ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO 2007
 


confindustria BENEVENTO - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

Per puntare allo sviluppo
la parola d’ordine È innovazione

Investire nella ricerca significa rafforzare
la competitività del sistema produttivo beneventano

Francesca ZAMPARELLI

 Lo sviluppo del Sannio riparte proprio dalla ricerca e dall'innovazione.
È con questo imperativo che il leader degli Industriali di Confindustria Benevento ha avviato i lavori di un importante momento di confronto tra Istituzioni, Università ed Imprese.
Puntare su Ricerca e Innovazione significa rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo, ma soprattutto - ha affermato Rummo «bisogna abbandonare l'idea di essere condannati a svolgere un ruolo marginale nei mercati più dinamici e a dover resistere passivamente alla concorrenza dei paesi emergenti». «Soltanto mettendo a sistema - ha continuato il Presidente - tutte le opportunità esistenti a livello comunitario, nazionale e regionale, riusciremo a cambiare il nostro futuro e le sorti del territorio di appartenenza».
Hanno relazionato: Fabrizio Cobis, dirigente del settore incentivazioni del MIUR, e Giuseppe Russo, per la Regione Campania, il Vice Presidente di Confindustria Campania con delega alla ricerca e innovazione, Francesco De Longis, e Cosimo Rummo.
 Ha fatto seguito una tavola rotonda “La Ricerca e l'innovazione per il sistema Sannio” alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il Rettore dell'Università degli Studi del Sannio, Filippo Bencardino, il Presidente della CCIAA di Benevento, Gennaro Masiello, il Presidente del Parco Scientifico e Tecnologico, Floriano Panza, e il Vice Presidente della Confindustria Sannita, Giuseppe D'Avino.
A moderare il dibattito era presente Alfonso Ruffo direttore de “Il Denaro”.
Dall'intervento di Rummo risulta evidente che uno dei risultati più fermi dell'analisi economica è il nesso che corre tra gli investimenti in ricerca ed innovazione di un'economia e la sua capacità di accrescere il livello di benessere nel tempo. Non è un caso, dunque, se il nostro Pese arretra sempre più nelle classifiche internazionali della competitività ed il suo ritmo di sviluppo si è ridotto negli ultimi due decenni. Come emerge da una recente indagine di Confindustria, l'Italia spende in Ricerca e Sviluppo una cifra pari allo 0,8% del suo Prodotto interno lordo, che è uno dei valori “più bassi” tra le economie avanzate.
È basso sia l'investimento pubblico, che quello privato.
La scarsa spesa della componente privata dipende essenzialmente da due fattori: la specializzazione settoriale e la struttura dimensionale. Le piccole imprese nei settori tradizionali investono poco in ricerca in Italia come nel resto del mondo, ma in Italia rappresentano una quota molto maggiore rispetto agli altri Paesi avanzati; ed in provincia di Benevento, le piccole e medie imprese rappresentano circa il 95% del tessuto imprenditoriale. Dai dati della Commissione Europea emerge chiaramente che le imprese medio-grandi spendono quanto le loro concorrenti europee. Questi dati confermano che la vera priorità non è aumentare la propensione in ricerca delle imprese medio-grandi, bensì di aiutare il nostro sistema ad evolvere verso dimensioni maggiori.
 Secondo Rummo: «Nelle aziende, oggi bisogna puntare ad un sistema sempre più snello e più evoluto, la cosiddetta tecnica del miglioramento continuo. Dobbiamo introdurre un sistema incentrato sul controllo e sulla meritocrazia che risultano fondamentali per garantire crescita e sviluppo. Molto spesso accade che tutte le buone prassi che vengono applicate al sistema privato sono compromesse dallo scarso funzionamento del sistema pubblico. Tuttavia, nonostante le tante difficoltà, registriamo anche notizie positive sul nostro territorio. Infatti, due aziende associate -la T@T Group snc, società specializzata nelle telecomunicazioni ed il Centro di Ricerca Tecnobios - hanno intrapreso, grazie ad un decreto del MIUR del 14.11.2006, una ricerca finalizzata allo “studio, sperimentazione e sviluppo nel