LUCA DI MONTEZEMOLO
«LA MIA CONFINDUSTRIA»
IN
DOTE FORZA E CAPACITÁ
MERITO E CREDITO ALL’IMPRENDITORIA ITALIANA
IN
DOTE FORZA E CAPACITÁ
MERITO E CREDITO ALL'IMPRENDITORIA ITALIANA
Superare le strategie individualistiche
per favorire la cooperazione
di Paolo Battista
Nato a Parma nel 1947, Marco Rosi è Presidente dell’Unione
Industriali della Provincia di Parma dal 2000. Lo scorso 20
maggio ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in marketing dalla
Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di
Parma, per essere riuscito a coniugare l'innovazione di processo
e di prodotto con quella nel packaging e nella comunicazione,
trasformando una commodity in un prodotto di marca, aprendo
la strada a molti imitatori e ponendo le basi per la nascita
di una nuova categoria merceologica. Risultati eccellenti conseguiti
da un imprenditore di prima generazione e da un'azienda di
piccola dimensione. Cavaliere del Lavoro, è Presidente
del Gruppo Parmacotto, che impiega 290 persone, e da sempre
si impegna nel campo dell’arte e della cultura, promuovendo
numerose iniziative tra cui il restauro degli affreschi del
Correggio nella cupola della chiesa di San Giovanni in Parma,
del Sancta Sanctorum in San Giovanni in Laterano e la partecipazione
alla Mostra dei Farnese a Parma.
Qual è il comparto forte dell'industria
parmense?
Il settore prevalente della nostra industria è l'agro-alimentare,
che comprende non solo le produzioni di beni di consumo, ma anche quelle
connesse, prima fra tutte quella di impianti e tecnologie che vede Parma
leader nel mondo. Non si possono, peraltro, dimenticare l'importanza
di altri settori che, seppure meno numerosi, vantano realtà aziendali
di grande rilievo, (ad esempio il chimico-farmaceutico, la meccanica
generale, la lavorazione del vetro e le costruzioni).
Marco
Rosi
Presidente Unione Industriali Provincia di Parma
info@upi.pr.it
Qual è invece il settore in espansione?
L'apparato industriale parmense, per la particolare composizione
produttiva, ha sempre conosciuto uno sviluppo costante negli anni senza "picchi" particolari
di espansione, ma anche senza gravi crisi settoriali.
Prodotti di nicchia vs offerta generalista, logica
di rete o strategie individualiste, qual è la direzione da seguire
per le imprese italiane?
Si commette spesso l'errore di confondere il concetto di "prodotto
di qualità" con quello di "prodotto di nicchia";
mentre non è affatto scontato che un bene prodotto e distribuito
su larga scala, in un contesto tipicamente industriale, sia meno valido
qualitativamente rispetto a un prodotto cosiddetto "di nicchia".
L'industria italiana deve a mio avviso continuare a lavorare nel modo
migliore possibile, secondo le logiche che le sono proprie, tralasciando
strategie produttive e commerciali di tipo individualistico incompatibili
con la sua natura e le sue caratteristiche.
I nuovi mercati: Russia e Cina.
Si tratta sicuramente di mercati molto appetibili per le nostre aziende,
anche se difficili sotto numerosi punti di vista, primi fra tutti la
sicurezza dei crediti e la necessità di certificati particolari
per esportare. La Cina si presenta come un Paese certamente complesso,
ma non più "ostile" e spesso incomprensibile come in
passato e soprattutto ricco di opportunità, mentre la Russia è senza
dubbio uno dei mercati migliori tra quelli vicini a noi. A conferma
dell'interesse con cui Parma guarda a questi due Paesi, abbiamo predisposto,
in collaborazione con Confindustria Emilia Romagna e con la stessa Regione
Emilia Romagna, due progetti settoriali proprio verso questi due mercati
che, essendo in piena fase di rilancio economico, potrebbero costituire
uno sbocco importante per i nostri prodotti.
L'impatto di Basilea 2 sul mercato italiano.
Basilea 2 è, in questo periodo, al centro di molti dibattiti
e convegni, ma se ne discute spesso con toni, a mio avviso, eccessivamente
allarmistici. Di certo le nuove regole muteranno profondamente le relazioni
tra imprese e istituti bancari, ma credo che noi imprenditori dobbiamo
sforzarci di vedere Basilea 2 anche come una fonte di opportunità.
La necessità di adeguamento ai criteri imposti dall'Accordo può,
infatti, costituire un importante stimolo, soprattutto per le realtà aziendali
medio-piccole, a operare scelte di gestione improntate all'equilibrio
economico-finanziario e alla trasparenza dell'informativa di bilancio.
Il Sud visto dal Nord.
Il divario tra Nord e Sud costituisce, da sempre, uno dei problemi
che maggiormente hanno condizionato la crescita economica del Paese.
Credo, tuttavia, che molto sia stato fatto in questi anni, e da parte
del potere politico e dallo stesso sistema Confindustria, per la soluzione
di questo problema e favorire i rapporti e le collaborazioni tra le
imprese delle due diverse zone geografiche. La mia esperienza personale
di imprenditore che opera da diversi anni attivamente nelle regioni
del Mezzogiorno mi induce a giudicare con ottimismo l'evoluzione del
processo di riavvicinamento.
Quanto incidono sulla produttività i fenomeni di criminalità economica,
e come tutelare invece le aziende che affrontano la sfida della competitività nel
pieno rispetto delle regole?
Fortunatamente, nel nostro territorio questi fenomeni hanno avuto
fino ad ora un rilievo marginale e la quasi totalità delle imprese
svolge la propria attività nel pieno rispetto delle regole, che
sono spesso assai onerose (normativa fiscale, previdenziale, in materia
di tutela dell'ambiente e della sicurezza). Proprio per questo riteniamo
compito essenziale di chi rappresenta autorevolmente il sistema industriale
del nostro Paese, Confindustria e le altre associazioni confederate
in primis, di adoperarsi in tutti i modi possibili affinchè le
imprese "virtuose" (che all'interno del nostro mondo costituiscono
la grande maggioranza) non vengano penalizzate rispetto a quelle che,
comportandosi in modo meno attento al rispetto delle regole o, addirittura
violandole sistematicamente, godono di rilevanti e ingiusti benefici
in termini di riduzione dei costi e, conseguentemente, di immeritati
vantaggi competitivi.
Cosa vuol dire fare sistema?
Essenzialmente colmare quella grande lacuna di cui il nostro apparato
produttivo, ma anche tutto il Paese, soffre. Abbiamo, come singoli e
categorie professionali, doti non comuni e grandi potenzialità;
ma la mancanza di sinergia, di coordinamento e organizzazione ci condiziona
e penalizza i nostri sforzi. Fare sistema significa superare questi
limiti e concorrere tutti, ciascuno per la propria parte, alla realizzazione
dei vari progetti.
Le sue aspettative circa la presidenza Montezemolo.
Credo che l'esordio del neo-Presidente Luca di Montezemolo sia stato
estremamente chiaro e positivo. Molti sono gli elementi interessanti
e condivisibili del programma presidenziale, ma tra tutti, l'aspetto
più apprezzabile è senza dubbio l'invito a rimboccarsi
le maniche e affrontare, con il coraggio e la determinazione necessari,
le sfide che ci attendono. Anch'io, come Montezemolo, ritengo che ne
abbiamo la forza e le capacità; occorre però che ce ne
convinciamo tutti.
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