«Tuteliamo il Made in Italy
di qualitÀ»
A colloquio con Annibale Pancrazio, presidente Anicav
di Raffaella Venerando
intervista
Annibale Pancrazio, presidente Anicav
Presidente, può illustrarci quali sono le proposte di Anicav per favorire lo sviluppo del sistema agroalimentare e quali i progetti che intende realizzare nell’immediato futuro?
Innanzitutto tengo a precisare che la mia elezione a presidente dell’Anicav è un segnale di forte continuità con la precedente presidenza. Sono stato, infatti, vice presidente dell’Anicav lungo tutta la durata del mandato del mio predecessore - nonché amico - Luigi Salvati, cui va sicuramente tutta la mia gratitudine per l’impegno ed il modo con il quale ha condotto la nostra Associazione, contribuendo indubbiamente a rafforzare l’immagine positiva del nostro settore a livello nazionale ed internazionale. In secondo luogo, preciso che ho maturato esperienze molto significative, sempre per l’Anicav - che oramai ho l’onore e l’onere di presiedere da circa un mese - in diversi consessi, dei quali sicuramente i più importanti sono la vice presidenza di Confindustria Salerno e di Federalimentare, oltre a numerose esperienze nella contrattazione negoziata che mi stanno fornendo lo stimolo necessario per apportare i cambiamenti indispensabili affinchè la nostra Associazione sia al passo con i tempi e con le mutate esigenze delle aziende associate. Al contempo ho anche una squadra di vice presidenti molto coesa e competente che, con grande slancio ed entusiasmo, mi sta coadiuvando nei primi passi della mia presidenza. Come ho gia affermato in più di una occasione, oggi tutte le Associazioni e naturalmente anche l’Anicav, hanno la necessità di fortificare al massimo la lobby, il rapporto con il mercato, inteso come rapporto con la G.D.O., puntare sull’internazionalizzazione, la formazione interna dei quadri e dei vertici dei nostri soci, avere una maggiore attenzione all’ambiente, alla ricerca e, in più, offrire servizi reali che possano favorire gli scambi di informazioni di prodotti e di servizi in primo luogo fra gli associati e poi anche con il mondo esterno. Un capitolo a parte lo dedicherei invece ad una massima contenuta nel discorso di congedo del presidente Salvati, perché le sue parole rimangano a lungo nella testa e nel cuore di tutti i nostri soci: «Siamo condannati a stare insieme». Infatti uno, se non il maggiore, vantaggio competitivo che ha sostenuto le nostre imprese facendole resistere a tutte le difficoltà degli ultimi anni, è sicuramente quello che deriva dall’essere aggregate in forma distrettuale. In un fazzoletto di territorio che tocca il nord della provincia di Salerno ed il sud di quella di Napoli, c’è un numero di imprese capaci di trasformare più del 50% del pomodoro industriale italiano, con importanti quantità anche sulla conservazione della frutta, dei legumi lessati e dei sottoli e sottaceti.
Sia nel settore conserviero che in generale in quello agroalimentare, le imprese del Mezzogiorno hanno una taglia molto piccola e soltanto in casi eccezionali operano in “rete”. Quali le possibili strategie per superare tale problema?
La domanda è complessa e ha una soluzione altrettanto articolata che coinvolge le azioni del pubblico e dei privati. Solo se riusciremo a lavorare sinergicamente, potremo riuscire ad essere incisivi. I privati, intesi come le nostre imprese associate, dovranno mettere da parte dannosi egoismi aziendali per convergere in forme di consorzi di acquisto, di cooperazione e collaborazioni produttive, ma soprattutto commerciali, in particolare sul versante dell’internazionalizzazione. Per le istituzioni la ricetta è più semplice nella definizione ma, conoscendo il livello della nostra politica, molto più complessa nella attuazione. Basterebbe ad esempio riattivare gli strumenti di ascolto delle esigenze dei privati, dare nuovo slancio al Distretto Industriale - inteso come luogo dove gli attori della filiera discutono dello sviluppo della stessa - ritornando così al virtuosismo dello sviluppo dal basso, ascoltando tutti gli attori interessati. Altro importantissimo punto su cui lavorare è l’esigenza oramai ineluttabile di un coordinamento in alcuni specifici ambiti, come quello della promozione e dell’internazionalizzazione, senza che questo significhi il proliferare di “duplicazioni”, specialmente in questo periodo di “coperta corta”.
Il comparto agroalimentare sembra aver retto il colpo della crisi grazie all’export e alla qualità del “Made in Italy”, ma quali sono i punti ancora deboli del settore?
