Guida alle imprese per la formazione dei giovani
Riorganizzate le Sezioni dell’Associazione
Sicurezza, le ricette vincenti degli imprenditori
Napoli Orientale:
una sfida possibile
Giovani Imprenditori a Valencia: “missione compiuta”
UNIONE INDUSTRIALI
Napoli Orientale:
una sfida possibile
Vittorio BRUN
Vincoli come ambiente, fiscalità e sicurezza devono tramutarsi in opportunità per gli imprenditori e i lavoratori che vivono nell’area
Nel secondo Quaderno del Centro Studi dell'Unione Industriali di Napoli, nel maggio scorso, scrivevo «Le problematiche dell'ambiente, e Napoli Orientale hanno una rilevante ricaduta sul mondo delle imprese e costituiscono assieme vincoli ed opportunità, in quanto se la crescente sensibilità ambientale dei cittadini orienta verso una sostenibilità dello sviluppo territoriale, l'innovazione organizzativa più moderna e la sempre maggiore attenzione ai principi della responsabilità sociale dell'impresa aggrava la gestione aziendale soprattutto nel Sud dove prevale la piccola dimensione aziendale. Tutto questo lo ritroviamo nell'annosa vicenda di "Napoli Orientale", un comparto di 800 ettari, di oltre 200 proprietari e 170 imprese».
In questi ultimi mesi, l'Unione Industriali ha intensificato la sua azione offrendo un contributo propositivo: l'obiettivo è il modello di riuso ecocompatibile delle zone industriali che Napoli Orientale deve attuare partendo dalla concertazione territoriale di una bonifica pubblico-privata.
L'approvazione della Legge 152/2006 "Codice ambientale" alla fine della passata legislatura e l'inizio di una profonda revisione iniziata nell'attuale, non agevolano tale processo. La mancanza di certezza giuridica in campo ambientale rende impossibile uno scenario di valutazione economica di qualsiasi investimento e processo di bonifica
D'altronde è intervenuto anche un fatto positivo: l'Accordo 11 luglio 2006 tra Regioni Meridionali, Confindustria e Cgil-Cisl-Uil ha, tra l'altro, inteso rilanciare l'esperienza francese delle Zone Franche Urbane già approvate dalla Commissione Europea. Sono noti i recentissimi contatti Istituzionali tra Regione, Stato e Unione Europea, per vagliare la possibilità di una "fiscalità di vantaggio per Napoli Orientale": essa potrebbe diventare il prototipo delle agevolazioni ritenute compatibili dalle autorità comunitarie, favorendovi l'insediamento di imprese nuove ed il mantenimento di quelle esistenti, stabilendo le tipologie e la decorrenza delle esenzioni, e i relativi beneficiari.
Tuttavia una fiscalità di vantaggio non può da sola essere efficace; deve essere intergrata da azioni di controllo e garanzia della sicurezza del territorio.
Vincoli come ambiente, fiscalità e sicurezza devono tramutarsi in opportunità per i proprietari del territorio di Napoli Orientale, per gli imprenditori, per i lavoratori che vivono in questa zona della città e per l'intera comunità napoletana. Napoli Orientale deve raggiungere quel livello di vivibilità/attrattività che da anni non ha più: la concertazione istituzionale, oggi ripresa dalla Società Napoli Orientale, deve essere proseguita con il massimo vigore, tenendo conto che vastità e gravità dell'inquinamento fanno considerare effimeri (se non inutili) i costosi interventi parziali imposti.
Vice Presidente all'Ambiente
e all'Energia Unione Industriali Napoli |