CONCENTRAZIONI BANCARIE
TUTELA DELLA CONCORRENZA E SVILUPPO LOCALE
PARCO
SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SALERNO
LE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI RICERCA
PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SALERNO
LE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI RICERCA
A colloquio con l’Amministratore
Delegato Remo Russo
di Vito Salerno
Remo
Russo
Amministratore Delegato Parco Scientifico e Tecnologico
di Salerno e delle Aree Interne della Campania ScpA
rrusso@pstsa.it
Il rinnovo del CdA del Parco Scientifico e Tecnologico di
Salerno e delle Aree Interne della Campania ScpA è stata l'occasione
per incontrare l'Amministratore Delegato Remo Russo e fare il punto sulle
attività e le prospettive del Parco.
Quali sono le priorità che il nuovo Consiglio
di Ammnistrazione del Parco ha definito?
In questi anni la formazione del management, cioè la capacità di
sviluppare progetti in autonomia, è stata il nostro obiettivo primario
in quanto siamo una società, unica nel suo genere, completamente indipendente
rispetto ai soggetti che ne fanno parte. Abbiamo dimostrato, così,
che è possibile sviluppare attività tali da garantire un perfetto
equilibrio sia economico che organizzativo. Questa autonomia si è però trasformata,
dal punto di vista delle relazioni, in isolamento. La nostra struttura pur
essendo estremamente solida e competente non è ancora diventata pienamente
punto di riferimento all'esterno per i processi di innovazione e ricerca
sul territorio. Il CdA intende lavorare in modo intenso alla definizione
di strategie di relazione per garantirci la giusta percezione presso i pubblici
di riferimento e avviare quel salto di scala capace di assicurare la piena
funzione di un Parco Scientifico e Tecnologico che, oltre a sviluppare progetti
e attività per le realtà esistenti, sia anche incubatore di
imprese.
Quando nasce il Parco Scientifico e Tecnologico?
Fondato nel 1992 da Enti
pubblici, Il PST è stato da subito impegnato
prevalentemente nella predisposizione di progetti da candidare su un
accordo di programma siglato tra il Ministero del Tesoro, l'allora Ministero
del Mezzogiorno e quello dell'Università e Ricerca Scientifica. Nel
1994 si è dovuto riscontrare che la presentazione dei progetti non
era di per sé sufficiente all'avvio di un Parco Scientifico. Il Ministero
dell'Università ribadì, innanzitutto, che la società consortile
doveva avere nella sua composizione una forte presenza di aziende private.
Fu poi sancito il principio fondamentale in virtù del quale il Parco
doveva essere l'unico titolare dei progetti di ricerca. Nell'ottobre
1994 avvenne la necessaria ricomposizione societaria con la apertura alle
imprese private che sottoscrissero l'aumento del capitale sociale e la rimodulazione
dei settori di intervento.
Cosa è diventato oggi il Parco?
Siamo operativi dal 1995, in organico
35 dipendenti, con uffici dislocati a Salerno, Benevento, Avellino e Ariano
Irpino. Il Parco è costituito
dalle Università degli Studi di Salerno e del Sannio, da 12 amministrazioni
pubbliche, tra cui la Regione Campania, le Amministrazioni Provinciali
di Salerno, Avellino e Benevento, i Comuni di Salerno e Ariano Irpino e le
C.C.I.A.A. di Benevento e Salerno. Sono, inoltre, socie 100 imprese private
tra le più prestigiose
del panorama economico locale. Siamo certificati ISO 9001:2000, iscritti
all'Albo dei laboratori di ricerca del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca e a quello della Regione Campania tra i soggetti abilitati
all'erogaIl rinnovo del CdA del Parco Scientifico e Tecnologico di
Salerno e delle Aree Interne della Campania ScpA è stata l'occasione
per incontrare l'Amministratore Delegato Remo Russo e fare il punto sulle
attività e
le prospettive del Parco.
Quali sono le priorità che il nuovo Consiglio
di Ammnistrazione del Parco ha definito?
In questi anni la formazione del management, cioè la
capacità di
sviluppare progetti in autonomia, è stata il nostro obiettivo primario
in quanto siamo una società, unica nel suo genere, completamente indipendente
rispetto ai soggetti che ne fanno parte. Abbiamo dimostrato, così,
che è possibile sviluppare attività tali da garantire un perfetto
equilibrio sia economico che organizzativo. Questa autonomia si è però trasformata,
dal punto di vista delle relazioni, in isolamento. La nostra struttura
pur essendo estremamente solida e competente non è ancora diventata
pienamente punto di riferimento all'esterno per i processi di innovazione
e ricerca sul territorio. Il CdA intende lavorare in modo intenso alla definizione
di strategie di relazione per garantirci la giusta percezione presso
i pubblici di riferimento e avviare quel salto di scala capace di assicurare
la piena funzione di un Parco Scientifico e Tecnologico che, oltre a sviluppare
progetti e attività per le realtà esistenti, sia anche incubatore
di imprese.
