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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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LUCA DI MONTEZEMOLO
«LA MIA CONFINDUSTRIA»

IN DOTE FORZA E CAPACITÁ
MERITO E CREDITO ALL’IMPRENDITORIA ITALIANA

IN DOTE FORZA E CAPACITÁ
MERITO E CREDITO ALL'IMPRENDITORIA ITALIANA
Superare le strategie individualistiche per favorire la cooperazione

di Paolo Battista

Nato a Parma nel 1947, Marco Rosi è Presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Parma dal 2000. Lo scorso 20 maggio ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in marketing dalla Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Parma, per essere riuscito a coniugare l'innovazione di processo e di prodotto con quella nel packaging e nella comunicazione, trasformando una commodity in un prodotto di marca, aprendo la strada a molti imitatori e ponendo le basi per la nascita di una nuova categoria merceologica. Risultati eccellenti conseguiti da un imprenditore di prima generazione e da un'azienda di piccola dimensione. Cavaliere del Lavoro, è Presidente del Gruppo Parmacotto, che impiega 290 persone, e da sempre si impegna nel campo dell’arte e della cultura, promuovendo numerose iniziative tra cui il restauro degli affreschi del Correggio nella cupola della chiesa di San Giovanni in Parma, del Sancta Sanctorum in San Giovanni in Laterano e la partecipazione alla Mostra dei Farnese a Parma.

Qual è il comparto forte dell'industria parmense?
Il settore prevalente della nostra industria è l'agro-alimentare, che comprende non solo le produzioni di beni di consumo, ma anche quelle connesse, prima fra tutte quella di impianti e tecnologie che vede Parma leader nel mondo. Non si possono, peraltro, dimenticare l'importanza di altri settori che, seppure meno numerosi, vantano realtà aziendali di grande rilievo, (ad esempio il chimico-farmaceutico, la meccanica generale, la lavorazione del vetro e le costruzioni).


Marco Rosi
Presidente Unione Industriali Provincia di Parma
info@upi.pr.it



Qual è invece il settore in espansione?
L'apparato industriale parmense, per la particolare composizione produttiva, ha sempre conosciuto uno sviluppo costante negli anni senza "picchi" particolari di espansione, ma anche senza gravi crisi settoriali.

Prodotti di nicchia vs offerta generalista, logica di rete o strategie individualiste, qual è la direzione da seguire per le imprese italiane?
Si commette spesso l'errore di confondere il concetto di "prodotto di qualità" con quello di "prodotto di nicchia"; mentre non è affatto scontato che un bene prodotto e distribuito su larga scala, in un contesto tipicamente industriale, sia meno valido qualitativamente rispetto a un prodotto cosiddetto "di nicchia". L'industria italiana deve a mio avviso continuare a lavorare nel modo migliore possibile, secondo le logiche che le sono proprie, tralasciando strategie produttive e commerciali di tipo individualistico incompatibili con la sua natura e le sue caratteristiche.

I nuovi mercati: Russia e Cina.
Si tratta sicuramente di mercati molto appetibili per le nostre aziende, anche se difficili sotto numerosi punti di vista, primi fra tutti la sicurezza dei crediti e la necessità di certificati particolari per esportare. La Cina si presenta come un Paese certamente complesso, ma non più "ostile" e spesso incomprensibile come in passato e soprattutto ricco di opportunità, mentre la Russia è senza dubbio uno dei mercati migliori tra quelli vicini a noi. A conferma dell'interesse con cui Parma guarda a questi due Paesi, abbiamo predisposto, in collaborazione con Confindustria Emilia Romagna e con la stessa Regione Emilia Romagna, due progetti settoriali proprio verso questi due mercati che, essendo in piena fase di rilancio economico, potrebbero costituire uno sbocco importante per i nostri prodotti.

L'impatto di Basilea 2 sul mercato italiano.
Basilea 2 è, in questo periodo, al centro di molti dibattiti e convegni, ma se ne discute spesso con toni, a mio avviso, eccessivamente allarmistici. Di certo le nuove regole muteranno profondamente le relazioni tra imprese e istituti bancari, ma credo che noi imprenditori dobbiamo sforzarci di vedere Basilea 2 anche come una fonte di opportunità. La necessità di adeguamento ai criteri imposti dall'Accordo può, infatti, costituire un importante stimolo, soprattutto per le realtà aziendali medio-piccole, a operare scelte di gestione improntate all'equilibrio economico-finanziario e alla trasparenza dell'informativa di bilancio.

Il Sud visto dal Nord.
Il divario tra Nord e Sud costituisce, da sempre, uno dei problemi che maggiormente hanno condizionato la crescita economica del Paese. Credo, tuttavia, che molto sia stato fatto in questi anni, e da parte del potere politico e dallo stesso sistema Confindustria, per la soluzione di questo problema e favorire i rapporti e le collaborazioni tra le imprese delle due diverse zone geografiche. La mia esperienza personale di imprenditore che opera da diversi anni attivamente nelle regioni del Mezzogiorno mi induce a giudicare con ottimismo l'evoluzione del processo di riavvicinamento.

Quanto incidono sulla produttività i fenomeni di criminalità economica, e come tutelare invece le aziende che affrontano la sfida della competitività nel pieno rispetto delle regole?
Fortunatamente, nel nostro territorio questi fenomeni hanno avuto fino ad ora un rilievo marginale e la quasi totalità delle imprese svolge la propria attività nel pieno rispetto delle regole, che sono spesso assai onerose (normativa fiscale, previdenziale, in materia di tutela dell'ambiente e della sicurezza). Proprio per questo riteniamo compito essenziale di chi rappresenta autorevolmente il sistema industriale del nostro Paese, Confindustria e le altre associazioni confederate in primis, di adoperarsi in tutti i modi possibili affinchè le imprese "virtuose" (che all'interno del nostro mondo costituiscono la grande maggioranza) non vengano penalizzate rispetto a quelle che, comportandosi in modo meno attento al rispetto delle regole o, addirittura violandole sistematicamente, godono di rilevanti e ingiusti benefici in termini di riduzione dei costi e, conseguentemente, di immeritati vantaggi competitivi.

Cosa vuol dire fare sistema?
Essenzialmente colmare quella grande lacuna di cui il nostro apparato produttivo, ma anche tutto il Paese, soffre. Abbiamo, come singoli e categorie professionali, doti non comuni e grandi potenzialità; ma la mancanza di sinergia, di coordinamento e organizzazione ci condiziona e penalizza i nostri sforzi. Fare sistema significa superare questi limiti e concorrere tutti, ciascuno per la propria parte, alla realizzazione dei vari progetti.

Le sue aspettative circa la presidenza Montezemolo.
Credo che l'esordio del neo-Presidente Luca di Montezemolo sia stato estremamente chiaro e positivo. Molti sono gli elementi interessanti e condivisibili del programma presidenziale, ma tra tutti, l'aspetto più apprezzabile è senza dubbio l'invito a rimboccarsi le maniche e affrontare, con il coraggio e la determinazione necessari, le sfide che ci attendono. Anch'io, come Montezemolo, ritengo che ne abbiamo la forza e le capacità; occorre però che ce ne convinciamo tutti.


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