di Raffaella VENERANDO
Giovani e politica, due mondi “non comunicanti”
«La politica va vissuta
come un impegno civile»
Vendola: «Il raccordo con i giovani È un investimento per il futuro»
«La politica italiana non incanta piÙ»
«L’efficienza amministrativa
combatte la “malapolitica”»
«C’È bisogno
di risposte concrete»
«Anche in politica dovrebbe esserci
il passaggio generazionale»
«Non c’È ricambio e i partiti
sembrano club privati»
«Occorrono maggiore partecipazione
e visione di insieme»
«Va recuperato il valore strategico
della rappresentativitÀ»
Brutta, sporca e cattiva?
PerchÉ la politica italiana
non affascina piÙ
«La politica va vissuta
come un impegno civile»
Giorgia Meloni,
Ministro per la Gioventù
Ministro, qual è la ragione del disinteresse dei giovani rispetto alla politica e come può essere contrastata con efficacia?
Quale è il senso, oggi, per le nuove generazioni di iscriversi ad una organizzazione di partito, quale è il senso di scegliere l’attività politica come forma di impegno civile? Io parto sempre dal presupposto che l’attività politica non sia altro che una delle forme di impegno civile. C’è il volontariato, c’è l’associazionismo e c’è la politica. Proprio così: la politica va vissuta come impegno civile. E per viverla come tale non si può, io credo, prescindere dalla militanza. Mi spaventa sempre molto quando qualcuno mi scrive una mail e mi chiede come si fa a diventare consigliere comunale. Ecco, questo è la negazione della politica per come io la intendo. C’è una differenza importante tra chi considera la politica uno strumento di acquisizione del potere, e quindi un percorso individuale, e chi considera la politica come uno strumento, forse il migliore, per costruire una visione del mondo. Le ultime ricerche hanno messo in luce in modo netto un’allarmante apatia e una crescente disaffezione dei giovani nei confronti delle istituzioni, soprattutto politiche. Solamente in Italia oltre il 70% dei giovani sono poco o per niente interessati alla politica e nutrono sentimenti di sfiducia e diffidenza nei confronti di chi li rappresenta.
I politici sono considerati personaggi distanti, anche da un punto di vista anagrafico, non in grado di recepire e interpretare le loro esigenze.
Perché allora i giovani dovrebbero dedicarsi alla politica?
Secondo me non basta semplicemente dire, come spesso si fa quando si parla di impegno politico, che non bisogna lasciare che le proprie scelte dipendano da altri, che non bisogna delegare. Il punto non è solo questo. Io credo, invece, che una certa degenerazione della politica dipenda dal qualunquismo, da quella insana convinzione che tanto sono tutti uguali, che comunque vada non si può cambiare niente. Se questo è il sentimento generale, è naturale che i ragazzi si chiedano che senso abbia provare a marcare una differenza, a fare dei sacrifici, a non tradire se stessi se tanto, qualsiasi cosa si faccia, si verrà percepiti sempre nello stesso modo. Ed è per questo, soprattutto, che i giovani, che fanno sempre le scelte più radicali, hanno completamente smesso di fare politica. Credo che tocchi a questa generazione alzare la testa e dimostrare di essere in grado di rimettere il proprio interesse al centro del dibattito. Nella pratica penso che per rompere almeno un po’ gli schemi si possa cominciare a lavorare per ottenere finalmente la corrispondenza tra elettorato attivo e passivo: permettere cioè ai diciottenni che possono votare alla Camera di essere eletti senza aspettare di aver compiuto 25 anni. Mi sembra difficile che qualcuno possa dichiararsi contrario. Credo che questa riforma sia una di quelle cose che si possano fare in modo assolutamente trasversale.
Giorgia Meloni è nata a Roma il 15 gennaio del 1977. è giornalista professionista dal 2006. Ha iniziato il suo impegno politico a 15 anni fondando il coordinamento studentesco “Gli Antenati”, principale motore della contestazione contro il progetto di riforma della pubblica istruzione dell’allora ministro Iervolino. Nel 1998 è stata candidata da An al Consiglio della Provincia di Roma nel collegio della Garbatella. Eletta, è stata membro della commissione Cultura, scuola e politiche giovanili fino al 2003. Nel 2000 è divenuta dirigente nazionale di Azione Giovani e nel 2001 Gianfranco Fini, presidente di An, l’ha nominata coordinatrice del comitato di reggenza nazionale del movimento giovanile. Nel 2004, ha vinto il congresso nazionale di Viterbo ed è diventata la prima presidente donna dell’organizzazione giovanile della destra nazionale. Nell’aprile del 2006 è eletta alla Camera dei Deputati nella lista di An nel collegio Lazio 1. Pochi giorni dopo viene eletta Vicepresidente dell’aula di Montecitorio. Nella XV legislatura è stata componente della VII Commissione (cultura, scienze ed istruzione). L’8 maggio 2008 ha ricevuto dal premier Berlusconi l’incarico di ministro della Gioventù. A 32 anni, Giorgia Meloni è il ministro più giovane della storia della Repubblica d’Italia. |
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