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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2007
 


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La GDO al Sud: struttura
e proiezione territoriale



Attraverso la localizzazione di attività commerciali integrate si delineano nuove importanti polarità territoriali

Francesco Saverio Coppola
Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno
info@srmezzogiorno.it

L'attenzione dei Grandi Distributori, sia italiani che stranieri, si sta via via sempre più concentrando sul Mezzogiorno. In un futuro molto prossimo le aziende che hanno la capacità di presidiare il territorio nazionale (Auchan, Carrefour e Coop) modificheranno le loro strategie di insediamento razionalizzando la loro presenza sul territorio. Anche molte imprese locali, con dimensioni significative, si presenteranno all'appuntamento con il mercato locale con interessanti piani di espansione in quanto godono, già oggi, di un vantaggio competitivo dato dalla conoscenza del consumatore e del mercato locale.
Stiamo parlando di un settore con un fatturato del solo despecializzato, alimentare e non - che secondo i ricercatori rappresenterebbe una quota parte rilevante del mondo del commercio - pari a circa 88.000 milioni di euro, con un peso dell'11% sulle vendite dell'UE a 25 contro il 23% della Francia, 19% della Gran Bretagna e il 16% della Germania: solo alcuni dei dati che emergono dalla ricerca di Srm (soci fondatori: Banca Opi, Banco di Napoli, Compagnia di San Paolo, Istituto Fondazione Banco di Napoli, Intesa-San Paolo, San Paolo Imi Investimenti per lo Sviluppo), “La nuova distribuzione commerciale nel Mezzogiorno: dinamiche economiche e riflessi su imprese e consumatori”. Il lavoro chiarisce il meccanismo che sta alla base della rete distributiva italiana, ne approfondisce gli elementi strutturali, economici e normativi ed in particolare chiarisce l'orientamento delle imprese distributive che operano soprattutto al Sud proponendosi di mettere in evidenza i punti di forza e quelli di debolezza di questa espansione. Il commercio da “non protagonista a primo attore nel Sud” è, dunque, l'oggetto della ricerca che sarà presentata a Roma presso la sede del CNEL il 29 gennaio 2008.
Negli ultimi 20 anni il settore distributivo si è trasformato in maniera significativa in risposta ai mutamenti sociali e complessità dei bisogni di un'economia divenuta sempre più globale interpretando anche quelli che sono stati gli orientamenti degli stili di vita dei cittadini e determinando anche trasformazioni di intere fotografie di aree cittadine.
Si potrebbero fare moltissimi esempi concreti di quello che sta avvenendo nel Mezzogiorno; uno di questi è l'apertura di “Vulcano Buono” progettato da Renzo Piano e scelto anche da SRM come immagine copertina della ricerca. Il centro commerciale più grande del Mezzogiorno che apre alle porte di Napoli - prevede 20 milioni di visitatori l'anno alto 40 metri quadri, conta 150.000 mq, 140 negozi, Cinema con 9 sale, 20 punti ristoro e Auchan a fare da “Locomotiva”- è soltanto uno degli esempi di nuove polarità che nascono.
«In molti casi - ci spiega la professoressa Corinna Moranti, docente di urbanistica al Politecnico di Milano e direttore del Laboratorio Urb&com - attraverso la localizzazione di attività commerciali integrate si configurano nuove, consistenti polarità territoriali, che modificano anche la gerarchia dei luoghi centrali. In questa riorganizzazione delle funzioni, che vede in parallelo lo sviluppo della diffusione urbana ed il condensarsi delle attività in vecchie e nuove polarità, le attività commerciali integrate sono un elemento economicamente e socialmente rilevante».
L'interpretazione di quello che è il quadro attuale è molto difficile da delineare vista la forte dinamica del settore sostenuta dalla riforma cosiddetta Bersani della fine degli anni '90, ulteriormente accentuata dai provvedimenti dell'estate del 2006.
Tale riforma ha, difatti, favorito la spinta al pluralismo dell'offerta commerciale in relazione anche alle tipologie di struttura stessa con un progressivo ammodernamento della rete di vendita. La grande distribuzione manifesta, una maggiore spinta innovativa e una tendenza a privilegiare forme nuove, dalle grandi superfici specializzate ai centri commerciali ai parchi commerciali.
Il primo aspetto da evidenziare e che la tendenza è ad una crescita costante che nel futuro proseguirà - anche secondo Federdistribuzione - ad un ritmo lento ma regolare. Il sistema distributivo appare, comunque, complessivamente in sviluppo: non si ferma in termini di numerosità del parco esercizi, anche se i supermercati rallentano rispetto alla crescita registrata nel 2004. In particolare a partire dal 2001 gli ipermercati al Sud registrano un continuo aumento tendenziale, anche se in termini di peso gli ipermercati nel Mezzogiorno rappresentano soltanto il 20% dell'Italia e i supermercati sfiorano il 30%. A livello di macro-obiettivi la ricerca evidenzia che il fenomeno Grande Distribuzione Organizzata ha assunto caratteristiche mature di sviluppo in Italia (in termini di reddito, occupazione e reti) e si avvia a consolidamento nel Mezzogiorno. Nonostante lo sviluppo delle grandi imprese commerciali, la realtà della distribuzione italiana è ancora fortemente un fenomeno locale pluriregionale e le imprese che formano la rete distributiva sono caratterizzate da tale limitazione territoriale; sono cioè imprese ancora piccole dimensionalmente se confrontate alle aziende commerciali europee. Il fenomeno è giustificato dal fatto che le difficoltà legislative, organizzative, logistiche ed economiche che le imprese italiane devono affrontare, aumentano proporzionalmente allo sviluppo della rete di vendita. Razionalizzare le attività di impresa, comprendere i trend di consumo unitamente alla l'organizzazione dell'intera supply chain saranno solo alcune delle sfide che le imprese distributive dovranno affrontare. A tale scopo la ricerca apre molti spunti e risponde ai diversi quesiti che sia le imprese, sia le organizzazioni locali dovranno affrontare.

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