A cura dell’Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica-ONLUS
Wellness:
la cultura dello “stare bene”
Nella rincorsa al salutismo, anche gli italiani rischiano di diventare ortoressici Da un'indagine della Datamonitor, su di un campione rappresentativo di 7 Paesi compresa l'Italia, si è rilevato che gli europei che tentano una qualche forma di "dieta" sono spendaccioni e inconcludenti ed appena 1 su 100 riesce a portarla a termine con successo. Chi è responsabile? Secondo lo studio, una grossa responsabilità l'avrebbero le industrie di prodotti dietetici rei di alimentare false speranze nei consumatori, ma che, nonostante tutto, fanno affari d'oro. Infatti, in Europa sono oltre 100 i miliardi di euro spesi annualmente per l'acquisto di questi prodotti, di cui oltre 14 sono appannaggio degli italiani. La radice del problema, sottolineano gli esperti, è nel messaggio che le industrie "non mandano" ai consumatori. Le aziende dovrebbero spiegare che per dimagrire non è sufficiente affidarsi a prodotti di basso contenuto calorico per un paio di mesi, ma è necessario un cambiamento radicale dello stile di vita e che la dieta, da sola, non è una soluzione a lungo termine al sovrappeso. Anche i consumatori hanno però le loro colpe. Infatti, il numero di quanti riescono a perdere peso e conservano il risultato ottenuto è terribilmente basso. Fallita la strada della "dieta", in molti cominciano a sperimentare strade alternative. Ed ecco allora che entrano in scena pillole dimagranti e prodotti antifame magari importati clandestinamente da paesi dove possono circolare. Procurarsele è semplice, a volte non serve neanche la ricetta, anche se ve ne sono di pericolose per la salute. Altro discorso sono gli integratori dimagranti dalla efficacia estremamente scarsa. Per conquistare il cliente, spesso nella pubblicità viene aggiunta la dicitura "venduto in farmacia", quando invece è facile trovarli anche negli scaffali delle erboristerie. Chi deve perdere peso accetti di mangiare un po' di meno, cambi stile di vita, faccia attività fisica. Il raggiungimento del benessere psico-fisico attraverso un’attività fisica regolare, una giusta alimentazione e un approccio mentale positivo costituisce oggi una vera dottrina, il wellness. Secondo le statistiche, nel nostro Paese ci sono oltre 17 milioni di persone che praticano sport più o meno saltuariamente e altri 8 milioni sono frequentatori fissi delle 12500 palestre, 5000 piscine e 150000 impianti sportivi pubblici. Senza contare che attività sportive sono praticabili anche all'interno di circoli di tennis, golf club e alberghi. Operatori del settore assicurano che siamo solo agli inizi, poiché, affermano, si è sempre più consapevoli che il "vivere bene" attraverso il giusto mix di attività fisica e alimentazione equilibrata contribuisce a prevenire le patologie, favorendo l'abbassamento della spesa sanitaria, l'incremento della produttività e il raggiungimento del benessere. Anche le aziende si sono convertite a questo nuovo stile di vita promuovendo per i propri dipendenti "vie del benessere" restando in ufficio. L'ultima "moda" arrivata dagli Usa è la palestra aziendale, arricchita da saune, bagni turchi e spazi ricreativi. In quel paese più dell'81% delle aziende con almeno 50 dipendenti hanno adottato programmi per il miglioramento della salute. In questa rincorsa al salutismo, si inserisce l'ortoressia, ultima arrivata dei disturbi dell'alimentazione. Di questa nuova patologia parla lo studioso americano Steve Bratman, il quale dichiara: «tutti sanno che il mangiare sano fa bene, ma un sorprendente numero di persone ha cominciato a farlo in modo ossessivo. Ed è qui che comincia la malattia». Gli ortoressici focalizzano la propria attenzione maniacale sulla qualità del cibo che mangiano. Avitaminosi, osteoporosi, sono alcune delle malattie provocate dalla eliminazione drastica di elementi nutrizionali fondamentali all'organismo.
Sembra che una delle cause scatenanti di questo comportamento sia da attribuire proprio ad alcune diete “sballate”.
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