di Raffaella VENERANDO Incentivi alle imprese:
passa la nuova legge regionale
Il provvedimento potrebbe imprimere
una forte spinta agli investimenti
Lo scorso 30 ottobre il Consiglio Regionale della Campania ha approvato la Legge in materia di incentivi alle imprese per l'attuazione del Piano d'Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (Paser). Con l'approvazione di questo provvedimento si mette ordine nel caos delle varie forme di strumenti di agevolazione per le imprese, il cui numero subisce una diminuzione notevole. Da 43 a soli 4 incentivi, questa l'entità del cambiamento.
Più precisamente, a disposizione delle aziende ci saranno:
-il contratto di programma regionale, teso ad attuare politiche di sviluppo locale mediante iniziative produttive di realizzazione nuovi impianti, ampliamenti, ammodernamenti, ristrutturazioni, riconversioni, riattivazioni, trasferimenti di impianti produttivi esistenti, nonché interventi complessi;
- il credito d'imposta regionale per nuovi investimenti produttivi, consistenti nell'acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di beni strumentali nuovi, materiali e immateriali e credito d'imposta per l'incremento dell'occupazione, diretto a favorire l'incremento dell'occupazione stabile e la creazione di nuove opportunità di inserimento duraturo nel mondo del lavoro;
- gli incentivi per l'innovazione e lo sviluppo, finalizzati a promuovere progetti orientati al rafforzamento dei processi produttivi, distributivi e organizzativi di impresa, all'internazionalizzazione, all'incremento della dimensione d'impresa e della competitività sui mercati nazionali e internazionali, tramite la realizzazione di interventi di carattere strutturale in investimenti produttivi, in formazione del capitale umano, in ricerca e sviluppo tecnologico;
- gli incentivi per il consolidamento delle passività a breve, al fine di favorire un miglioramento della struttura patrimoniale delle imprese e a facilitare l'accesso al credito bancario.
Del monitoraggio e della valutazione degli interventi è la stessa Regione a farsene carico, al fine di verificare lo stato di attuazione, anche finanziario, di ogni specifico aiuto e la capacità di conseguire gli obiettivi prefissati.
Entro il 30 novembre di ogni anno, infatti, come riportato nella legge «la Giunta regionale presenta una relazione al Consiglio regionale contenente i risultati del monitoraggio e le valutazioni, nonché la ricognizione di tutti gli strumenti di aiuto operativi, al fine di valutare la coerenza complessiva del sistema e procedere alla razionalizzazione dello stesso».
Gli strumenti infatti potranno essere utilizzati dalle imprese in maniera concreta attraverso bandi, solo dopo due cruciali passaggi: l'approvazione della Carta degli aiuti a finalità regionale 2007-2013 (da cui dipende l'entrata in vigore di tutti gli incentivi, sia quelli nazionali sia quelli regionali) da parte della Commissione Europea e l'approvazione dei disciplinari relativi a tutti e quattro gli strumenti. Se i regolamenti sono stati approvati insieme al disegno di legge, per i disciplinari, in base ad un emendamento proposto, è stata prevista la discussione e successiva approvazione in sede di III Commissione Attività Produttive. Per quanto concerne, invece, la copertura finanziaria, essa sarà garantita dal Paser, che contempla per l'appunto i quattro strumenti.
La legge è ora al vaglio della Commissione Europea per i necessari controlli, sperando che nulla intralci il suo “viaggio in Europa” come invece è accaduto per la cosiddetta “Visco-sud”. Se la legge regionale continuasse nel suo iter di approvazione senza alcun eccepimento da parte di Bruxelles, la svolta sarebbe importante e negarlo è impossibile: si metterebbe ordine laddove nel corso di decenni sono proliferati strumenti inutili, si porrebbe fine ai finanziamenti a pioggia che tanto hanno leso all'immagine del Sud, si stabilirebbe una discrezionalità oltremodo limitata nella selezione e si fisserebbero nuove regole chiare e automatiche per l'accesso ai fondi. Più imprese potrebbero essere potenzialmente interessate ai finanziamenti e la creazione di nuova occupazione nel territorio campano diverrebbe più reale.
La Regione Campania ritiene che la legge abbia un punto forte su tutti: aver fornito semplicità, rapidità e certezza di attuazione. Sulla semplicità, la razionalizzazione del sistema si commenta da sola. Vero.
Sulla rapidità, largamente intesa, i passi in avanti sono stati fatti. Per chi vuole investire in Campania c'è, o meglio ci sarà, un solo interlocutore istituzionale cui fare riferimento. Nella giungla dei rimbalzi burocratici e dei rimpalli di responsabilità sapere con esattezza a chi rivolgersi non è cosa da poco. Vero anche questo.
Riguardo alla certezza, invece, quasi fosse una contraddizione in termini non pochi sono i dubbi.
Certezza dei tempi? Si spera.
Se i tempi dovessero dilatarsi, molti di quelli che oggi sembrano punti di forza domani rischiano di diventare superati, come è accaduto per quei traguardi indicati nelle misure realizzate con Agenda 2000, cui erano destinate risorse per circa seicento milioni di euro oggi re-indirizzate dal Paser verso “nuovi obiettivi”, da realizzare con il quarto ciclo di politiche di coesione, quello 2007/2013.
«Il motore dello sviluppo» - come ha definito l'Assessore regionale alle Attività Produttive Andrea Cozzolino la “sua” legge sugli incentivi - è partito.
C'è da augurarsi solo che non si spenga troppo presto.
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