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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2009
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Un piano infrastrutturale per le opere medio-piccole / Il caso spagnolo

di Antonio Lombardi, Presidente ANCE Salerno

Un piano infrastrutturale
per le opere medio-piccole / Il caso spagnolo

Un primo elenco di opere mature per la cantierizzazione è stato già elaborato dall’Ance

Il finanziamento di un piano infrastrutturale che punti in particolare sulla realizzazione di opere medio-piccole, rappresenta per i nostri partners europei la componente indispensabile della politica per il rilancio dell’economia.
Nel corso degli ultimi due mesi sia la Spagna che la Francia hanno messo in campo provvedimenti simili alle proposte che l’Ance ha presentato al Governo italiano già nel novembre 2008.
In Spagna, il Piano di rilancio dell’economia e dell’occupazione presentato a fine novembre - il cosiddetto “Plan E” - ha finanziato un programma di opere medio-piccole, promosse dagli 8.112 comuni, per un importo complessivo di 8 miliardi di euro. In soli tre mesi sono stati finanziati oltre 31.000 progetti, garantendo l’occupazione ad oltre 280.000 lavoratori.
Politiche, dati e cifre che l’Ance ha posto all’attenzione del Governo Berlusconi nel corso delle riunioni del Tavolo sistematico di Confronto. Il Ministro Matteoli ha garantito al presidente nazionale dell’Ance Buzzetti che, nell’ambito delle risorse stanziate dal Cipe per le infrastrutture il 6 marzo scorso, una quota sarà assegnata ad un piano di opere medio-piccole, proprio come richiesto dall’Ance. La quota dovrebbe complessivamente ammontare a oltre due miliardi di euro.
L’Ance ha inoltre manifestato la massima disponibilità per fornire tutto il supporto necessario per l’immediato avvio del Piano, in modo da garantire al più presto un effetto reale e positivo sull’economia nazionale. Un primo elenco di opere mature per la cantierizzazione e, soprattutto, in grado di sostenere l’occupazione, la qualità della vita e la crescita economica sull’intero territorio nazionale è stato già trasmesso dall’Ance. L’associazione dei costruttori salernitani si è attivata presso tutti i Comuni e gli Enti Appaltanti della provincia chiedendo l’elenco dei progetti immediatamente cantierabili e di importo non superiore a 10 milioni di euro, da inserire nel nuovo elenco aggiornato.
L’obiettivo è appunto quello di promuovere l’adozione immediata di un modello d’intervento analogo a quello realizzato in Spagna dove una “unità di crisi”, costituita da tecnici e funzionari dei Comuni e del Ministero, in tempi stretti e con procedure straordinarie, utilizzando l’istruttoria ed il perfezionamento delle pratiche in via informatica, ha appaltato i lavori entro sessanta giorni. Così facendo garantiremmo entro il prossimo 30 giugno l’avvio dei cantieri con la ripresa dell’attività produttiva ed il rilancio del comparto edile e dell’occupazione.
Il piano di rilancio economico ed occupazionale varato dal Governo spagnolo (e adottato a modello per le misure anticrisi anche dalle autorità francesi) prevede investimenti pari a 8 miliardi di euro, ripartiti proporzionalmente tra gli 8.112 Comuni spagnoli in funzione della loro popolazione sulla base di una dotazione di 177 euro per abitante. Ogni comune è stato quindi chiamato a presentare, entro lo scorso 24 gennaio, progetti fino alla concorrenza dell’importo assegnatogli dal Ministero per le amministrazioni pubbliche.
