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  Dicembre 2012

Articoli - n° 4 Maggio 2004
 



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CONCENTRAZIONI BANCARIE
TUTELA DELLA CONCORRENZA E SVILUPPO LOCALE

PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SALERNO
LE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI RICERCA

PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SALERNO
LE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI RICERCA
A colloquio con l’Amministratore Delegato Remo Russo

di Vito Salerno


Remo Russo
Amministratore Delegato Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania ScpA
rrusso@pstsa.it

Il rinnovo del CdA del Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania ScpA è stata l'occasione per incontrare l'Amministratore Delegato Remo Russo e fare il punto sulle attività e le prospettive del Parco.

Quali sono le priorità che il nuovo Consiglio di Ammnistrazione del Parco ha definito?
In questi anni la formazione del management, cioè la capacità di sviluppare progetti in autonomia, è stata il nostro obiettivo primario in quanto siamo una società, unica nel suo genere, completamente indipendente rispetto ai soggetti che ne fanno parte. Abbiamo dimostrato, così, che è possibile sviluppare attività tali da garantire un perfetto equilibrio sia economico che organizzativo. Questa autonomia si è però trasformata, dal punto di vista delle relazioni, in isolamento. La nostra struttura pur essendo estremamente solida e competente non è ancora diventata pienamente punto di riferimento all'esterno per i processi di innovazione e ricerca sul territorio. Il CdA intende lavorare in modo intenso alla definizione di strategie di relazione per garantirci la giusta percezione presso i pubblici di riferimento e avviare quel salto di scala capace di assicurare la piena funzione di un Parco Scientifico e Tecnologico che, oltre a sviluppare progetti e attività per le realtà esistenti, sia anche incubatore di imprese.

Quando nasce il Parco Scientifico e Tecnologico?
Fondato nel 1992 da Enti pubblici, Il PST è stato da subito impegnato prevalentemente nella predisposizione di progetti da candidare su un accordo di programma siglato tra il Ministero del Tesoro, l'allora Ministero del Mezzogiorno e quello dell'Università e Ricerca Scientifica. Nel 1994 si è dovuto riscontrare che la presentazione dei progetti non era di per sé sufficiente all'avvio di un Parco Scientifico. Il Ministero dell'Università ribadì, innanzitutto, che la società consortile doveva avere nella sua composizione una forte presenza di aziende private. Fu poi sancito il principio fondamentale in virtù del quale il Parco doveva essere l'unico titolare dei progetti di ricerca. Nell'ottobre 1994 avvenne la necessaria ricomposizione societaria con la apertura alle imprese private che sottoscrissero l'aumento del capitale sociale e la rimodulazione dei settori di intervento.

Cosa è diventato oggi il Parco?
Siamo operativi dal 1995, in organico 35 dipendenti, con uffici dislocati a Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino. Il Parco è costituito dalle Università degli Studi di Salerno e del Sannio, da 12 amministrazioni pubbliche, tra cui la Regione Campania, le Amministrazioni Provinciali di Salerno, Avellino e Benevento, i Comuni di Salerno e Ariano Irpino e le C.C.I.A.A. di Benevento e Salerno. Sono, inoltre, socie 100 imprese private tra le più prestigiose del panorama economico locale. Siamo certificati ISO 9001:2000, iscritti all'Albo dei laboratori di ricerca del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e a quello della Regione Campania tra i soggetti abilitati all'erogaIl rinnovo del CdA del Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania ScpA è stata l'occasione per incontrare l'Amministratore Delegato Remo Russo e fare il punto sulle attività e le prospettive del Parco.

Quali sono le priorità che il nuovo Consiglio di Ammnistrazione del Parco ha definito?
In questi anni la formazione del management, cioè la capacità di sviluppare progetti in autonomia, è stata il nostro obiettivo primario in quanto siamo una società, unica nel suo genere, completamente indipendente rispetto ai soggetti che ne fanno parte. Abbiamo dimostrato, così, che è possibile sviluppare attività tali da garantire un perfetto equilibrio sia economico che organizzativo. Questa autonomia si è però trasformata, dal punto di vista delle relazioni, in isolamento. La nostra struttura pur essendo estremamente solida e competente non è ancora diventata pienamente punto di riferimento all'esterno per i processi di innovazione e ricerca sul territorio. Il CdA intende lavorare in modo intenso alla definizione di strategie di relazione per garantirci la giusta percezione presso i pubblici di riferimento e avviare quel salto di scala capace di assicurare la piena funzione di un Parco Scientifico e Tecnologico che, oltre a sviluppare progetti e attività per le realtà esistenti, sia anche incubatore di imprese.

