Nella strada dove un tempo, assiepate le une alle altre, si susseguivano le botteghe di artisti, pittori, scultori, e doratori di chiese ancora oggi bellissime, dove nacque Gian Battista Vico, visse Francesco de Sanctis e Benedetto Croce, il Natale si respira tutto l'anno.
Qui, nel lontano 726, sui resti del tempio di Cerere Attica un gruppo di monache basiliane edificarono una chiesa dedicata a San Gregorio Vescovo di Armenia facendo nascere così un centro di attività legate al culto delle immagini e delle reliquie, che con il tempo sarebbe diventata la culla dell'arte presepiale.
Lungo le botteghe e le bancarelle di artigianato presepiale che popolano Via San Gregorio Armeno, abili artigiani, di padre in figlio, eternano la meraviglia del Natale creando pezzi di pregevole fattura unici al mondo.
Oltre ai preziosi pastori in terracotta dipinti a mano, di diverse fogge e misure, qui è possibile acquistare tutto quanto è utile a costruire un presepe: dallo scoglio (la tipica ambientazione del presepe) alle cascate, dalle luci alle decorazioni.
Agli esemplari che si rifanno alla tradizione più rigorosa, di anno in anno, si aggiunge qualche pastore contemporaneo, che riproduce le fattezze di qualche personaggio legato al mondo dell'attualità, della politica, dell'arte.
Molti sono i presepi imperdibili a Napoli: il Presepe Cuciniello - che si trova al Museo San Martino - che prende il nome dallo scrittore che nel 1879 donò una raccolta formata da 180 pastori, 42 angeli, 29 animali e 339 decorazioni; il Presepe di Maiolica, Giustiniani, dei Certosini. Autori di queste meraviglie le famiglie Ferrigno, Giannotti, Di Virgilio, Maddaloni, solo per citarne alcune tra le più famose e indimenticate.
curiositÀ
Il termine presepe deriva dal latino praesaepe, mangiatoia (prae=innanzi+saepes=recinto). Un primo esempio di presepe deriverebbe dalla venerazione dei Romani per i lari, le divinità che, riprodotte in statuette, proteggevano la casa.
La vigilia del Natale le statuette erano disposte dai bimbi in un piccolo recinto dinanzi al quale la famiglia si riuniva per invocare la protezione dei lari lasciando ciotole con cibo e vino per gli avi defunti. Il giorno successivo, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, “portati” dai loro antenati. Poi, come spesso è accaduto, nel IV secolo i cristiani hanno fatto loro questa usanza, conservandone i riti e le date, ma cambiando i nomi e il significato. Il presepe moderno, invece, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che, nel 1223, realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività, anche se alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più vicine a noi. Il presepe napoletano, per esempio, porta in scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, di certo non proprio coeve alla Natività.
Forse il più celebre esempio di presepe napoletano è il “presepe Cuciniello”, realizzato tra il 1887 e il 1889 ed esposto al Museo di San Martino; un altro altrettanto famoso è il Presepe del Banco di Napoli.
L’attualità è da sempre fonte di ispirazione per gli artigiani di San Gregorio Armeno. Le “novità” di questo 2007 sono le miniature di Walter Veltroni, Luciano Pavarotti, Enzo Biagi e Beppe Grillo
Oltre ai classici pastori, il presepe napoletano è popolato da maestri di mestiere. Tra questi il pizzaiolo, il venditore di frutta e il vinaio
Genny Di Virgilio, autore di alcuni tra i più stravaganti pastori in terracotta
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 -
redazione@costozero.it