I progetti, finanziati al 100% dallo Stato, potevano essere relativi ad interventi di adeguamento, riabilitazione o rinnovo di spazi pubblici urbani o di promozione industriale; alla realizzazione di infrastrutture e di impianti relativi alla rete viaria, sanitaria, di illuminazione o di telecomunicazioni; alla costruzione, riabilitazione o rinnovo di edifici sociali, sanitari, funerari, educativi, culturali e di impianti sportivi; alla protezione dell’ambiente, prevenzione delle contaminazioni e sviluppo dell’efficienza energetica; all’abbattimento di barriere architettoniche; alla costruzione o rinnovo della rete di approvvigionamento in acqua e di trattamento delle acque reflue; al miglioramento della sicurezza stradale e promozione di una mobilità urbana sostenibile; alla prevenzione degli incendi e promozione del turismo.
Per essere inoltre ammessi al “Plan E”, i progetti (del valore non superiore a 5 milioni di euro) dovevano essere relativi ad interventi la cui ultimazione era prevista entro dicembre 2009, e non inclusi negli elenchi annuali dei lavori dei comuni. Quindi progetti che non sarebbero stati attivati senza l’intervento dello Stato.
Con procedure snelle di presentazione e selezione dei progetti e di erogazione dei finanziamenti, in meno di due mesi, l’Esecutivo spagnolo è riuscito a predisporre un programma che interessa tutti i comuni spagnoli.
A fine febbraio, era stato finanziato il 99,4% dei progetti inseriti nel piano. Al 2 marzo erano già stati erogati i primi finanziamenti per aprire subito 1.648 cantieri in 770 comuni, per un totale di 81 milioni di euro.
Una squadra di 150 funzionari del Ministero delle Amministrazioni Locali è stata incaricata di fornire assistenza ai Comuni per lo svolgimento di tutte le fasi amministrative relative alla predisposizione e all’attuazione del Piano (presentazione della domanda di finanziamento, pubblicazione dei bandi di gara, etc.), istruire i dossier, preparare le decisioni di finanziamento, preparare le delibere di erogazione e il trasferimento delle risorse ma anche i documenti-tipo destinati dei Comuni per una più celere messa in opera dei progetti finanziati dal Piano.
La presentazione delle richieste e la trasmissione di tutti i documenti utili all’erogazione dei finanziamenti è stata demandata a procedure on line, grazie ad internet.
La tempistica del Plan E spagnolo e l’iter procedurale individuato per l’espletamento delle pratiche, può senza ombra di dubbio ritenersi di enorme interesse, in piena sintonia con la necessità di attivare interventi celeri per arginare la crisi e può essere addotto a modello per gli altri Stati europei. Il decreto reale del 28 novembre 2008 e la risoluzione del segretario di stato per la cooperazione Territoriale del 9 dicembre 2008 definiscono i tempi massimi per lo svolgimento delle procedure di presentazione dei progetti, lo svolgimento delle gare e l’erogazione dei finanziamenti: presentazione delle richieste tramite l’applicazione informatica tra il 10 dicembre 2008 ed il 24 gennaio 2009; dieci giorni per la verifica dei requisiti per l’accesso ai finanziamenti e la richiesta di eventuali chiarimenti; ulteriori dieci giorni per la verifica dei requisiti per la pubblicazione della risoluzione di finanziamento, massimo 20 giorni (per i Comuni) dalla presentazione delle offerte per effettuare l’aggiudicazione provvisoria nel caso di una procedura di gara aperta, ristretta o negoziata con pubblicità. Massimo 20 giorni (sempre per i Comuni) dalla sollecitazione delle offerte nel caso di una procedura negoziata di gara senza pubblicità; ed infine massimo cinque giorni (per i Comuni) dall’aggiudicazione provvisoria per effettuare l’aggiudicazione definitiva.
Dopo l’aggiudicazione definitiva, ogni comune deve trasmettere pochi documenti (certificato del segretario comunale, verbale di aggiudicazione, scheda relativa all’impresa aggiudicataria, all’importo del contratto e il numero di occupati attesi, nonché un documento che certifica che la ditta è in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali in favore dei lavoratori), sempre via internet. Al momento dell’aggiudicazione dei lavori da parte del Comune, lo Stato eroga il 70% dell’importo. Il saldo viene trasferito al Comune alla fine dei lavori.

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