Nicolais: «Microsoft investirà nel Mezzogiorno»
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«Dagli imprenditori
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Nicolais: «Microsoft investirÀ nel Mezzogiorno»
di Bruno BISOGNI
L'annuncio del Ministro della Funzione pubblica
e Innovazione, nel corso del convegno promosso
a Palazzo Partanna
Il Sud fornisce
al Paese circa
il 30% degli
addetti del settore ICT, ma meno del 10% è impiegato nell’area
di origine
Al Sud servono
una cabina di regia,
più alti tassi
di innovazione
e una filiera
che comprenda
più regioni
meridionali
Gruppi di ricerca Microsoft si insedieranno nel Sud Italia, probabilmente in Campania, per dare nuovo impulso alla presenza della multinazionale in Italia e nel continente europeo. Ad annunciarlo è stato Luigi Nicolais, Ministro della Funzione pubblica e dell'Innovazione, nel corso del convegno "Ict: una nuova strategia di crescita delle Pmi nel Mezzogiorno", svoltosi lunedì 15 gennaio all'Unione Industriali di Napoli. Nicolais ha fornito così una prima immediata risposta positiva alla richiesta fatta pochi minuti prima dal Vice Presidente dell'Unione Industriali all'Innovazione e Ricerca, Pietro Altieri. Altieri aveva messo in evidenza che l'Italia, come tutti gli altri paesi altamente industrializzati, non può prescindere da una forte presenza del comparto del software «con migliaia di addetti dedicati sia ai processi di innovazione che alla realizzazione di prodotti avanzati da portare sui mercati internazionali». Per imprimere una svolta virtuosa a un settore in cui ancora manca nel nostro paese una politica che metta a comune denominatore esigenze delle multinazionali, delle aziende nazionali di spicco e delle pmi, bisogna creare centri di eccellenza, in grado di rispondere alla domanda interna ma anche di esportare tecnologia. «In questo scenario - ha sottolineato Altieri - il Mezzogiorno può avere un ruolo determinante, perché il capitale umano necessario per questi centri si trova qui al Sud». Il Mezzogiorno fornisce al paese circa il 30% degli addetti del settore Ict, ma meno del 10% è impiegato nell'area di origine. I giovani meridionali preparati nel settore continuano a crescere, la percentuale è destinata a elevarsi ulteriormente grazie anche alla presenza di un sistema universitario di alto livello. Su queste basi sono già nate sul territorio autentiche gemme, come il megadistretto Ict di San Giorgio del Sannio che, come ha ricordato al convegno l'Assessore regionale all'Università e alla Ricerca scientifica Teresa Armato, funzionerà "da acceleratore di imprese" e che ha richiesto investimenti per 70 milioni di euro cui vanno aggiunti altri 48 stanziati per interventi di ricerca. Il Sud deve proporsi - ha rimarcato Altieri - «di esportare software e servizi anziché addetti», ma ha le carte in regola per farlo. Fin da ora, come ha ricordato nel suo intervento introduttivo il Presidente dell'Unione Industriali, Giovanni Lettieri, una realtà come Napoli «è al quarto posto nella classifica delle province italiane per numero di addetti nel comparto». Si tratta di valorizzare potenzialità che rendono il capoluogo regionale, la Campania e l'intero Mezzogiorno già competitivo rispetto ad altri paesi europei e asiatici. Lo attesta l'interesse che, al di là di Microsoft, stanno mostrando in questi ultimi tempi realtà come Accenture, Ibm, Ericsson, Fiat, Finmeccanica, Poste Italiane. Il potenziamento dei centri di competenza attuato al Sud da queste realtà deve essere accompagnato - ha sottolineato Altieri - da un politica complessiva in cui enti locali, Regioni e Governo sviluppino forte sinergie. Le risorse finanziarie disponibili sono relativamente limitate e vanno dunque concentrate "su pochi progetti strategici", come ad esempio il Progetto Galileo. La stessa formazione professionale - ha dichiarato Altieri - deve maggiormente adeguarsi alle esigenze delle imprese. Bisogna tuttavia superare alcuni ostacoli, comprese alcune resistenze culturali. Nel Sud in particolare - ha spiegato Alberto Tripi, Presidente di Confindustria Servizi innovativi e tecnologici - si è restii a vedere l'Ict, quale invece è: un fattore fondamentale per la competitività di un Paese. Ma, accanto le componenti psicologiche, contano naturalmente quelle strutturali. Per Massimo Lo Cicero, docente di Economia all'Università di Tor Vergata, il Sud può puntare decisamente a diventare altamente competitivo nel settore delle telecomunicazioni. Servono una cabina di regia, più alti tassi di innovazione e la realizzazione di una filiera che comprenda più regioni meridionali". Solo in tal modo si potrà addivenire alla formazione di quella "massa critica", la cui mancanza, secondo l'Amministratore delegato di Net Consulting spa, Giancarlo Capitani, è probabilmente il maggiore punto debole dell'Ict meridionale.
La promozione del convegno sull'Ict, da parte dell'Unione Industriali di Napoli, è finalizzata proprio a contribuire a una maggiore sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle sorti e le prospettive di un comparto che può dare molto all'avvenire del Mezzogiorno e soprattutto delle sue giovani generazioni. Il convegno, in tal senso, non rappresenta un episodio. È un appuntamento che si è infatti riproposto a distanza di un anno, con l'intento di assicurare un monitoraggio periodico all'andamento del comparto delle telecomunicazioni e dell'informatica nel napoletano e nell'intero Meridione.
Nel corso del convegno, al quale sono intervenuti numerosi altri illustri relatori e che ha avuto un notevole successo di pubblico e di attenzione da parte dei principali organi di informazione, è stato pubblicizzato il quaderno numero 4 del Centro Studi dell'Unione Industriali di Napoli. "Ict e crescita del Mezzogiorno: un nuovo modello di sviluppo" è il titolo della pubblicazione della collana diretta dal Consigliere incaricato al Centro Studi dell'Associazione imprenditoriale, Diego Guida. |