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  Dicembre 2012

Articoli - n° 5 Giugno 2004
 



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L’EDITORIA NEL SISTEMA CONFEDERALE
VOGLIA D’IMPRESA TRA LE RIGHE
Diffondere la cultura aziendale: la missione dei nostri house organ

a cura della redazione di Costozero

Andrea Milano
Direttore
L’Imprenditore
imprenditore@confindustria.it

Il 7 maggio scorso nella elegante cornice della Sala delle Colonne della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia si è celebrato il primo decennale de L'Imprenditore, il mensile della Piccola Industria di Confindustria. L'incontro, che ha visto tra i relatori il nostro Direttore Antonio Paravia, si è rivelata una preziosa opportunità per riflettere sul ruolo e la funzione dell'editoria nella organizzazione confederale. Comunicare in modo chiaro e trasparente le posizioni del sistema imprenditoriale, al fine di rendere un servizio informativo sempre più utile e adeguato all'evoluzione dei contesti sociali ed economici di una realtà in continuo mutamento, è oggi una necessità cui far fronte nell’obiettivo di diffondere la voglia e la cultura di impresa. Abbiamo colto l’occasione per affrontare e discutere i diversi aspetti della tematica con Andrea Milano, Orazio Maria Petracca e Giuseppe Magrì, rispettivamente Direttore, Diret-tore responsabile e Direttore editoriale de L'Imprenditore.

Qual è stato il segreto della progressiva e positiva affermazione de L'Imprenditore?
Il poter contare sulla Piccola Industria di Confindustria, che nel succedersi dei suoi Presidenti - dopo Giorgio Fossa, Mario Casoni, Francesco Bellotti e ora Sandro Salmoiraghi - ci ha sempre dato fiducia e fornito stimoli nuovi per lavorare bene e migliorare. In più abbiamo avuto il supporto di un editore, Sipi, che, ancor prima di raggiungere gli attuali risultati, ha saputo assicurare il sostegno adeguato alla testata, non facendo mai mancare gli investimenti necessari. Le firme di importanti direttori responsabili, da Paolo Mazzanti, che ha iniziato con noi nel 1994, a Innocenzo Cipolletta, da Giuseppe Rosa a Orazio Maria Petracca, hanno rappresentato per noi da sempre una carta vincente. Ci è stata, inoltre, preziosa la straordinaria quantità di materiale prodotta continuamente da Confindustria: ricerche, studi, indagini, pareri, tutto ciò che dall'organizzazione centrale e dalle associazioni territoriali e di categoria viene realizzato e messo a nostra disposizione. Diversi dirigenti e funzionari confederali a tutti i livelli hanno collaborato con noi, trasformandosi per l'occasione in giornalisti o inviati, affiancando chi aveva la responsabilità della realizzazione della rivista, ora il nostro direttore editoriale, Giuseppe Magrì, senza il quale i vari "fattori della produzione" non arriverebbero al prodotto finito. Abbiamo, inoltre, vissuto la situazione privilegiata di un Comitato di direzione nel quale si sono succeduti imprenditori appassionati, attenti all'evolversi degli scenari economici, sociali e politici, pronti a fornire contributi vivaci alla definizione dei contenuti della rivista.

Un suo giudizio sul giornalismo economico di oggi.
L'intreccio tra la politica e l'economia ormai si è consolidato nel nostro Paese con ricadute pesanti anche nel campo dell'informazione. È indispensabile per creare una comunicazione di valore tornare ai contenuti, e riprovare a fare un giornalismo più scientifico e obiettivo.

Quale dovrebbe essere secondo lei la funzione dell'editoria associativa?
Chi è impegnato in questo particolare ambito è teoricamente un soggetto a rischio perché rappresenta un'organizzazione che esprime interessi tra loro molto diversificati. Ciononostante noi cerchiamo di essere imparziali, selezionando ciò che nell'ambito delle posizioni imprenditoriali pensiamo sia effettivamente l'espressione dell'interesse di tutti. Il nostro obiettivo deve essere creare, mese dopo mese, uno strumento di comunicazione in grado di parlare agli imprenditori ma anche di trasmettere all'esterno quella cultura di impresa che mai dobbiamo dimenticare di diffondere, quali che siano i nostri interlocutori istituzionali.


