Le isole produttive campane prenderanno il largo?
L’intervista a Andrea
Cozzolino - Con il PASER si avrÀ una maggiore certezza dei tempi
L’intervista a Massimo
Lo Cicero - Senza innovazione si esce dal mercato
L’intervista a Giuseppe
Di Milia - Non solo tessile a Calitri
L’intervista a Cosimo
Callisto - Un destino ancora in forse per i distretti
L’intervista a Carlo
Cicala - Necessaria una nuova forma di governance
L’intervista a Luigi
Giamundo - Puntiamo sulla politica di marchio
L’intervista a Lorenzo
Guarnaccia - Uscire dal monoprodotto si deve
Puntiamo sulla politica di marchio
Luigi
GIAMUNDO
Presidente
Distretto industriale
di San Giuseppe Vesuviano
Qual è la nuova frontiera dei distretti e quali gli strumenti a disposizione delle aziende per competere?
Oggi per essere competitivi bisogna puntare su una politica di marchio e soprattutto puntare su una distribuzione diretta. Riesce a competere sul mercato chi presidia la distribuzione in forma diretta e chi imposta una politica di marchio, che dia quel contenuto d'immagine in grado di differenziare il proprio prodotto sul mercato. Nel campo della distribuzione l'Italia non ha peso competitivo: tutte le grandi catene sono oramai nelle mani di grandi gruppi stranieri. Inutile andare in giro per il mondo a fare promozione se poi non riusciamo ad aprire canali di distribuzione.
Gruppi come Zara, Mango, H & M, stanno riscuotendo un grandissimo successo a livello mondiale perché sono stati capaci di creare un modello distributivo vincente, tanto è vero che oramai stanno conquistando quote di mercato considerevoli anche nel nostro paese. Solo puntando su una politica di marchio e sul controllo diretto della distribuzione, riusciremo a combattere la concorrenza con Paesi a basso costo di manodopera, in quanto per i distretti specializzati nella produzione rivolta alla fascia medio bassa non c'è alternativa. Dobbiamo necessariamente fare alleanze con questi paesi per quella che è la nuova frontiera dei distretti, che devono diventare global local. In un recente viaggio in Cina, come Distretto di San Giuseppe Vesuviano, abbiamo posto le basi per l'avvio di "desk" finalizzati alla promozione reciproca dei prodotti, nei due rispettivi paesi.
La Regione Campania è stata tra le prime a costituire i distretti. Oggi c'è bisogno di dare operatività al Comitato per poter realizzare la progettualità messa in campo. A partire dal marchio di distretto, uno strumento di marketing che potrebbe favorire la diffusione internazionale della produzione dell'industria locale, notoriamente incentrata sul tessile e abbigliamento. Ne frattempo, come Distretto, ci siamo già mossi, promuovendo la realizzazione di due aree industriali attrezzate a San Giuseppe e a Palma Campania.
L'Unione Industriali aprirà una sede nell'area vesuviana. Le ragioni della scelta.
La scelta di aprire una sede dell'Associazione nell'area vesuviana operata dal presidente Lettieri e dalla dirigenza risponde alla volontà di radicare ancor di più sul territorio l'Unione degli Industriali. Un'antenna sul territorio in grado di intercettare i bisogni delle imprese locali, elaborando progetti che partano dal tessuto imprenditoriale locale ma che trovino la sintesi nella struttura centrale di Napoli.
La Scheda
Distretto tessile di San Giuseppe Vesuviano |
imprese: 3.000 |
Il distretto di San Giuseppe Vesuviano rappresenta il più grande polo tessile del Sud. Ha una superficie complessiva di 109 kmq con una popolazione di circa 120.000 abitanti, oltre 2.000 aziende che occupano circa 10.000 persone e un fatturato di 5.000 milioni di euro. La storia della tradizione tessile locale passa attraverso un panno di tela di pochi metri, "la bandinella", usato per copertura, imballaggio o rivestimento. Da questo pezzo di stoffa nasce un vero miracolo economico che nel tempo da attività basata esclusivamente sulla vendita si è trasformato in una solida realtà produttiva e distributiva. Il distretto di San Giuseppe Vesuviano è costituito da una concentrazione territoriale di piccole imprese, con accentuata specializzazione nel settore tessile-abbigliamento del cosiddetto pronto moda, con produzioni rivolte ad una fascia di mercato "mass market", caratterizzate da un giusto rapporto qualità prezzo. Nato in maniera spontanea, il polo tessile sconta una crescita irrazionale e non strutturata, dove l'intervento del legislatore è stato tardivo rispetto alle dinamiche economiche. Nonostante questo però è un sistema che ha successo perché riesce a essere, allo stesso tempo, specializzato e flessibile. |
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