campo della Tecnologia WI-FI relativamente anche agli eventuali effetti biologici derivanti dall'inquinamento elettromagnetico”. Ed inoltre, a farci ben sperare c'è il disegno di legge Bersani che prevede meccanismi di sostegno, anche a carattere automatico, per incentivare e sostenere la ricerca, la riduzione dei costi d'impresa, la promozione di investimenti e la crescita dimensionale. A livello regionale è stato approvato il Paser (Piano strategico per lo sviluppo economico regionale) che, tra le cinque linee d'intervento, prevede lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione. Ed, infine, l'Assessore Armato con il suo staff ha elaborato un documento “Saperi e Innovazione- Tracce per una strategia di crescita competitiva 2007-2013” che individua una serie di attività da porre in essere per intensificare relazioni tra i Centri di ricerca, le Università e le imprese».
L'ultima riflessione del presidente Rummo, prima di avviarsi alla conclusione dei lavori, è stata incentrata sulla necessità di maggiori sinergie tra Imprese, Università, Centri di Ricerca e Parco scientifico e Tecnologico, indispensabili per affrontare la concorrenza, innovare i prodotti, investire in ricerca e in nuove capacità produttive.
Per Fabrizio Cobis - Dirigente Settore Incentivazione MIUR - «la ricerca e l'innovazione sono importanti per garantire la crescita e la capacità competitiva di un Paese, ma il cuore del problema non è quello di incrementare la spesa in ricerca, piuttosto quello di realizzare un sistema che consenta alla ricerca di svolgere il ruolo effettivo di volano e di motore dello sviluppo. È vero che spendiamo ancora poco in ricerca ma l'elemento più importante non è solo quello di implementare la spesa, bensì di lavorare in maniera congiunta e coordinata.
Per consentire a un territorio di poter crescere e di essere competitivo, occorre che non solo si abbracci l'idea che la ricerca e l'innovazione sono le chiavi di volta, ma che tutti i soggetti pubblici e privati, istituzionali e non, collaborino in un disegno condiviso. Il MIUR è in linea con questo tipo di disegno, sia dal punto di vista degli strumenti operativi, sia degli strumenti di incentivazione. Non è sufficiente che le imprese e le Università collaborino: occorre che le Amministrazioni, centrali e locali, cooperino da questo punto di vista. Ad esempio, uno degli interventi che più hanno caratterizzato l'attività del Ministero in questi ultimi anni è stato quello di concordare con le singole regioni italiane la realizzazione e il potenziamento, sui vari territori, dei cosiddetti "Distretti ad alta Tecnologia".
Siamo convinti che ogni regione abbia delle forte vocazioni che devono essere potenziate e valorizzate mettendo assieme tutti i soggetti che su quell'ambito tecnologico operano. Oggi i processi di innovazione non vanno più avanti in maniera lineare, per cui si parte necessariamente dalla ricerca di base, si passa per la ricerca industriale e si arriva al prodotto. Le più accreditate teorie prevedono che il processo di innovazione è circolare, dove gli attori ed i settori si muovono in parallelo, circolando tra loro, superando vecchie logiche che per troppo tempo hanno recato danno al nostro sistema.»
 Molto interessante è stato l'intervento di Giuseppe Russo che ha sottolineato il momento di particolare importanza che stiamo vivendo per via della definizione della Programmazione 2007-2013.
«Un momento importante di confronto anche perché è avvenuta l'unificazione dei fondi FAS e dei fondi POR; il che significa una massa d'impatto notevolissima per le Regioni meridionali. È, probabilmente, l'ultima grande opportunità di sviluppo che hanno le nostre regioni. L'unificazione dei fondi ci permette di evitare, anche, quell'effetto “tira e strappa” causato dal fatto che parte dei fondi veniva programmata con una cadenza settennale, mentre l'altra parte era legata ad interventi momentanei dovuti alle erogazioni che periodicamente faceva il Governo e che poi venivano regolate in ambito di accordi di programma. Nella prossima Agenda i fondi stanziati per la ricerca e innovazione aumenteranno sostanzialmente. È un volume di investimenti che non ha pari in nessuna altra Regione italiana (ma non ha neanche pari a livello nazionale): penso che la Campania da sola investa, forse anche più di quanto investa il Governo centrale in termini totali.