Antonio Paravia, Francesco Bellotti e Roberto Ippolito


Quali strategie editoriali per i nostri magazine?
È ancora vincente la ricerca della qualità a discapito del sensazionalismo esasperato?
Per i nostri giornali che sono espressione di categoria è molto difficile la ricerca dell'originalità. È invece nostro compito rendere partecipi gli altri dell'incredibile quantità di documentazioni, di studi e di ricerche prodotta e curata dalle nostre Associazioni, a livello locale e nazionale.

Cosa spinge alla creazione di un house organ e quali sono le caratteristiche indispensabili per una comunicazione efficace?
Credo che la carta stampata sia ancora il naturale sbocco comunicativo di un'organizzazione. Il flusso di informazioni, sia all'interno che all'esterno del sistema, non può essere affidato ad altri mezzi di comunicazione poiché questi non garantiscono il necessario approfondimento delle tematiche che noi trattiamo.
Come è possibile affrancarsi dallo stato di prodotto di publishing aziendale?
Investendo risorse economiche per realizzare un progetto di qualità, abbandonando il bollettino associativo fatto dai funzionari di buona volontà. La validità dei contenuti è la base per attrarre investimenti pubblicitari e cimentarsi in un'iniziativa editoriale più forte e autonoma.

di Paolo Battista

Orazio Maria Petracca
Direttore Responsabile L’Imprenditore
petracca@confindustria.it


Quali sono i punti di forza della rivista?

Il nostro foglio possiede un enorme potenziale quanto a capacità di diffondere e chiarire, alla variegata moltitudine dei piccoli e medi imprenditori, i problemi, le idee, le proposte che riguardano la vita delle loro aziende. Ho però l'impressione che, allo stato attuale, questo potenziale sia, per certi aspetti, sottoutilizzato.

E che cosa vi impedirebbe di mettere pienamente a frutto il vostro potenziale?
Non ci ha aiutato, negli ultimi tempi, la formula grafica, indubbiamente valida quando fu lanciata - appunto 10 anni fa - ma ora, come è naturale, visibilmente un po' datata. Per questa ragione abbiamo deciso di dare alla rivista una nuova veste, se vogliamo più snella e spigliata, ma tuttavia non meno rigorosa di quella tradizionale.


I relatori del convegno di Perugia del 7 maggio 2004

In particolare, quali sono i cambiamenti avvenuti col restyling e quale il loro significato?
Abbiamo dato alla copertina un'impostazione di stile geometrico che magari a qualcuno può sembrare troppo algida, ma che la rende più ariosa, più ordinata, restituendo allo stesso tempo un'immediata leggibilità di quello che è il tema principale di ogni singolo numero, "il leit-motiv del mese". A questo scopo corrisponde anche la decisione di variare, volta per volta, la cromografia dei riquadri secondo una sequenza fissa e prestabilita, nel senso che ciascun mese avrà sempre, ogni anno, lo stesso colore. Quanto alle pagine interne, invece, abbiamo scelto un carattere un po' più ricco di "grazie" - rispetto a quello tipicamente commerciale adottato in precedenza - che permette in ogni caso di comporre testi di sobrio tenore e di scorrevole lettura.

