Da Marshall a Bersani
L’impegno
dei costruttori
salernitani nel 2007
Alla Glaverbel
sicuri si diventa
Da Marshall a Bersani
Il futuro dei distretti produttivi è meglio che non passi per l’ente Regione Campania
Antonio SQUILLANTE
Componente Consiglio Direttivo G.I. Confindustria Salerno
antonio.squillante@progettoarcadia.com
Dal momento in cui Alfred Marshall ha coniato il termine "distretto industriale" a quando il Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ha previsto, nel Disegno di Legge "Industria 2015", la creazione della nuova figura giuridica delle "reti d'imprese", è trascorso ormai più di un secolo. Il fatto che, dopo più di cento anni, l'entità socio-economica costituita da un insieme di Imprese facenti parte di uno stesso settore produttivo, localizzato in un'area circoscritta, attiri ancora l'attenzione degli economisti e di coloro che hanno la responsabilità di Governare il Paese, è la chiara testimonianza che la strada per garantire lo sviluppo dell'Italia passa ancora per i Distretti Produttivi. Purtroppo, come sempre, ed in particolare nel Mezzogiorno, questa certezza si è infranta sugli "scogli" della inadeguatezza della politica che non ha saputo "cavalcare" in maniera decisa la capacità delle Imprese di creare ricchezza per il territorio. Un barlume di luce, teso a valorizzare i Distretti Produttivi, è stato introdotto con la scorsa finanziaria, quella per il 2006. Le novità proposte dalla Legge riguardavano alcune particolari disposizioni di tipo fiscale, amministrativo, finanziario ed in materia di ricerca e sviluppo. La norma, avendo individuato, nei sistemi distrettuali delle entità autonome, calava su queste aree delle azioni tese ad agevolare lo sviluppo delle Imprese, arrivando addirittura a considerare gli stessi Distretti come soggetti passivi d'imposta. Un intervento spettacolare, forse fin troppo ambizioso per i ritmi della politica e della burocrazia Italiana. Non a caso, ecco che prima della fine dell'anno, il nuovo Governo ha rimescolato ancora una volta le carte. Ed ora quale sarà il futuro delle Reti d'Impresa o Distretti Produttivi che dir si voglia? A questa domanda noi Giovani Imprenditori rispondiamo con alcune proposte che pongono le loro fondamenta sugli errori del passato. In particolare, chiediamo alla classe Politica che deve disegnare la strategia futura dei Distretti Produttivi, prima di tutto, di non cambiare continuamente le regole e, in secondo luogo, di affidare la gestione di questi strumenti a uomini che effettivamente abbiano già dimostrato di saper Governare con successo i processi di sviluppo territoriale. Questo significa che, almeno in Campania, il protagonista della nuova Politica dei Distretti Produttivi non potrà essere certamente la Regione. Come ultima proposta, suggeriamo di proseguire sul concetto di Distretto Produttivo come entità autonoma allo scopo di far confluire su di esso strumenti di sviluppo territoriale che, in maniera automatica e con regole certe, come potrebbe essere ad esempio la costituzione di zone franche, possano permettere alle Imprese di crescere slegate dai pesanti lacci della politica e della burocrazia.
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