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Vittorio Paravia
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno - SDOA
Vice Presidente ASFOR
È singolare che di recente si assista ad un'onda anomala di editoria giornalistica lontana dall'inimitabile stile saggistico di Montanelli e Spinosa ma non per questo meno efficace: l'evidente successo di vendita programmata de “La casta”, antologia di fatti risaputi e discutibili concessioni, si pone nell'area del report socio-politico-economico insieme a “L'arte del governo” di L. Ricolfi “La scomparsa dei fatti” di M. Travaglio, “Il codice del potere” di F. Stefanoni, “Outlet Italia” di A. Cazzullo, “Al capolinea, controstoria del partito democratico” di E. Macaluso, “Falce e carrello” di F. Capriotti, “Il Paese della vergogna” di D. Biacchesi, “Fratelli di sangue” di Gratteri e Nicaso ed altri ancora che propongono interpretazioni segmentate del nostro sociale e che, in passato, solo piccole case editrici, punta di diamante della nostra cultura, osavano pubblicare e diffondere all'estero. Due le considerazioni da fare: inchieste del genere non possono non coinvolgere più elementi oltre l'autore ed, inoltre, una verità dichiarata presuppone, oltre la semplice denuncia, un obiettivo o politico o sociale o personale. Anche la nostra regione, un tempo definita Campania Felix, ha avuto, con il successo di vendita di “Gomorra”, un report fra i più crudi e veritieri che mai siano stati scritti su alcuni settori della nostra realtà; stupisce la giovanissima età di Roberto Saviano, 30 anni, che ci rivela, fra i mille orrori descritti, come la vittoria economica possa essere, per il sistema camorristico, più preziosa della vita: 3600 i morti per omicidio in 30 anni per garantire ad un ristretto numero di vivi una rispettabile legalità imprenditoriale. Una ricetta per “Come resistere nella palude di Italiopoli” ci viene da O. Beha con breve muriatica prefazione di Grillo che scrive: «In Italia l'economia è un concetto romantico, tramontato»; questa dichiarazione viene smentita da un'equilibrata e puntuale analisi economica in “Un anno del governo Prodi, 5 bugie, 3 falsi, 5 tesoretti” di Mario Baldassarri, oggi Senatore, edizioni LiberoMercato. Il contrasto fra la voluta semplicità del titolo e la corrosiva contabilità del sottotitolo lascia supporre che il testo si collochi nell'area presa in esame; in realtà il noto economista ripropone i suoi interventi al Senato lasciando intuire al lettore la non omogeneità intellettuale e culturale del consesso. Nel superare schieramenti ideologici e politici Baldassarri, cifre alla mano, dimostra come una manovra di 15 miliardi diventi per il Ministro dell'economia una manovra di 35 miliardi e denuncia come si stia attuando un'operazione di spostamento di potere politico sul fronte dell'economia che concentra nelle mani del Governo centrale risorse tolte ai governi locali, all'università e alla ricerca; accade così che 29,5 miliardi vengono collocati dentro i portafogli dei Ministri dei Governi centrali che potranno decidere sulle eventuali erogazioni: «Un sistema fiscale più regressivo che progressivo» che contribuirà ulteriormente a giustificare gli enti locali, il cui disinteresse ha in passato fatto erogare cifre sostanziose allo spettacolo (oggi si tende a confondere lo spettacolo con la cultura, ndr) ignorando le reali necessità del territorio. Alla SDOA non rimane altro che confidare nella discrezionalità del Ministro del M.U.R..
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