Emergenza rifiuti:
le proposte degli imprenditori alle istituzioni
Gli industriali convengono sulla necessità di una giusta informazione, di una "spinta" sulla differenziata
e sull'importanza dei termovalorizzatori Filomena LABRUNA
Risolvere l'emergenza rifiuti è diventato un imperativo cui nessun amministratore pubblico potrà più sottrarsi. È in gioco l'immagine di una provincia, di una regione, di un territorio oggi vergognosamente "marchiato". Ma è soprattutto in gioco il riscatto della dignità sociale che un organismo chiamato alla funzione pubblica deve garantire alle persone. Su questo problema le istituzioni rischiano di perdere ogni residua credibilità. La Confindustria Campania ha voluto fornire qualche nuovo spunto che potrebbe essere l'inizio di un viatico da perseguire con tenacia e volontà, per evitare che i territori continuino ad essere sommersi dall'immondizia. Del resto, qualsiasi cosa una pubblica istituzione di positivo possa pensare o fare, nessun valore sarebbe ad essa attribuito in presenza di quella che, non a caso, è definita un'emergenza di natura primaria.
Non si può parlare di sviluppo, di crescita industriale, di aumentare la competitività delle aree territoriali, se l'immagine della città rimane tanto disgustosa agli occhi dei cittadini, dei turisti, e di potenziali investitori. Ha ragione il presidente Montezemolo quando dice che il risultato di un'azienda non è attribuibile ai singoli azionisti, o ai manager, o alle maestranze, ma alla squadra interamente considerata. E nella squadra, nel caso Campania, gioca in maniera determinante la condizione ambientale, che non è soltanto lotta alla criminalità, ma è il ripristino dei requisiti civili in fatto di contesti urbani. È quindi chiamato in causa il ruolo dello stakeholder pubblico per le finalità sue proprie nei confronti anche delle strutture produttive. Ad Avellino, ospiti del presidente Silvio Sarno, Cristiana Coppola presidente di Confindustria Campania, gli onorevoli Paolo Russo e Donato Piglionica, rispettivamente presidente e segretario della commissione d'inchiesta sull'emergenza rifiuti, il presidente dell'Unione Industriali di Napoli Giovanni Lettieri, di Benevento Cosimo Rummo, di Salerno Andrea Prete e di Caserta Carlo Cicala e il presidente del Gruppo Giovani della Campania Carmen Verderosa. Rappresentava la struttura commissariale per l'emergenza rifiuti il sub-commissario vicario Carlo Alfieri. Dalla discussione emerge una comune considerazione sull'inadeguatezza del ciclo di smaltimento dei rifiuti così come è attualmente realizzato. Un ciclo che resterebbe “zoppo”, laddove si continuasse a finalizzare la pulizia delle strade con la semplice raccolta e l'ammucchiamento indistinto di balle nei siti, che di "eco" hanno ancora troppo poco, considerata la pressoché totale inesistenza di raccolta differenziata. Il nodo, convengono gli industriali, resta quindi una giusta informazione, la spinta sulla raccolta differenziata e, naturalmente, i termovalorizzatori. Questi ultimi sui quali è caduta una mole indicibile di presunte stigmatizzazioni a sfondo ecologico, sono stati fortemente avversati dalle popolazioni indigene, che sul problema hanno recepito gli effetti di una disinformazione pressoché totale. In tal senso, considerata la persistenza del problema, e per disboscare la foresta della cattiva informazione, un autorevole membro di Confindustria, al quale non fa difetto la saggezza, Enzo Giustino, ha dichiarato che per tranquillizzare le popolazioni su questo intervento, definito alla stregua di “una grande lavatrice pubblica”, si può nominare un comitato di garanti di livello internazionale di alto valore scientifico. Sulla realizzazione dei termovalorizzatori il presidente di Confindustria Avellino, Silvio Sarno, evidenzia un altro importante aspetto della questione. «Gli imprenditori sono pronti a fare la propria parte - afferma Sarno - in logica di impegno comune con le istituzioni, se il bando di gara che verrà espletato rispetterà i criteri del rigore e della trasparenza. La Regione ha fatto grossi errori. Solo un'assunzione di responsabilità porta al recupero dell'immagine del territorio». E il deputato Paolo Russo dichiara: «Dopo anni di fallimenti bisogna essere vigili. La camorra rimane uno dei pericoli più incombenti».
Rileva interesse la proposta di Andrea Prete e Giovanni Lettieri sulle dimensioni dei termovalorizzatori che potrebbero essere realizzati nell'ambito di ogni singola provincia. Donato Piglionica afferma: «Il problema dei rifiuti può essere risolto solo con un impegno comune. Occorrono proposte di qualità che tutelino l'ambiente e generino opportunità di lavoro». Se dopo la riconosciuta drammaticità della situazione, dopo gli atti di tanti convegni, dopo gli impegni di politici ed imprenditori per un effettivo write-off dell'emergenza, tutto dovesse restare così come oggi, con un mare di rifiuti per le strade, con i bidoni debordanti di maleodorante immondizia, e con la gente che senza più volontà accetta che la propria città assomigli sempre più ad un bidonville, bene, tutto questo non potrebbe che sancire l'effettivo fallimento di una regione e l'impotenza delle istituzioni a creare condizioni di sviluppo e di civiltà.
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