L’INNOVAZIONE per
tutelare la soliditÀ industriale
di Antonello Montante
La recessione potrebbe essere fatale per il Sud.
Occorre evitare che l’unico sbocco delle imprese per trovare credito sia l’usura
«Collaborare sinergicamente con le Istituzioni preposte
al controllo del territorio
significa preparare
le basi per il futuro
sviluppo della forza
economica e della
competitività internazionale delle nostre imprese:
anche questa è innovazione»
Antonello Montante,
Delegato Nazionale Confindustria
per i rapporti con le Istituzioni
preposte al controllo del territorio
L'incarico di delegato Nazionale di Confindustria per i rapporti con le Istituzioni preposte al controllo del territorio rappresenta un punto di start up importante verso l’affermazione di una cultura ormai inestricabilmente collegata alla realtà economica del nostro paese: la cultura della legalità e del rispetto di tutti i principi ad essa annessi da parte degli imprenditori.
Questo principio è la condizione primaria ed indispensabile per lo sviluppo delle nostre imprese, senza il quale non si può parlare di una sana crescita economica. In un momento così critico come quello che stiamo vivendo, l’attenzione particolare che il nostro presidente ha voluto dedicare a questo aspetto, ha fatto sì che si cominciasse a creare una fitta rete di concertazione continua con tutte le massime Autorità Istituzionali preposte al controllo del territorio di tutta l’Italia; un impegno peraltro verso il quale ho dato la mia massima disponibilità. Dopo la grande “rivoluzione copernicana” attuata in Sicilia grazie al cambiamento culturale degli industriali al quale ho partecipato attivamente insieme a Lo Bello e ad altri imprenditori nostri colleghi, credo di avere acquisito la piena consapevolezza nella capacità di realizzare in modo concreto il grande ed atteso cambiamento culturale, specialmente nel Mezzogiorno.
Non ho mai smesso di pensare che una spinta innovatrice e costante da parte di Confindustria verso un forte accreditamento istituzionale non potesse non migliorare la qualità di vita delle nostre imprese e di riflesso dei contesti circostanti. In un momento delicato come questo ad esempi,o il nostro impegno diventa ancor più necessario per cercare di utilizzare le risorse disponibili per valorizzare e difendere le eccellenze e le nicchie del nostro made in Italy.
L’Italia ha un grande patrimonio industriale da difendere ed è legato a più settori dal meccanico, metalmeccanico e delle costruzioni a quello agroalimentare e turistico, un po’ tutti vittime di un’economia che lambisce in questo preciso momento: da quella automobilistica, a quella ferroviaria ed ancora a quella della meccanica di precisione.
C’è un forte bisogno di un reale supporto davanti a tutte le Istituzioni e le Banche da parte di Confindustria.
Dobbiamo esaltare questo patrimonio nazionale puntando sulle best practices e soddisfacendo le esigenze dei mercati emergenti, e per fare ciò dobbiamo saper controllare e far crescere bene il nostro territorio. Più che uno sguardo di diffidenza tra lo Stato, le Istituzioni e Confindustria è stato e lo è ancora di studio reciproco. Esiste un’apertura verso il dialogo e la collaborazione che continuano ad essere ripartite attraverso dei tavoli di confronto e di coordinamento che lavorano in modo efficace.
Ormai sembra chiaro e lo sappiamo da più fonti che l'unico modo per reagire a questa crisi è pensare in concreto, quindi parlare con le Istituzioni, operare in modo sinergico e nel massimo rispetto della legalità.
Il presidente Emma Marcegaglia ed io abbiamo elaborato una serie di passaggi da fare, il cui impatto sarà fondamentale per migliorare la qualità del confronto tra l’impresa e le Istituzioni pubbliche e private, per aumentare l'efficienza e la funzionalità della macchina burocratica, fondamentale per il controllo del territorio.
Il tentativo di salvaguardare la solidità industriale attraverso il ricorso alla massima apertura con il governo e le banche è a parer mio una delle tante strade da percorrere per non rimanere fermi davanti la corsa alla competitività delle imprese.
La recessione ed il grave divario che si sta ampliando tra le regioni meridionali e settentrionali potrebbero essere fatali per il Sud e perciò, in un momento critico come questo, occorre evitare che l’unico sbocco delle imprese per trovare credito sia l’usura.
Servono interventi urgenti del governo e attenzione particolare sul fronte credito. Dobbiamo scongiurare che le organizzazioni criminali si impadroniscano della proprietà e del know how delle imprese meridionali. Vi sono tuttavia significativi segnali positivi provenienti dal mondo delle imprese meridionali. Le medie mostrano nel periodo 1995-2005 indici di sviluppo nettamente più favorevoli per quanto riguarda fatturato, export e occupazione rispetto a quelle del centro nord.
Uscire dalla crisi e rendere più moderna l’Italia sono i nostri immanenti obiettivi che possono trovare possibilità concrete all’interno di un programma, come quello della presidente Marcegaglia, dove sono previste risorse per le reti tra Confindustria e le Istituzioni del governo.
Collaborare sinergicamente con il territorio significa preparare le basi per il futuro sviluppo della forza economica e della competitività internazionale delle nostre imprese: anche questa è innovazione. |