Le prioritÀ
strategiche per il Sud
di Raffaella VENERANDO
Il Presidente di Confindustria dice basta ai troppi ritardi legati alle infrastrutture, alla P.A., al riordino dei servizi pubblici locali e alla sicurezza
Da Nord a Sud gli imprenditori
concordano nel ritenere che i problemi del nostro Paese non si risolvono
guardando ciascuno nel proprio campo, ma facendo leva
su di un lavoro di squadra
Presidente, quali le priorità per il Sud emerse dalla riunione del Comitato Mezzogiorno lo scorso 22 gennaio?
Intanto vorrei ricordare che fin dal mio insediamento ho definito il Mezzogiorno la nuova frontiera dello sviluppo del Paese, considerandolo uno dei temi chiave della mia Presidenza. Sono davvero convinto, come lo ero allora, che la questione meridionale sia in realtà questione "nazionale", perché in questa parte del Paese sono solo più evidenti i ritardi strutturali e le diseconomie che caratterizzano l'intero sistema italiano. Tuttavia, mentre nel resto del Paese, grazie anche all'impegno degli imprenditori, le aree più dinamiche registrano i primi, importanti segnali di risveglio, nel Sud questa reazione stenta a farsi strada, quasi che i "lacci e i lacciuoli" abbiano di nuovo preso il sopravvento, e che i cittadini, le imprese, le istituzioni abbiano perso l'entusiasmo e la voglia di misurarsi con traguardi ambiziosi e con sfide difficili. Oggi più che mai è invece il momento di immaginare, progettare, realizzare: in una parola, è il momento di fare. In quest'ottica, l'incontro di Napoli è stato un segnale importante: si è svolto all'insegna di un'assoluta condivisione di idee, di impegni, di analisi e di obiettivi. Tutti gli imprenditori presenti sono stati concordi nel ritenere che i problemi del nostro Paese, da qualunque parte si analizzino, non si risolvono guardando ciascuno nel proprio orticello, ma facendo leva sul lavoro di squadra, che coinvolga, ognuno secondo il proprio ruolo, i protagonisti dello sviluppo economico: associazioni di imprese, sindacato, istituzioni.
Su quale progetto occorrerebbe puntare subito?
La priorità strategica per il raggiungimento degli obiettivi di crescita è l'attrazione al Sud di nuovi investimenti nazionali ed esteri, che abbiano funzione di volano rispetto al consolidamento del tessuto imprenditoriale meridionale, e che offrano nuove opportunità occupazionali. Questo, però, può diventare un obiettivo raggiungibile solo se si mette mano al miglioramento dei quattro asset fondamentali: infrastrutture materiali e immateriali, burocrazia, riordino dei servizi pubblici locali e sicurezza.
In che modo?
Non solo è fondamentale, ma addirittura urgente al Sud, un intervento per la realizzazione, il completamento e la modernizzazione del sistema infrastrutturale, a cominciare dalla logistica, per finire alle infrastrutture immateriali. E con esse intendo centri di eccellenza, università e ovviamente una più stretta collaborazione tra università e imprese. Per quanto riguarda lo snellimento della pubblica amministrazione, Confindustria valuta con interesse i primi segnali che provengono dal governo con il ministro Nicolais: vanno per l'appunto in questa direzione.
Altrettanto positivo è il nostro giudizio sulle liberalizzazioni sul territorio da realizzare secondo il principio di sussidiarietà: occorre che lo Stato faccia solo ciò che i privati non possono fare. E per questo guardiamo con favore a quanto sta facendo il governo con il ministro Lanzillotta. Da tempo diciamo "basta" alle tante società a capitale pubblico che, senza concorrenza, e con affidamenti in house, sottraggono mercato ai privati usando denaro pubblico e fornendo servizi costosi e non sempre efficienti ai consumatori e alle imprese. Ritengo poi che la piaga della criminalità vada combattuta con concreti comportamenti, attraverso il controllo del territorio, creando le condizioni per un maggiore sviluppo economico, riqualificando le aree degradate, e debellando la "malaburocrazia", perché se la macchina amministrativa non funziona, il confine tra pubblica amministrazione inefficiente e criminalità allora diventa labile.
Qual è l'atteggiamento degli imprenditori rispetto alla notizia di nuove risorse destinate al Sud?
Nei prossimi anni le ingenti risorse a disposizione del Mezzogiorno, circa 100 miliardi di euro tra fondi europei e nazionali, dovranno servire a costruire un ambiente economico favorevole all'attrazione degli investimenti. Si pone, naturalmente, un problema di qualità ed efficacia della spesa, perché i precedenti cicli di programmazione, come quello che si è appena concluso, non hanno purtroppo fatto segnare miglioramenti sensibili nei gap strutturali del Sud.
Ma che cosa chiedono preliminarmente gli imprenditori?
Gli imprenditori chiedono che vengano create e rafforzate le condizioni per tornare a investire al Sud senza ricorrere a sostegni assistenziali o ad aiuti intermediati dalla politica. Se le riforme auspicate e gli investimenti attesi si realizzeranno in tempi brevi, l'obiettivo di rilanciare la crescita del Sud è a portata di mano.
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