MONTEZEMOLO TEAM LEADER CONFINDUSTRIA
POLE POSITION, PIT STOP E BANDIERE A SCACCHI Il nuovo Presidente porta con sé anche l’immagine vincente della Ferrari
Il nostro Paese ha perso nell’ultimo decennio molte posizioni nella classifica delle competitività. Se fossimo un’auto da corsa ci diagnosticherebbero tante anomalie, perfino le gomme sgonfie. Nei nostri editoriali abbiamo trattato spesso di problematiche irrisolte, che frenano lo sviluppo dell’economia e che mettono in risalto la mancanza di una politica industriale sia a livello nazionale che regionale. Siamo stati particolarmente pungenti quando abbiamo affrontato temi quali la burocrazia, la devolution, le carenze infrastrutturali, e fra queste soprattutto quelle civili, l’insopportabile pressione fiscale, il credito e Bankitalia, la contrattazione negoziata, per citarne solo alcuni. Abbiamo, più volte, rimarcato che il nostro è un sano pessimismo costruttivo che, partendo dalla radiografia dell’esistente, punta al traguardo di soluzioni efficaci, che rispondano all’esigenza di ottenere profondi e positivi cambiamenti. Abbiamo, però, scritto poco sull’imprenditoria italiana, al di là delle affermazioni scontate sul capitalismo familiare e sui limiti dimensionali. Un’analisi obiettiva ci impone di guardare anche al nostro interno. Nel mercato nazionale, registriamo da parte di tante aziende comportamenti molto diversi e che, talvolta, producono forti distorsioni. Non possiamo confrontare le imprese che rispettano le regole con quelle che neanche le considerano: lavoro nero, sicurezza, qualità, ambiente e non in ultimo la fiscalità. Non dobbiamo imitare le tre scimmie che non sentono, non vedono, non parlano. Stigmatizziamo duramente quelle attività imprenditoriali che si muovono in modo spregiudicato e in eccesso di libertà, senza peraltro ricevere controlli adeguati e qualificati dai troppi enti e organismi preposti. Vediamo sempre più compromessa la nostra credibilità internazionale, ulteriormente ridottasi negli ultimi mesi a causa dei noti scandali finanziari. In questa difficile realtà inizia a muoversi il nuovo Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. I problemi in cui versa il Paese non sono dovuti solo ad avverse congiunture, ma molti di essi, come abbiamo evidenziato, sono strutturali. Montezemolo, con le sue capacità e il prestigio internazionale raccolto quale team leader della Ferrari, ha dato una positiva iniezione di fiducia alla nostra Associazione e ha di certo già determinato un recupero dell’immagine del Paese. Merita tutto il nostro appoggio e rispetto per il compito gravoso a cui si è prestato e per la squadra che ha saputo mettere in campo. Ora tocca a noi imprenditori sostenerlo lealmente con forza e coerenza. Seguiamo alcune sue indicazioni: «...Nessuno, più di noi stessi, potrà aiutarci a risolvere i nostri problemi. Se così non fosse e se credessimo che tutto dipende dagli altri, o credessimo che il Governo, la politica, la società fossero i soli responsabili del nostro star bene o star male, allora vorrebbe dire che abbiamo rinnegato il modello del mercato libero. ...Tocca alle imprese aprire nuovi orizzonti ed esplorare nuove strade. Tocca a noi investire in ricerca, innovare, essere curiosi, accettare di rimettere in discussione i nostri assetti. Rinunciare, se necessario, al comando solitario delle nostre imprese per affrontare, con altri, sfide che da soli non potremmo neppure immaginare. Dobbiamo saper crescere...». E ancora: «...Confindustria deve essere soprattutto professionale ...perché la vera lobby di sistema si realizza con la fondatezza delle proprie ragioni. Più Confindustria sarà autorevole e professionale, più svilupperemo il nostro sistema associativo perché avremo una grande forza di attrazione nei confronti delle nuove imprese e dei nuovi soggetti economici...». E infine condividiamo particolarmente quest’ultima considerazione: «...Confindustria non è di questo o di quel Presidente di turno, ma è del mondo delle imprese: chi la guida per quattro anni deve avere la responsabilità di consegnarla più forte e ancora più efficiente a chi viene dopo...». Rispondiamo convinti all’invito alla partecipazione attiva e sentita per la realizzazione dei progetti della nostra Associazione. Siamo pronti, così, a ripartire, sostenuti dalla professionalità della squadra costituita, affinchè Confindustria diventi una delle tante e prestigiose declinazioni del "Made in Italy" apprezzato come eccellenza in tutto il mondo. A Montezemolo chiediamo di portare in pole position le nostre priorità, di velocizzare i pit stop per consentire più bandiere a scacchi per l’Italia e le sue imprese.
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