 Certo, è una "scelta" che è stata fatta in modo chiaro dal Governo regionale per riqualificare il Sistema produttivo: e cioè, la volontà precisa, è quella di riuscire a trasformare il nostro Sistema produttivo.
Un esempio tipico di questo processo sta avvenendo, proprio adesso, sul territorio beneventano: mi riferisco alla chiusura della presentazione dei progetti relativi al meta-distretto digitale dell'ICT che, appunto, riguarda anche la creazione di un acceleratore nell'area di San Giorgio del Sannio.
Noi abbiamo un caso di Distretto tecnologico in Campania (forse l'unico che funziona nel meridione) ed è un modello che vorremmo ripetere, indipendentemente dall'aiuto ministeriale. Il modello che stiamo cercando d'implementare in Regione Campania per lo sviluppo del rapporto Impresa-Università-Centri di Ricerca per le azioni di trasferimento tecnologico, è proprio quello della "distrettualizzazione", ed il primo caso di distrettualizzaizone che stiamo attuando, autonomamente, è quello del Distretto dell'ICT. Questo è un fenomeno che ci dovrebbe permettere, nell'arco dei prossimi sette anni, di operare anche in altri settori quali: trasporti, aerospaziale, biotecnologie e agro-alimentare.
Quale è il disegno? In realtà nel Documento strategico regionale ci siamo posti degli obiettivi: l'azione che era stata fatta nella precedente legislatura è stata eccezionale dal punto di vista di sistematizzazione dell'offerta di ricerca. L'esempio l'abbiamo avuto del recentissimo bando PON per la realizzazione dei centri di competenza interregionali, rispetto ai quali, la Campania si è trovata con un vantaggio mostruoso rispetto alle altre Regioni, che non avevano nessun sistema di organizzazione. Questo ci ha permesso di avere un discreto livello di controllo in tutti e sei i settori strategici indicati dal Ministero, quindi abbiamo una presenza forte in ciascuna delle strutture consortili che si andranno a creare.
Questo processo di aggregazione nell'offerta dovrà, per forza, interfacciarsi con il sistema della domanda. Lo sforzo di questa legislatura, va proprio in tal senso: riuscire, cioè, a creare quei presupposti culturali, strutturali, economici, tali da creare l'humus nei territori di domanda per i processi d'innovazione.
 A volte la specializzazione, la qualificazione settoriale, la capacità di portare valore aggiunto in settori specifici con una particolare - come dire - azione di sviluppo in nicchie, può essere più incisiva rispetto ad una crescita dimensionale. Le nostre aziende tendono a preferire la crescita dimensionale, e, ad un certo punto, perdono il controllo perché non sono abbastanza organizzate all'interno. È un problema di far crescere la cultura dell'innovazione dei sistemi imprenditoriali: senza cultura dell'innovazione, è improbabile che il nostro territorio riesca ad avere quel necessario sviluppo per riconnettersi alle regioni che sono al nostro Nord. Se tutti faranno il proprio dovere: l'Università avvicinandosi all'impresa; l'impresa sviluppando una cultura dell'innovazione e una cultura organizzativa, gli Enti pubblici mettendo a sistema tutto questo; credo che abbiamo tutti i requisiti e le caratteristiche per creare un Sistema imprenditoriale moderno, che abbia valore aggiunto.
Il problema è che ormai la catena del valore si è spostata di molto. Prima il valore aggiunto era sui processi finali, cioè quelli distributivi, adesso, è molto più a monte, nelle attività di progettazione, di analisi, di innovazione e di sviluppo. Se riusciamo a fare questo trasferimento, avremo - domani - delle imprese di successo. Questo è quello che l'Assessorato si sta proponendo di fare, queste sono le linee che noi stiamo portando avanti».

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Gennaio - 2.781 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it