La finanza di progetto stenta a decollare
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La finanza di progetto stenta a decollare
Ancora troppo spesso la predisposizione dei bandi coinvolge poco i privati
Il project financing è poco diffuso
al Sud nonostante sia uno strumento utile per finanziare interventi infrastrutturali
strategici
per il territorio
Antonio LOMBARDI
Presidente ANCE Salerno
Le istituzioni locali devono rivoluzionare le modalità di approccio al project financing: connotazioni, finalità, obiettivi di questo strumento, difatti, soprattutto nel sud Italia sono stati profondamente snaturati.
Oggi quella che avrebbe dovuto e dovrebbe rappresentare una straordinaria opportunità di finanziamento di interventi infrastrutturali altrimenti destinati a rimanere solo sulla carta, viene concepita come una sorta di intervento “benefico”, o comunque senza alcun approfondimento economico finanziario sulla sostenibilità dell'investimento che l'impresa dovrebbe sobbarcarsi semplicemente per sopperire alle manchevolezze o alle ristrettezze pubbliche.
Un assurdo che ovviamente sta già producendo i suoi effetti deleteri: una delle riprove più evidenti è rappresentata dai tanti bandi in project financing che (con increscioso sperpero di denaro pubblico) sistematicamente si chiudono con un “nulla di fatto”, senza alcuna proposta progettuale da parte degli investitori.
L'ente appaltante, lungi dal chiedersi le motivazioni del disinteresse dei potenziali investitori, non fa null'altro che prorogare i termini di condizioni, improponibili e inaccettabili per qualsiasi imprenditore avveduto e accorto nella gestione della sua impresa.
Uno degli esempi più emblematici è rappresentato dal recente bando dell'Amministrazione Provinciale di Salerno relativo alla progettazione, realizzazione e gestione di una strada di tipo B, extraurbana principale: la cosiddetta “Variante S.S.18: Capaccio Scalo-Nuovo Svincolo autostradale di Battipaglia (A3 SA-RC)”, mediante “finanza di progetto”, con risorse economiche a carico del concessionario.
Un primo termine è scaduto senza che fosse presentata alcuna proposta: di qui la proroga che, lo abbiamo preannunciato con congruo anticipo, si chiuderà con un analogo risultato.
Il bando, che prevede la realizzazione di un'arteria a scorrimento veloce di quattro corsie (due per ogni senso di marcia) nasce da uno studio di fattibilità dell'Ance Salerno e fu proposto alla Provincia quale opera strategica per il territorio salernitano, a servizio dell'aeroporto di Pontecagnano e delle località rivierasche e interne del Cilento.
Tuttavia, la predisposizione del bando è avvenuta senza alcun confronto preliminare con quei privati che avrebbero poi dovuto “metter mano al portafogli” per finanziare l'intervento. Un confronto che avrebbe potuto appunto consentire un approfondimento degli aspetti economico-finanziari, al fine di dimostrare la sostenibilità e appetibilità dell'intervento.
Si è invece badato al mero intervento finanziario del privato, rimettendo a quest'ultimo ogni rischio e ogni onere e rifuggendo da ogni possibile “aggiustamento” del bando che ne avrebbe potuto accrescere l'interesse: anche a fronte di una manifesta ed evidentissima sconvenienza, null'altro è stato cambiato del bando che il termine per la presentazione delle proposte.
Tutte le nostre indicazioni non hanno sortito effetti. Anzi, hanno registrato persino incomprensibili reazioni stizzite da parte di rappresentanti dell'Ente appaltante.
La nostra proposta verteva sulla previsione di un canone ombra che gravi sull'ente per almeno 8 o 10 milioni di euro l'anno, giacché, dati alla mano, avevamo dimostrato che il solo ticket di transito non potrebbe mai ristorare l'investitore del costo dell'opera: circa 140 milioni di euro.
È inimmaginabile e illogico considerare volumi di traffico talmente consistenti da rendere appetibile una realizzazione del genere con soli capitali privati.
L'Ance Salerno ha a più riprese evidenziato i motivi di criticità del bando, senza tuttavia ottenere riscontri: ancora una volta anche a fronte di bandi di gara emblematicamente andati deserti, ci si ostina ad evitare il confronto con chi dovrebbe metter mano al portafogli per realizzare gli interventi infrastrutturali.
Non possiamo che esprimere profondo rammarico e grande amarezza, per atteggiamenti di chiusura che finiscono per tradursi in lunghe perdite tempo, sperpero di denaro pubblico e danni gravi per il territorio che permane nelle sue condizioni di arretratezza.
L'Ance Salerno nelle scorse settimane ha attivato anche il Ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro, al fine di reperire ulteriori risorse da convogliare su un'opera assolutamente strategica per il territorio. Ma di fronte ad atteggiamenti così manifestamente ostativi all'impresa, diviene davvero difficile pianificare interventi in sinergia pubblico-privato.
Qualunque imprenditore guarda all'ammortamento degli investimenti ed ai piani di rientro finanziari prima di barcamenarsi in interventi così consistenti e dispendiosi: se l'ente non si cala in questa problematica ma si limita a “batter cassa” (peraltro reagendo stizzito di fronte a gare d'appalto emblematicamente andate deserte), difficilmente la finanza di progetto potrà radicarsi e diffondersi nel nostro territorio. A tutto scapito di quegli handicap infrastrutturali che proprio grazie all'intervento dei privati potrebbero trovare una possibile soluzione.
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