Quando nasce il Parco Scientifico e Tecnologico?
Fondato nel 1992 da Enti pubblici, Il PST è stato da subito impegnato prevalentemente nella predisposizione di progetti da candidare su un accordo di programma siglato tra il Ministero del Tesoro, l'allora Ministero del Mezzogiorno e quello dell'Università e Ricerca Scientifica. Nel 1994 si è dovuto riscontrare che la presentazione dei progetti non era di per sé sufficiente all'avvio di un Parco Scientifico. Il Ministero dell'Università ribadì, innanzitutto, che la società consortile doveva avere nella sua composizione una forte presenza di aziende private. Fu poi sancito il principio fondamentale in virtù del quale il Parco doveva essere l'unico titolare dei progetti di ricerca. Nell'ottobre 1994 avvenne la necessaria ricomposizione societaria con la apertura alle imprese private che sottoscrissero l'aumento del capitale sociale e la rimodulazione dei settori di intervento.

Cosa è diventato oggi il Parco?
Siamo operativi dal 1995, in organico 35 dipendenti, con uffici dislocati a Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino. Il Parco è costituito dalle Università degli Studi di Salerno e del Sannio, da 12 amministrazioni pubbliche, tra cui la Regione Campania, le Amministrazioni Provinciali di Salerno, Avellino e Benevento, i Comuni di Salerno e Ariano Irpino e le C.C.I.A.A. di Benevento e Salerno. Sono, inoltre, socie 100 imprese private tra le più prestigiose del panorama economico locale. Siamo certificati ISO 9001:2000, iscritti all'Albo dei laboratori di ricerca del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e a quello della Regione Campania tra i soggetti abilitati all'erogazione di servizi di consulenza e commesse di ricerca a sostegno dell'innovazione delle Pmi campane, oltre a essere accreditati come organismo di Formazione.

Quali sono le tipologie di progetti che portate avanti?
Abbiamo promosso oltre 220 progetti gestendone 129 e altri 14 sono in fase di avvio. Le nostre aree di intervento sono Amministrazione e Finanza, Formazione, Sviluppo e Networking, Ricerca e Trasferimento Tecnologico. Alla prima afferiscono la gestione amministrativa e finanziaria e l'assistenza per finanziamenti agevolati pro ricerca. L'area Formazione è impegnata in analisi di fabbisogni formativi, nella qualificazione e specializzazione del capitale umano. L'area Sviluppo e Networking supporta le politiche pubbliche, assistendo gli Enti Locali nell'identificazione di opportunità, obiettivi e strumenti per l'innovazione dei servizi della P.A. e lo sviluppo di infrastrutture e servizi avanzati di ICT. L’area Ricerca e Trasferimento Tecnologico, affianca le imprese che necessitano di introdurre nuove tecnologie nell’attività produttiva per migliorare la competitività. È specializzata nell'avvio e coordinamento di progetti di innovazione e trasferimento nei campi: agroalimentare, ambiente e territorio, biochimica e tecnologie dei materiali, informatica e multimedialità. Alcuni risultati del primo settore sono l'applicazione dell'osmosi inversa in ambito agroindustriale per la concentrazione di succhi vegetali e per il trattamento delle acque, la sperimentazione di tecniche di essiccamento di vegetali e frutta mediante cicli combinati di disidratazione che lasciano inalterate le caratteristiche fisiche e organolettiche dei prodotti e, molto interessante, l'applicazione di biosensori per regolarizzare i processi di vinificazione. Al secondo campo spettano la prevenzione, il monitoraggio e la valutazione dei rischi ambientali connessi alla contaminazione dei suoli e delle acque, onde elettromagnetiche, dissesto idrogeologico, erosione costiera, incendi. È, inoltre, impegnato nell'ottimizzazione e gestione dei servizi di raccolta, trasporto e mobilità R.S.U.. Il terzo ambito di attività comprende l'individuazione di metodologie innovative di recupero e valorizzazione dei bei culturali e di edilizia sostenibile, la gestione dei processi di conservazione e manutenzione del patrimonio edilizio, la predisposizione di progetti di bio-informatica e ingegneria strutturale. L'ultimo settore ha sviluppato archivi elettronici tradizionali, tecniche di telelavoro, reti wan-lan-intranet aziendali, sistemi informativi per la reingegnerizzazione della gestione dei flussi documentali.

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