SanitÀ, sos
delle imprese al governo
Una rete
per rilanciare la sanitÀ
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Così cambierÀ
l’Agenzia delle Entrate
di Bruno Bisogni
SanitÀ, sos
delle imprese al governo
Sulla grave situazione campana interviene la Vice Presidente di Confindustria Cristiana Coppola
Cristiana Coppola
Vice Presidente Confindustria per il Mezzogiorno
È giusto che la Regione Campania punti a razionalizzare la spesa sanitaria. É sbagliato il modo con cui pensa di procedere. Quasi esclusivamente penalizzando le imprese private convenzionate. Mortificando chi crea sviluppo e occupazione». Cristiana Coppola, Vice Presidente di Confindustria per il Mezzogiorno, inquadra in poche incisive battute i termini della questione che da tempo affligge le aziende campane del comparto sanitario. I crediti che tali realtà produttive vantano nei riguardi dell’ente di via Santa Lucia ammontano a oltre cinque miliardi di euro. Una recente indagine del Sole 24 Ore Sanità ha evidenziato come la Regione Campania sia ultima in assoluto per tempi di pagamento. La media di attesa è di 609 giorni per le aziende biomedicali, 481 per quelle farmaceutiche, oltre 450 per le strutture che erogano servizi alla persona. Si tratta di medie, dietro cui sono tante le situazioni estreme, segnate da una sostanziale indifferenza verso le imprese e i problemi di gestione che le attanagliano, a causa dello squilibrio fra prestazioni eseguite, spese effettuate e corrispettivi mai ricevuti. Come se non bastasse, il quadro negli ultimi tempi si è fatto ancora più fosco. Di qui la decisione del Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, su richiesta della Presidente della Sezione Sanità dell’Associazione, Olga Acanfora, condivisa dal Presidente del Raggruppamento Regionale Sanità di Confindustria Campania, Ottavio Coriglioni, di rivolgere un appello alla Vice Presidente di Confindustria. Un sos raccolto. Cristiana Coppola è intervenuta, venerdì 23 gennaio, presso l’Unione Industriali, insieme a esponenti nazionali del comparto (dal Presidente del Comitato Tecnico sanità di Confindustria, Guido Riva, al Vice Presidente di Farmindustria, Daniel Lapeyre), e a esponenti del mondo associativo locale per raccogliere le istanze da produrre all’attenzione del Governo nazionale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, rendendo del tutto insostenibile la situazione degli operatori privati, è il comma 2 dell’art. 25 della Finanziaria regionale, che garantisce alle Asl l’impignorabilità dei propri beni a seguito di azioni giudiziarie intraprese dalle aziende. Una norma che agli imprenditori sembra palesemente incostituzionale. Al disposto della Finanziaria regionale si aggiunge quanto previsto da una circolare di inizio gennaio dell’Assessore alla Sanità campano, Angelo Montemarano, sostenuta da un parere del Direttore Generale della Programmazione sanitaria del Ministero del Welfare, Filippo Palumbo. Con la circolare si stabilisce la sospensione del rapporto di accreditamento per le strutture accreditate che abbiano mantenute ferme contestazioni e azioni giudiziarie. Sullo sfondo, vi è la continua decurtazione del tetto massimo di spesa regionale destinato ai privati convenzionati. Nel 2008, superato il tetto, le aziende da ottobre hanno dovuto sospendere l’erogazione delle prestazioni. Nel 2009, di taglio in taglio, tale situazione si verificherà al più tardi da giugno in poi. É fondamentale una svolta radicale e in tempi stretti, insomma, prima di mettere a rischio la qualità della vita e la salute dei cittadini campani, nonché migliaia di posti di lavoro degli addetti delle aziende private del comparto.
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