È vero il nostro è un settore prevalentemente anticiclico, ma la crisi ora sta mordendo anche le nostre imprese e i nostri prodotti. Purtroppo stiamo assistendo ad un lento, ma continuo, depauperamento dei prodotti di marca, a scapito di articoli con brand di fantasia che vengono prodotti su richiesta dei supermercati. Tutto questo sta portando le nostre imprese a fare i conti con forti riduzioni dei margini di contribuzione. Questo fenomeno è particolarmente dannoso perché comporta una frenata degli investimenti, della promozione e della ricerca nelle nostre aziende. Il nostro export sta tenendo bene, soprattutto in quelle aree tradizionalmente forti consumatrici ed estimatrici dei nostri prodotti, ma la crisi sta comunque portando intere parti del mondo a non poter più affacciarsi alla importazione dei nostri prodotti a causa della totale chiusura delle coperture assicurative di tutte le nazioni dell’Europa dell’est, compresa la Russia, e tutta l’America Latina. È necessario che le istituzioni finanziarie ed assicurative rivedano al più presto tali cancellazioni, magari riducendo i plafond o le percentuali, e riaprendo velocemente i canali finanziari per far ritornare - seppure in forma ridotta - i nostri prodotti sui mercati emergenti che le nostre imprese con grande fatica avevano conquistato.
Crede che la crisi modificherà anche le abitudini di consumo “alimentare” degli italiani?
In molte fasce di popolazione i consumi stavano già cambiando ancor prima della crisi, ma in questo bisogna essere chiari: tutti i prodotti alimentari italiani sono sicuri sotto il punto di vista sanitario e della sicurezza alimentare. La legislazione sanitaria per la produzione degli alimenti in Italia è infatti fra le più restrittive al mondo e prevede una serie di controlli ed autocontrolli che porta tutti i prodotti “Made in Italy” ad essere perfettamente sani. Ancor prima della crisi in Italia il mercato dei nostri prodotti stava già lentamente stratificandosi; oggi la crisi sta solo accelerando tale processo. In conclusione però vorrei far notare un malcostume soltanto italiano: sempre di più assistiamo a persone che con abiti firmati ed automobili di lusso fanno la spesa alimentare al discount. È un fenomeno solo italiano, in nessuna altra nazione al mondo avviene questo. Secondo me sul cibo non si dovrebbe lesinare a scapito della qualità, anche perché numerosi studi hanno dimostrato che i prodotti alimentari di marca, e quindi affidabili, a lungo andare fanno sicuramente risparmiare di più il consumatore.
Profilo di Annibale Pancrazio
Socio della PANCRAZIO S.p.a. con sede in Cava de’ Tirreni (SA).
Dal 1996: Membro di Giunta A.N.I.C.A.V. - Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali.
Dal 1997: V. Presidente Consorzio Conserve Campania s.r.l.; V. Presidente Consorzio Conserve Campania export s.r.l.
Dal 1998: V. Presidente R.E. A.N.I.C.A.V., con delega in Federalimentare ed in Confindustria e responsabile Internazionalizzazione e promotion.
Dal 2000: Membro del Comitato Relazioni Internazionali di Confindustria - Roma; V. Presidente G.I. Assindustria Salerno; Consigliere di Amministrazione della società Agrofuturo s. c. r. l.; Membro del Comitato di Distretto Regione Campania n. 7 Nocera-Gragnano.
Nel 2001: Consigliere d’Amministrazione Sviluppo Costa d’Amalfi Spa; Consigliere d’Amministrazione Patto dell’Agro Sarnese Nocerino Spa.
Nel 2002: Consigliere di Federalimentare con delega alle PMI e Mezzogiorno.
Nel 2003: Membro di Giunta Confindustria Campania; V. Presidente Sviluppo Costa d’Amalfi S.p.a.; V. Presidente Assindustria Salerno con delega all’internazionalizzazione.
Nel 2004: Amministratore Unico della Conserve Servizi s.r.l. - Napoli; Rappresentante italiano nel Comitato esecutivo della CIAA di Bruxelles, Conféderation des Industries agro - alimentaires de l’UE; Componente Comitato Credito per le PMI di Confindustria Roma; Componente Comitato per la tutela del Made in Italy e la lotta alla contraffazione di Confindustria Roma; Componente del Comitato d’Indirizzo presso l’Università di Portici (NA) Facoltà di Agraria - Indirizzo Scienza delle Preparazioni Alimentari; Membro del Comitato Mezzogiorno di Confindustria Roma.
Nel 2005: V. Presidente R. E. ANICAV, con delega in Federalimentare ed in Confindustria e responsabile all’Internazionalizzazione e alla promotion; Presidente della Società Sviluppo Costa D’Amalfi S.p.a.
Nel 2006: Amministratore unico della ANICAV Servizi srl - società di servizi di proprietà della A.N.I.C.A.V.
Nel 2007: V.Presidente Federalimentare con delega alla internazionalizzazione, P.M.I. e Mezzogiorno.
Nel 2008: Confermato Componente Comitato Mezzogiorno di Confindustria Roma. Confermato Componente Comitato Internazionalizzazione Confindustria Roma. |
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