Quando nasce il Parco Scientifico e Tecnologico?
Fondato nel 1992 da Enti
pubblici, Il PST è stato da subito impegnato
prevalentemente nella predisposizione di progetti da candidare su un
accordo di programma siglato tra il Ministero del Tesoro, l'allora Ministero
del Mezzogiorno e quello dell'Università e Ricerca Scientifica. Nel
1994 si è dovuto riscontrare che la presentazione dei progetti non
era di per sé sufficiente all'avvio di un Parco Scientifico. Il Ministero
dell'Università ribadì, innanzitutto, che la società consortile
doveva avere nella sua composizione una forte presenza di aziende private.
Fu poi sancito il principio fondamentale in virtù del quale il Parco
doveva essere l'unico titolare dei progetti di ricerca. Nell'ottobre
1994 avvenne la necessaria ricomposizione societaria con la apertura alle
imprese private che sottoscrissero l'aumento del capitale sociale e la rimodulazione
dei settori di intervento.
Cosa è diventato oggi il Parco?
Siamo operativi dal 1995, in organico
35 dipendenti, con uffici dislocati a Salerno, Benevento, Avellino e Ariano
Irpino. Il Parco è costituito
dalle Università degli Studi di Salerno e del Sannio, da 12 amministrazioni
pubbliche, tra cui la Regione Campania, le Amministrazioni Provinciali
di Salerno, Avellino e Benevento, i Comuni di Salerno e Ariano Irpino
e le C.C.I.A.A. di Benevento e Salerno. Sono, inoltre, socie 100 imprese
private tra le più prestigiose
del panorama economico locale. Siamo certificati ISO 9001:2000, iscritti
all'Albo dei laboratori di ricerca del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca e a quello della Regione Campania tra i soggetti abilitati
all'erogazione di servizi di consulenza e commesse di ricerca a sostegno
dell'innovazione delle Pmi campane, oltre a essere accreditati come
organismo di Formazione.
Quali sono le tipologie di progetti che portate avanti?
Abbiamo promosso
oltre 220 progetti gestendone 129 e altri 14 sono in fase di avvio. Le nostre
aree di intervento sono Amministrazione e Finanza, Formazione, Sviluppo e
Networking, Ricerca e Trasferimento Tecnologico. Alla prima afferiscono la
gestione amministrativa e finanziaria e l'assistenza per finanziamenti agevolati
pro ricerca. L'area Formazione è impegnata in analisi di
fabbisogni formativi, nella qualificazione e specializzazione del capitale
umano. L'area Sviluppo e Networking supporta le politiche pubbliche,
assistendo gli Enti Locali nell'identificazione di opportunità, obiettivi
e strumenti per l'innovazione dei servizi della P.A. e lo sviluppo di infrastrutture
e servizi avanzati di ICT. L’area Ricerca e Trasferimento Tecnologico,
affianca le imprese che necessitano di introdurre nuove tecnologie
nell’attività produttiva
per migliorare la competitività. È specializzata nell'avvio
e coordinamento di progetti di innovazione e trasferimento nei campi:
agroalimentare, ambiente e territorio, biochimica e tecnologie dei materiali,
informatica e multimedialità. Alcuni risultati del primo settore sono
l'applicazione dell'osmosi inversa in ambito agroindustriale per la concentrazione
di succhi vegetali e per il trattamento delle acque, la sperimentazione di
tecniche di essiccamento di vegetali e frutta mediante cicli combinati di
disidratazione che lasciano inalterate le caratteristiche fisiche e organolettiche
dei prodotti e, molto interessante, l'applicazione di biosensori per regolarizzare
i processi di vinificazione. Al secondo campo spettano la prevenzione, il
monitoraggio e la valutazione dei rischi ambientali connessi alla contaminazione
dei suoli e delle acque, onde elettromagnetiche, dissesto idrogeologico,
erosione costiera, incendi. È, inoltre, impegnato nell'ottimizzazione
e gestione dei servizi di raccolta, trasporto e mobilità R.S.U.. Il
terzo ambito di attività comprende l'individuazione di metodologie
innovative di recupero e valorizzazione dei bei culturali e di edilizia sostenibile,
la gestione dei processi di conservazione e manutenzione del patrimonio edilizio,
la predisposizione di progetti di bio-informatica e ingegneria strutturale.
L'ultimo settore ha sviluppato archivi elettronici tradizionali, tecniche
di telelavoro, reti wan-lan-intranet aziendali, sistemi informativi
per la reingegnerizzazione della gestione dei flussi documentali. |