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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO - FEBBRAIO 2008
 


UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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Forum delle Culture,
l’occasione per un rilancio

Brasile, un mercato dalle grandi prospettive

A Napoli il turista È europeo e fa da sÉ

Black out, come ridurre i danni

di Bruno Bisogni

Brasile, un mercato dalle grandi prospettive

Un volume illustra la missione dell’Unione Industriali e della Camera di Commercio partenopea

 Paolo Scudieri

Dal 15 al 19 ottobre 2007 si è svolta in Brasile, presso le città di Belo Horizonte e San Paolo, una missione imprenditoriale promossa e sostenuta dalla Camera di Commercio di Napoli e realizzata dall’Unione Industriali del capoluogo campano. Destinatari del progetto otto piccole e medie imprese della provincia di Napoli operanti nei settori: packaging industriale, materie plastiche, ecologia, energia, carburante ecologico, meccanica - automotive, infrastrutture, ict. Si tratta di: Futura Line spa, Citel scarl, Lirsa srl, Ora srl, Redoil Italia spa, Graded spa, Idi srl, Adler Group spa. L’organizzazione della missione all’estero ha avuto come oggetto principale la realizzazione di workshop presso la città di Belo Horizonte nello stato di Minas Gerais. L’obiettivo primario, pienamente conseguito, è stato l’avvicinamento delle aziende partecipanti al mercato brasiliano, per meglio comprendere le dinamiche di tale mercato ed entrare in contatto con gli operatori locali. L’articolazione della spedizione napoletana e i suoi esiti sono descritti in un volume curato dall’Unione Industriali di Napoli e finanziato dalla Camera di Commercio, presentato ufficialmente giovedì 24 gennaio presso l’Ente camerale.
Sono intervenuti fa gli altri il Vice Presidente all’Internazionalizzazione dell’Unione Industriali di Napoli, Paolo Scudieri, il Presidente della Simest, Giancarlo Lanna, e il Direttore di Sprint Campania, Edoardo Imperiale.
In “Il trasferimento tecnologico nelle Pmi quale strumento per l’internazionalizzazione” (questo il titolo della pubblicazione), oltre a un resoconto puntuale delle attività svolte nel corso della missione, sia collettivamente sia per singola impresa, si evidenziano alcuni dati che testimoniano delle interessanti prospettive nell’interscambio degli operatori italiani col Brasile. Le esportazioni dalla Campania verso il grande stato sudamericano sono balzate da poco meno di 24 milioni di euro del 2005 agli oltre 34 milioni del 2006.
Nello stesso lasso di tempo le importazioni sono calate da poco meno di 103 milioni a 89 milioni. Il saldo in negativo dell’interscambio Campania-Brasile si è dunque ridotto da quasi 79 a 55 milioni di euro. Un fenomeno che non si è verificato a livello nazionale. Anche il dato italiano delle esportazioni verso il Brasile ha fatto segnare un incremento dal 2005 al 2006. Si è passati così da poco più di 2 miliardi di euro a 2 miliardi 233 milioni. Le importazioni italiane di prodotti brasiliani, tuttavia, sono cresciute in maniera molto superiore, passando da quasi 2 miliardi 874 milioni a circa 3 miliardi 452 milioni. In tal modo il saldo negativo dell’interscambio Italia-Brasile è aumentato, balzando dagli 841 milioni del 2005 al miliardo e 218 milioni del 2006.
Per quanto concerne l’export campano verso il Brasile, il settore che più fattura è quello della carta, della pasta da carta e del cartone, con circa 6 milioni di euro fatti registrare nel 2006. Secondo, in ordine di rilevanza, è il settore chimico, con 5 milioni, terzo è quello delle parti e accessori di autoveicoli che, nel 2006, è stato protagonista di un autentico exploit, raddoppiando quasi il fatturato e portandolo a 4,7 milioni.
Valutando nel dettaglio le importazioni campane dal Brasile, si evidenzia invece il primato dei prodotti della siderurgia. Il loro valore totale ammonta a circa 29 milioni di euro, peraltro in leggero calo rispetto al 2005. Al secondo posto, c’è il settore dei prodotti dell’agricoltura, orticoltura e frutticoltura, per complessivi 24 milioni, in lieve crescita sul 2005. Molto più staccato, segue il segmento delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori. Il valore complessivo di tali importazioni si attesta poco al di sotto dei 9 milioni e 200mila euro.

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