I relatori del convegno di Perugia del 7 maggio 2004

Una maggiore cura dell'aspetto formale senza incidere in negativo sui contenuti.
Naturalmente, la questione più importante è e rimane quella dei contenuti. Due soprattutto sembrano i punti sui quali può essere utile una riflessione e, magari, anche un intervento. Da una parte, mi chiedo se non sia il caso di mettere ancor più in risalto la vocazione a tematizzare le grandi tendenze da cui dipende, in prospettiva, la situazione dell'intero sistema produttivo, specie delle piccole e medie imprese. Mi riferisco a quei trend che non sono solo di carattere economico ma coinvolgono tutto il sistema della convivenza civile. Dall'altra, sarebbe forse opportuno dare una sistemazione più organica all'informazione sulla strategia e le attività della rappresentanza industriale. Può darsi che ciò comporti un ridimensionamento degli spazi dedicati oggi ad attività marginali, senza che questo significhi cancellare pagine che comunque interessano una larga cerchia di imprenditori e imprese. Sempre nella stessa logica di attenzione ai lettori potenziali, va probabilmente concesso maggiore spazio alle notizie sulla vita interna delle strutture associative. Il senso complessivo di queste proposte - peraltro da verificare negli organi collegiali preposti alla direzione del giornale - è che, anche se "L'Imprenditore" svolge innanzitutto una funzione di house organ, non per questo deve rinunciare a proiettarsi su un orizzonte più vasto.

di Raffaella Venerando

 

GIUSEPPE MAGRì
Direttore Editoriale L’Imprenditore
g.magri.sipi@confindustria.it

In che modo è possibile creare una comunicazione di valore?
Avvalendosi di semplicità, concretezza e comunicando in modo comprensibile e chiaro argomenti, per loro natura, particolarmente complessi.
É importante riuscire a creare uno strumento di informazione che riesca a dare ai lettori il massimo di notizie seguendo e anche anticipando i temi di attualità.

Che ruolo deve svolgere l'editoria nell’organizzazione confederale?
Il nostro scopo deve essere portare all'esterno, oltre che far circolare all'interno, quanto fanno costantemente le Associazioni Territoriali e la Confindustria, pubblicizzare e dare informazioni riguardo queste realtà conosciute ancora troppo poco. A tal proposito, mi preme ricordare come L'Imprenditore, dallo scorso anno, ha iniziato un viaggio attraverso le "eccellenze" nel sistema Confindustria ospitando interventi di varie Associazioni Industriali proprio con l'obiettivo di offrire un quadro delle attività e delle iniziative svolte dalle Associazioni Provinciali che hanno contribuito allo sviluppo economico del territorio, alla crescita della società civile e alla salvaguardia del patrimonio artistico e culturale. Una iniziativa che mira a trasmettere all'esterno in che modo il sistema Confindustria non svolga soltanto un ruolo di rappresentanza e tutela di interessi specifici, ma sia anche protagonista in quella funzione sociale che impegna il mondo delle imprese non solo nel produrre ricchezza ma soprattutto nel creare occu-pazione, benessere e coesione sociale nell'interesse e per la crescita di tutto il sistema Paese. Trasmettere all'esterno le proprie idee e iniziative rappresenta, inoltre, anche un buon modo per fare del sano associazionismo.

Quali motivazioni vi sono alla base della nascita di un house organ?
Sicuramente la necessità di dare visibilità alle proprie iniziative e attività. Creare uno strumento in grado di attrarre l'attenzione dei diversi soggetti interessati sui temi e i progetti promossi al fine di creare un consenso sugli stessi. E la carta stampata rimane in ogni caso, nonostante i cambiamenti avvenuti in questi anni in campo mediatico, lo strumento migliore e più efficace per trasmettere quello che si fa e ciò che si vuol dire. Infatti, contrariamente a tutte le previsioni, non si è ridotto l'utilizzo della carta e la Rete non è divenuta un'alternativa ai giornali. Tutt’altro. I due strumenti si sono rilevati tra loro complementari.

Come si confeziona un progetto editoriale di tipo professionale?
L'obiettivo deve essere quello di realizzare un prodotto che sia sempre più leggibile e attraente da parte dei lettori e questo non solo nei contenuti ma anche graficamente.
Non è certo facile soprattutto in quanto per realizzare al meglio una rivista sono indubbiamente necessarie importanti risorse economiche. Ma solo innovando è possibile attrarre quelle risorse pubblicitarie che consentano di effettuare gli investimenti indispensabili per migliorare i processi legati alla produzione delle riviste.

di Vito Salerno

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