IL GIUDIZIO DI IDONEITÀ CON
PRESCRIZIONI
QUALI GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO?
AGRICOLTURA
UN FUTURO PER I GIOVANI
L'UE GIOCA UN RUOLO CHIAVE
AGRICOLTURA, UN FUTURO PER I GIOVANI
L' UE GIOCA UN RUOLO CHIAVE
Un settore in crescita grazie ai finanziamenti
europeii
Luigi
Crucito
Presidente vicario Comitato Consultivo Regionale INAIL Campania
salerno-cocopro1@inail.it
L' agricoltura sta vivendo in questi ultimi anni una vera
e propria rinascita. Grazie agli incentivi e alle agevolazioni dell'UE,
infatti, si stima che oltre 50mila giovani italiani siano intenzionati ad
avviare una nuova attività agricola, puntando su innovazione e biotecnologie.
Si può notare una maggiore tutela dell'ambiente e dei prodotti tipici
locali, basti pensare al Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano
o alle oasi naturali e ai Parchi regionali. Il riavvicinarsi dei giovani
all'agricoltura, forse dettato dalla carenza di lavoro e dalla volontà di
non emigrare e restare nei luoghi di origine, costituisce un dato confortante.
Il settore primario può far fronte alla crisi industriale che ha
colpito anche il nostro territorio. In questi anni abbiamo assistito alla
fuga delle multinazionali e alla scarsità di investimenti: valga
l'esempio della Ideal Standard, dell'Etheco, dell'Alcatel. Per non parlare,
poi, delle aree industriali del Cratere del 1980 e del fallimento del Contratto
d'Area. Una vera industrializzazione della montagna non è avvenuta
nonostante i finanziamenti, il rispetto per l'ambiente e la disponibilità dei
servizi. Molte imprese del Nord sono venute, hanno preso i soldi e sono
andate via. Dimostrazione lampante della necessità di rispettare
la vocazione del territorio e creare una filiera produttiva dell'agroalimentare.
Il primo passo è, appunto, abbassare l'età media degli addetti
all'agricoltura. Secondo l'Istat, infatti, il 94% dei titolari di aziende
agricole non ha un successore. Attualmente solo nel 4,1% delle oltre due
milioni di imprese agricole presenti in Italia la conduzione è affidata
a giovani sotto i 35 anni: di questi un quarto è donna, il 70% è diplomato
e il 35% laureato. Una rappresentanza molto qualificata che non si occupa
soltanto di produrre alimentari, ma anche di nuove attività nel settore
dei beni paesaggistici, ambientali e di tutela dell'habitat. Dal punto di
vista del quadro infortunistico, invece, la situazione riflette il calo
degli occupati registrato in questo periodo: 58.017 infortuni nel 2002 rispetto
ai 63.499 del 2001. Il 40% degli infortunati, inoltre, ha più di
50 anni e 1 su 10 più di 65. C'è da ricordare, però,
che per quanto riguarda i danni da lavoro, Eurostat pone l'agricoltura,
insieme con le costruzioni e i trasporti, tra le attività a maggior
rischio: gli indici di frequenza degli incidenti in Italia sono quasi doppi
in confronto a quelli medi europei. Nel Salernitano si sono registrati 1.102
incidenti sul lavoro in agricoltura, sui 3.686 denunciati in Campania: la
nostra provincia detiene questo primato certamente non esaltante. Ma questo
rilievo statistico indica anche che le nostre terre non sono state mai del
tutto abbandonate. Dal punto di vista delle agevolazioni, il 2003 è stato
l'anno della riforma della Pac (Politica agricola comune), che ha introdotto
importanti novità in materia di finanziamenti. Un incremento per
tutto il settore si potrebbe avere con l'agricoltura biologica. Entro maggio
del 2004 è previsto il Piano d'azione europeo per definire la politica
dell'Unione in questa materia. Per questo modello di sviluppo occorrono
ulteriori agevolazioni, fiscalità etica e investimenti per favorire
le attività di ricerca. L'Italia con più di 60mila aziende
attive, è leader assoluta in Europa. |