Irpinia e Gruppo Fiat insieme
per una collaborazione industriale
Il distretto tessile di Calitri
Ripensare il distretto
Creare un polo del lusso
accessibile
Ripensare il distretto
di Filomena LABRUNA
Un modello "vincente" ma che risulta "invecchiato".
Ne parliamo con Lucio Fierro, responsabile regionale dei Pit distrettuali
Qual è la sua valutazione di
questo strumento sulla base di quanto fatto finora?
Il Pit distrettuale è nato in un quadro di economia in crescita, anche
se lenta. Oggi la situazione è diversa. Quelli che abbiamo sono i migliori
Pit possibili nelle condizioni giuridico-amministrative e politiche susseguitesi
negli anni. Era più giusto investire in altri settori? Certo. Ma soltanto
conoscendo i dati e le condizioni attuali.
I distretti possono rappresentare una risposta alla crisi del sistema industriale?
No, ma sul piano generale non esistono strutture, né strumenti in grado
di aiutarci a fronteggiare questo contesto.
E quindi i distretti sono un fallimento?
No, perché di fatto stanno già risolvendo alcuni problemi come
quelli riguardanti le infrastrutture e il sostegno alle imprese negli investimenti.
Ma non sono sufficienti. Ad esempio il nostro sistema industriale non è competitivo
per il costo della manodopera. Ci viene consigliato di puntare a produzioni
destinate ad un target più alto, il cosiddetto polo del lusso. Ma per
fare questo bisogna investire in ricerca e nuove tecnologie. Chi può farlo?
Solo le grandi aziende o i gruppi nazionali e internazionali. Oppure un sistema
organizzato di piccole aziende che in Irpinia non c'è.
Ha senso andare avanti con i distretti?
É importante, perché comunque si può dare respiro al sistema
economico. Ma bisogna essere consapevoli che i risultati saranno inferiori
a quelli auspicati.
Nessun rischio, quindi di perdere i fondi?
No, perché stiamo rispettando i tempi prestabiliti.Ormai abbiamo molti
progetti esecutivi, appalti già avviati o lavori in corso. Ogni Pit
ha un suo cronoprogramma e finora non abbiamo ritardi. Dobbiamo spendere tutto
entro la prima metà del 2008 e lo faremo. L'altra metà dell'anno
sarà dedicata alla fase di contabilizzazione.
Distretto industriale di Solofra e tutela ambientale. Un binomio inconciliabile?
No, c'è in programma la realizzazione di un impianto di cogenerazione
in grado di produrre energia da fonti rinnovabili o di recuperare energia altrimenti
dispersa. Queste strutture rendono un territorio più predisposto all'accoglimento
dell'industria, al di là dell'andamento del settore.
Ma quali sarebbero i vantaggi per gli imprenditori?
Un abbattimento dei costi. Con il modello cogenerativo una parte dell'energia
prodotta non viene dispersa nell'atmosfera, ma convogliata e utilizzata sottoforma
di acqua calda. |