ICT
e internazionalizzazione
Roberto TRIOLA
Ufficio Studi Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici
triola@confindustriasi.it
Opportunità e mercati
per il settore hi-tech italiano
Secondo l’Ocse, anche nel 2006 il mercato ICT mondiale è cresciuto
del 6% circa
La prima (buona) notizia dell'anno è stata portata dal vento dell'Est. Come programmato nell'ambito del processo di allargamento, dal primo gennaio Romania e Bulgaria fanno parte dell'UE.
Solo apparentemente la notizia è poco rilevante, perché, a ben vedere, nel settore ICT, i Paesi nuovi entranti dell'Unione Europea (i Paesi Baltici come Estonia, Lettonia, Lituania, ma anche Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia e Ungheria) hanno registrato, in questi ultimi anni, performance di crescita da fare invidia alle più famose economie emergenti.
Certo, il maggiore impulso allo sviluppo del mercato ICT mondiale è provenuto in questi anni dai Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che, oltre ad assumere un ruolo crescente come produttori di ICT (sia a livello di apparati sia di servizi), stanno diventando importanti consumatori e utilizzatori di tecnologie, soprattutto grazie alla loro elevata popolazione, il cui reddito medio è in continua crescita.
Com'era accaduto già nel 2004 e nel 2005, anche nel 2006, secondo i dati di preconsuntivo dell'OCSE, il mercato ICT mondiale dovrebbe essere cresciuto intorno al 6%. E il contributo dei Paesi Brics dovrebbe essere stato determinante. Non a caso in questi paesi la crescita media annua della spesa ICT nel periodo 2001-2005 ha oscillato tra il 20% circa del Brasile e il 30% circa dell'India, con la Cina intorno al 23% e Russia e Sudafrica al 25% circa.
Basti pensare, ad esempio, che alla fine del 2005 la Cina aveva circa 64 milioni di utenti broadband, e nonostante questo il mercato mantiene tassi di crescita elevatissimi considerando che la penetrazione è ancora bassa (intorno al 5% della popolazione).
Con riferimento alla telefonia mobile, inoltre, il Brasile ha superato la soglia dei 100 milioni di utenti, mentre la Russia, con oltre 125 milioni di utenti, ha avuto un incremento dei ricavi da servizi di telefonia mobile superiore al 30%, con un valore complessivo di oltre 10 miliardi di dollari. Ed è ancora in Cina che si rilevano i tassi di crescita più interessanti: gli utenti mobili sono aumentati nel 2005 di circa 50 milioni, portando il numero complessivo a oltre 390 milioni, con un tasso di penetrazione intorno al 30% della popolazione. Restano elevate le attese del mercato nei confronti di questo Paese, soprattutto se si considera che l'ARPU degli utenti mobili in Cina è ancora tra i più bassi: circa 10 dollari al mese. Anche la crescita del comparto dell'informatica è in parte trainato dall'aumento massiccio di utilizzatori nei Paesi emergenti. Se si guarda al dato delle vendite di PC nel mondo nel 2005, si scopre che ne sono stati venduti 203 milioni, di cui il 10% nella sola Cina
Per quanto riguarda l'India, nel periodo 2005/2006 l'industria IT è cresciuta del 28% circa, rappresentando con oltre 36 miliardi di dollari il 4,8% del PIL, a testimonianza della sua crescente importanza nello scenario economico complessivo del Paese. Il maggiore stimolo allo sviluppo dell'industria IT proviene tuttora dalle esportazioni soprattutto nell'ambito dei servizi, il cui valore è pari a circa 2/3 della produzione totale.
Dal canto suo la Cina, già a partire dal 2004, ha ampiamente superato gli Stati Uniti e l'Europa a 15 (entrambi bloccati sotto la soglia dei 150 mld di dollari) nel valore delle esportazioni di beni ICT.
Questa nuova ondata di globalizzazione del settore ICT è guidata dagli investimenti diretti esteri (21 miliardi di dollari nel solo 2005 sono affluiti in Cina per attività legate al settore hi-tech). E la maggior componente degli IDE è rappresentata dai processi di fusione e acquisizione che stanno interessando in particolar modo il settore ICT, il cui valore è aumentato del 47% nel 2005, fino a rappresentare oltre il 20% del valore di tutte le fusioni e acquisizioni avvenute nell'economia mondiale.
I Paesi BRICS offrono dunque grandi opportunità di business, al punto che proprio nel mese di febbraio una consistente delegazione di imprese del settore ICT guidata da Alberto Tripi, Presidente della neonata Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, www.confindustriasi.it, la federazione imprenditoriale che riunisce il settore ICT e i settori del terziario avanzato, sarà presente a Bangalore in India. Guardando ai Paesi più vicini all’Italia, da un'analisi condotta da AItech-Assinform sulle aziende di IT è emerso come l'area geografica preferita per iniziare le attività di internazionalizzazione sia l'Europa dell'Est.
Anche i Paesi nuovi entranti della UE sono diventati negli ultimi anni molto appealing per il settore ICT. Lo dimostrano i dati OCSE secondo i quali, nel periodo 1996-2004, i tassi di crescita media annua delle esportazioni di beni ICT dei paesi dell'ex blocco comunista variano dal 23% della Polonia al 50% dell'Ungheria, passando per il 34% della Repubblica Ceca e il 41% della Slovacchia. E i dati di preconsuntivo 2006 dell'EITO sui tassi di crescita del settore ICT nell'Europa dell'Est vedono in testa la Romania con un +10,4%, seguita dalla Lituania con un +9,2% e da Slovacchia e Polonia rispettivamente con un +7,6% e un +7,5%. Per il 2007 le previsioni vedono crescere soprattutto la Bulgaria che nel comparto IT registrerà un +10,9%, parzialmente in ritardo rispetto agli altri competitor della regione.
Le PMI italiane del settore ICT possono quindi guardare con molta fiducia a questi nuovi mercati dell'est europeo, i cui tassi di crescita sono elevati, la capacità competitiva ancora bassa, il diritto societario di matrice europea, i costi di ingresso per creare nuove imprese bassi, così come quelli di investimento e quelli per una manodopera qualificata. In più ci sono agevolazioni europee, come quelle nell'ambito del 7° Programma Quadro di Ricerca, le agevolazioni nazionali, oltre ai finanziamenti dei maggiori gruppi bancari italiani, già molto presenti in alcuni dei Paesi nuovi entranti. Si tratta di un Est molto più reale che virtuale, che può dare alle nostre PMI del settore ICT l'opportunità di trovare nuovi mercati, di crescere attraverso attività profittevoli di internazionalizzazione, di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, servizi e applicazioni, in grado di farle rimanere competitive nonostante le minacce della globalizzazione.
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