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  Dicembre 2012

Articoli n° 07
AGOSTO-SETTEMBRE 2009
 


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Dal Banco di Napoli
400 milioni per aiutare le pmi a uscire dalla crisi

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Dal Banco di Napoli
400 milioni per aiutare le pmi a uscire dalla crisi


Siglato a Caserta, dal presidente degli industriali Antonio Della Gatta e dal direttore generale
dell’istituto di credito Antonio Nucci il primo accordo in Campania.
Il leader della Piccola Stefania Brancaccio: «L’intesa individua strumenti e modalità concreti»

di Palma Flavia Martinisi


Mantenere l’afflusso di credito al sistema produttivo attraverso interventi sulla liquidità e sulla patrimonializzazione: la richiesta delle aziende si fa sempre più pressante alla luce della difficile congiuntura economica. L’appello alle banche, però, questa volta non è caduto nel vuoto. Anzi, una risposta concreta al “grido di dolore” delle aziende è venuta, nero su bianco, dal Banco di Napoli. Il 22 luglio scorso, infatti, l’Istituto di via Toledo si è impegnato a destinare 400 milioni per finanziare le piccole e medie imprese casertane.
Primo, in Campania, ad essere siglato sulla scia di un protocollo d’intesa stipulato a livello nazionale da Confindustria e Gruppo Intesa Sanpaolo, l’accordo è stato sottoscritto dal presidente di Confindustria Caserta Antonio Della Gatta, dal presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Caserta Stefania Brancaccio, e dal direttore generale del Banco di Napoli Antonio Nucci.

Da sinistra: Antonio Nucci, Antonio Della Gatta e Stefania Brancaccio

L’intesa - si legge nel documento siglato davanti ad una platea di oltre cento imprenditori - si pone l’obiettivo di promuovere rapidamente un comune percorso di crescita, «con iniziative immediatamente disponibili» al fine di soddisfare, per un verso, il fabbisogno di liquidità delle aziende (fornendo, appunto, continuità ai flussi di credito verso il sistema produttivo e permettere di superare la fase più difficile della crisi); e sull’altro versante, di favorire interventi di rafforzamento patrimoniale delle aziende, per consentire, attraverso il miglioramento del rating, un più agevole accesso al credito ed un efficace utilizzo degli strumenti di garanzia.
Sul piatto, attingendo dal plafond di gruppo determinato in 5 miliardi, il Banco di Napoli è disposto a mettere sino a 400 milioni di euro di linee di credito e finanziamenti per le piccole e medie imprese che saranno utilizzate sia per soddisfare il bisogno di liquidità e sia per favorire interventi di rafforzamento patrimoniale e ricapitalizzazione.
In particolare, due i prodotti predisposti dalla banca per garantire la liquidità: “Rinvio Rate” e “Capitale Circolante”. Il primo, consente alle imprese clienti che ne fanno richiesta, con una semplice scrittura privata, di posticipare di un anno il rimborso della parte di capitale di finanziamenti ordinari sia ipotecari che chirografari e di leasing strumentali. Il rinvio riguarderà tutte le rate scadenti nei dodici mesi successivi alla richiesta. Nello stesso periodo matureranno esclusivamente gli interessi sul debito residuo, che saranno addebitati alle scadenze naturali del finanziamento. Al termine dei 12 mesi, il piano di rimborso delle rate proseguirà regolarmente, ma spostato in avanti di un anno.
Con il prodotto Capitale Circolante, invece, il Banco di Napoli erogherà alle imprese nuovi finanziamenti in un apposito conto affidamento temporaneo, della durata di 12 mesi, per dilazionare l’addebito di eventuali pagamenti insoluti ricevuti dalla propria clientela. Gli insoluti ricevuti nel trimestre vengono addebitati su un conto dedicato. L’azienda ha tre mesi di tempo per incassare il credito e ridurre l’utilizzo del fido, ripristinando la disponibilità per eventuali ulteriori fabbisogni di liquidità con la stessa finalità. Alla fine dei tre mesi, gli importi dei crediti non saldati verranno trasferiti sul conto ordinario, ripristinando peraltro la disponibilità del fido per ulteriori fabbisogni.

La platea

Diversi gli interventi ipotizzati anche sul fronte invece della patrimonializzazione e ricapitalizzazione delle aziende. Per le società che assumono l’impegno a migliorare la struttura patrimoniale dell’azienda entro un dato periodo è disponibile un finanziamento fino a un massimo di 3 milioni di euro con una durata compresa tra i 3 e i 5 anni; per le società che effettuano un aumento di capitale è disponibile un finanziamento di importo pari ad un multiplo dell’aumento di capitale effettivamente versato dai soci, con un massimo di 5 milioni di euro, durata tra i 5 ed i 10 anni in base alle garanzie rilasciate ed un preammortamento massimo di 2 anni.
«Il Banco di Napoli - ha detto il direttore generale Antonio Nucci - ha varato questo insieme di prodotti per venire incontro in tempi brevi ai problemi che le imprese di questo territorio vivono in questa difficile congiuntura. Abbiamo ritenuto opportuno supportare Confindustria nella diffusione locale dell’accordo, perché la convenzione mette a disposizione degli imprenditori della Provincia di Caserta strumenti immediatamente utili per alleggerire la gestione finanziaria in questo frangente, per rinforzare la capacità patrimoniale delle imprese e per prepararle a riprendere con basi più solide lo sviluppo successivo che tutti ci auguriamo. Il rinvio di un anno delle rate dei mutui in essere, il nuovo polmone finanziario per la gestione del circolante e i finanziamenti per aumentare o rafforzare il patrimonio netto delle aziende - ha concluso Nucci - sono la nostra risposta alle esigenze delle imprese in questo momento di crisi, in particolare delle piccole e medie aziende».
Dal suo canto, il presidente di Confindustria Caserta Antonio Della Gatta non ha mascherato la soddisfazione per l’importante risultato: «Confindustria Caserta è la prima struttura campana a tradurre sul territorio un accordo che è era da troppo mesi nelle aspettative degli imprenditori. Il protocollo d’intesa siglato con il Banco di Napoli è infatti un importante passo nella direzione giusta per uscire, speriamo, dalla crisi. La riattivazione dei normali flussi di credito darà di nuovo ossigeno al sistema produttivo casertano, già angustiato da annose problematiche, e che in questi mesi ha appunto rischiato di morire asfittico. La stretta creditizia ha lasciato segni profondi sulle nostre imprese, ma questo accordo ci restituisce un po’ fiducia».
E sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Piccola Industria di Confindustria Caserta, Stefania Brancaccio, che ha aggiunto: «Alle banche, come imprenditori, noi abbiamo sempre chiesto e tuttora chiediamo di tornare a fare il loro mestiere. Essere cioè banche, come negli anni 50 e 60, quando conoscevano davvero la clientela ed il territorio e sapevano, palmo a palmo, di imprenditori e di imprese. Banche che devono scegliere prodotti applicabili da subito alle imprese, dunque adeguati ai loro bisogni, e non astratti. E in questo senso, mi pare, l’intesa siglata con il Banco di Napoli individua davvero strumenti e modalità concreti».

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