Rimettere l’industria
al centro
La Camera di Commercio
di Avellino si veste di nuovo
Salto di qualitÀ nel segno dell’innovazione tecnologica
Melchionna: «Va costruito
un piano concreto di rilancio»
Il territorio,
un patrimonio da difendere
Il territorio,
un patrimonio da difendere
Da Don Melillo, vicario generale della Curia di Avellino,
un invito a «migliorarsi, a crescere in tutto. Così si crea sviluppo
in ogni prospettiva di vita»
di Filomena Labruna
Da un anno e mezzo vicario generale della Curia di Avellino, guidata dal Vescovo Monsignor Francesco Marino, Don Sergio Melillo fa la sua analisi della sfera provinciale irpina.
Il suo messaggio, lanciato al mondo dell'impresa e dell'occupazione, è intriso di speranza. Don Sergio ha collaborato con l'area internazionale della Caritas Italiana, è docente di Teologia presso l'Istituto di Scienze religiose San Giuseppe Moscati di Avellino ed è Parroco del Duomo. Ha curato diverse pubblicazioni.
Don Sergio, come valuta lo “stato di salute” della nostra provincia?
Dall'Irpinia, sotto il profilo sociale, partono segnali positivi legati all'imprinting culturale della nostra gente. Ma nel processo inevitabile di globalizzazione e cambiamento si nota anche uno sfaldamento sociale e valoriale.
Tuttavia, questo non ci deve preoccupare. Dobbiamo mettere insieme iniziative di raccordo che possono portarci a nuova ricchezza. Ma dobbiamo partire dal convincimento di avere innanzitutto noi un patrimonio.
Qual è, a suo giudizio, la principale preoccupazione di cui tener conto al mondo d'oggi?
É sicuramente legata alle nuove generazioni e ai nuovi poveri. Quelli travolti dalla perdita del lavoro, dalla crisi occupazionale, dalla disoccupazione intellettuale. La mancanza di prospettive per il futuro crea infatti instabilità sociale permanente, assenza di un punto fermo, e, non da ultimo, difficoltà nella famiglia, che è la cellula sociale ed ecclesiale più significativa.
Quanto è importante la fede nella vita di tutti i giorni?
Non dobbiamo trascurare che «la fede è amica dell'intelligenza», come dice il nostro Papa Benedetto XIV, e che il cattolicesimo ha permeato i nostri territori anche da un punto di vista culturale, economico e sociale. Un esempio su tutti: lo sforzo di liberarsi dal peccato da parte del fedele può declinarsi in ogni situazione di vita nell'impegno a migliorarsi, a crescere in tutto. Così si crea sviluppo in ogni prospettiva di vita. Guai a mettere nell'angolo la visione cattolica della vita.
Un messaggio al mondo dell'impresa.
Il messaggio rivolto al mondo dell'economia è un messaggio di speranza. Da parte nostra noi diamo un contributo attraverso le nostre antenne del territorio, ovvero le parrocchie. Qui noi incontriamo le persone con il loro bagaglio di esigenze e problemi. Così offriamo una lettura del territorio in un contesto di fede.
Infine, cosa direbbe alle istituzioni?
Le istituzioni dovrebbero essere meno litigiose e avere uno sguardo plenario sul territorio, avendo a cuore il quadro generale della situazione. |