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Rilancio del turismo, rilancio
dell’economia
CONFINDUSTRIA
Rilancio del turismo, rilancio dell’economia
di Oreste PASTORE
Intervista con il Presidente del Gruppo Alberghi Turismo e Tempo Libero di
Confindustria Salerno, Luigi Schiavo
Luigi Schiavo è il Presidente del neo-nato Gruppo Alberghi
Turismo e Tempo Libero di Confindustria Salerno, Gruppo che, con la confluenza
degli albergatori dell'APAS, acquisisce la leadership della rappresentanza turistica
in provincia di Salerno, includendo sia le imprese ricettive che quelle dell'intermediazione
e dei trasporti, oltre a tutte le altre attività che oggi danno vita all'"industria
del turismo". Il lavoro della nuova Presidenza sulla impostazione di programmi
e iniziative non può prescindere da un'analisi delle problematiche e delle
prospettive del settore.
Qual è il quadro attuale della nostra industria
turistica, Presidente?
L'economia turistica salernitana sconta gravi problemi, particolarmente
a causa della concorrenza internazionale, ma anche per annose carenze
di tipo infrastrutturale e per fattori immateriali (servizi, formazione),
che ne limitano lo sviluppo. Il costante incremento dei flussi turistici
a livello mondiale, prefigura - però - scenari di crescita e induce
a rafforzare la fiducia degli operatori. Dovrebbe indurre anche a strutturare
forme di sostegno al comparto, creando le condizioni per un rilancio,
anche in relazione ai positivi riflessi che il turismo ha per gli altri
settori (industria, artigianato, trasporti, commercio, servizi). Il Turismo
contribuisce oggi in Italia per il 12% al PIL e ha oltre 2 milioni di
addetti: dati destinati a crescere, anche in provincia di Salerno, in
virtù del trend in espansione.
E non possiamo certo dire che ci manchino le potenzialità…
I numeri e le potenzialità non ci fanno difetto, se solo pensiamo
all'interminabile elenco di siti (la Costa d'Amalfi e la Valle dei Templi
di Paestum, tutelati dall'Unesco; il Parco del Cilento, più grande
Parco naturale d'Italia; le "perle" Positano, Ravello e Amalfi,
note in tutto il mondo) e le strutture di livello assoluto, che solo la
provincia di Salerno può vantare, oltre alle altre "eccellenze
campane" (Pompei, Capri, Sorrento) comprese in un ristretto arco geografico.
Senza parlare del patrimonio agricolo ed eno-gastronomico che, a partire
dalla pasta al pomodoro San Marzano, dai vini alla pizza, fino alla mozzarella
di bufala, vede il nostro territorio conosciuto in tutto il mondo con un'immagine
di qualità e genuinità. A ciò si aggiunge la presenza
di imprenditori capaci e determinati, che, per tradizione e impegno, credono
nelle possibilità dell'economia dal turismo. Nei recenti studi pubblicati
da Touring Club, l'analisi di tutti i fattori determinanti i flussi turistici
al Sud, ha individuato proprio in un modello che è mix perfetto
di arte, cultura, enogastronomia e ambiente naturale la base per la ulteriore
crescita dell'attrazione nei confronti dei vacanzieri.
Il futuro, dunque, apparirebbe roseo. Però…?
Però i problemi non mancano e da tanti, troppi anni condizionano
le strategie degli operatori. Per quanto superfluo, voglio ricordare ancora
una volta il rilievo essenziale che rivestirebbe l'apertura dello scalo
aeroportuale di Salerno-Pontecagnano e il completamento di altri rilevanti
infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, portuali, fieristiche,
ricettive, congressuali, sportive, capaci di innescare ulteriormente il
volano dell'attenzione del mercato turistico verso il nostro territorio.
Per certi versi, la fruibilità dei nostri siti turistici negli anni
si sta riducendo piuttosto che crescere, in termini sia relativi che assoluti:
arrivare in provincia di Salerno, raggiungere uno dei nostri alberghi o
villaggi è sempre piuttosto complicato e faticoso e, sempre più spesso,
questo elemento condiziona la scelta delle destinazioni.
Qual è il suo giudizio sul ruolo di sostegno
svolto dagli Enti?
Avverto, sul piano regionale, una sottovalutazione dell'importanza dell'area
salernitana nel disegno delle strategie promozionali e di sviluppo del
turismo. A questo si aggiunge una eccessiva frammentazione dell'operato
di Enti e Istituzioni che si occupano di turismo. Occorre invece affermare,
attraverso la forte coesione delle Istituzioni e degli imprenditori, un
criterio equilibrato di attenzione a tutto il territorio regionale e, sul
piano locale, una ancor più forte unità di intenti. Attraverso
la collaborazione tra la Camera di Commercio e la Provincia, oggi particolarmente
attiva e presente anche sul piano Istituzionale, ritengo che si possano
ottenere parecchi buoni risultati, soprattutto se si valorizzerà il
ruolo delle Associazioni d'Impresa. In attesa che la Legge Regionale metta
ordine nel sistema…
Ma quali sono gli obiettivi dell'azione che Lei auspica?
Gli interventi e la progettualità dovrebbero mirare prioritariamente
a raggiungere:
- l'ampliamento della stagione turistica, attraverso una destagionalizzazione
che permetta di poter operare in un arco di tempo maggiore degli attuali
mesi estivi;
- l'internazionalizzazione del flusso turistico, con un aumento della componente
estera:
- l'irradiamento dei flussi turistici lungo itinerari alternativi, che
valorizzino in maniera integrata non solo il patrimonio ambientale, artistico
e culturale ma anche tradizioni, artigianato, commercio e gastronomia
In ogni caso, gli operatori hanno bisogno di poter programmare e pianificare
le loro strategie nel medio-lungo periodo e, quindi, il giusto timing di
ogni intervento è strategico.
Inoltre, è necessario percorrere tutte le molteplici strade che
oggi veicolano l'offerta turistica, mettendosi costantemente in discussione
nel rapporto con il mercato.
Territori turisticamente più evoluti ce lo insegnano: la Romagna,
ad esempio, era quasi solo spiagge e mare per i tedeschi; poi è stata
ballo e "divertimentificio" nell'era delle mega-discoteche; oggi
punta sui grandi parchi a tema aperti tutto l'anno.
Si è chiusa da qualche giorno la BIT: qual è il
suo giudizio sulla manifestazione?
La Borsa del Turismo di Milano è lo specchio dei cambiamenti radicali
che tutti gli operatori avvertono e che è possibile oggi governare
soltanto con l'analisi e la programmazione, senza improvvisazione.
L'Italia e la Campania sono ancora mete turistiche ambite: la sfida è quella
di individuare i target, non solo tra i Paesi emergenti, ma anche cercando
di capire dove sono andati i flussi che abbiamo perso in questi anni, e
di perseguirli con coerenza e incisività.
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