo a quello provinciale, diviene manifesto lo squilibrio nella distribuzione delle risorse tra le diverse aree), ma anche da un’altrettanto variegata capacità di generare da quest’ultime flussi turistici.
Sotto il profilo della ricettività regionale si registra una minore incidenza dei posti letto della Campania sul totale nazionale e sul quello del Mezzogiorno rispetto a regioni quali Puglia, Calabria e Sicilia. La regione, in particolare, presenta un’elevata densità di posti letto per kmq con un indice di industrializzazione alberghiera superiore a quello del Mezzogiorno nel suo complesso, ma nettamente inferiore al dato nazionale. Prevale nettamente la componente alberghiera, pur se con una dimensione media delle strutture inferiore a quella della maggioranza delle regioni meridionali ed un rapporto qualità/prezzo spesso inferiore rispetto ai principali concorrenti dell’area del Mediterraneo.
Per quanto concerne le infrastrutture è opportuno distinguere tra dimensione materiale ed immateriale. In merito alla prima, si rileva una dotazione mediamente superiore a quella meridionale e, per alcuni versi, analoga a quella nazionale; rappresentando il tema dell’accessibilità e della mobilità per mare il primo ambito da sfruttare. È, invece, con riferimento alla seconda - la dimensione immateriale - che la Campania sconta un ritardo notevole: numerose strutture risultano, infatti, prive di servizi internet e fuori dai circuiti degli infomediari della rete, molte non consentono prenotazioni, pagamenti di servizi on line e lo stesso portale regionale sul turismo manifesta evidenti criticità e ridotta efficacia in termini di impatto sulle scelte di acquisto/consumo turistico.
Per quanto concerne la domanda, è interessante notare come la sperequazione riscontrata in termini di risorse e di struttura dell’offerta alberghiera sia altrettanto manifesta nei flussi turistici. La Campania ha rivelato una consistente perdita di peso nel computo totale degli arrivi nel nostro paese cui è naturalmente corrisposta un’analoga dinamica delle presenze, ulteriormente aggravata dall’emergenza rifiuti e dalla crisi economico-finanziaria internazionale. Dall’analisi economica, finanziaria e patrimoniale si evidenzia, pertanto, una chiara difficoltà delle imprese campane nel contenimento degli effetti negativi dovuti alla situazione competitiva critica in cui versa il settore turistico. La flessibilità della struttura e l’ottimizzazione della gestione economico-finanziaria diventano elementi imprescindibili.
Passando, anche in questo caso, dal dato regionale a quello provinciale si riscontra il peso preponderante della provincia di Napoli per quanto concerne gli arrivi e le presenze, nonché in termini di spesa dei turisti stranieri.
In un contesto del genere, è indispensabile mantenere una competitività alta puntando sullo sviluppo di nuove conoscenze specifiche, sul miglioramento della qualità per potenziare l’offerta e quindi stimolare la domanda.
Sotto il profilo della governance regionale del turismo, il quadro normativo è in fase di ratifica dopo oltre 20 anni. Conseguenza di tali immobilismo legislativo è un “vestito” - in cui prevalgono decisamente variabili di ordine amministrativo e politico - ormai del tutto inadatto alle caratteristiche del turismo globale e ancora meno in grado di attivare e sostenere processi di miglioramento dal basso dei prodotti turistici locali, nonché dell’immagine complessiva della Campania presso i mercati internazionali. I casi di successo sono, infatti, quasi esclusivamente rappresentati da realtà “eccezionali” in termini di infrastrutture alberghiere, servizi offerti e attrattori culturali e ambientali, rispetto a quanto manifestatosi nella storia del turismo regionale (ad esempio Sorrento, in parte Ischia e alcune destinazioni della Costiera Amalfitana). |