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  Dicembre 2012

Articoli - n° 5 Giugno 2004
 



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RILANCIARE LA COMPETITIVITÀ
L’ITALIA TRA EUROPA E MEDITERRANEO
Le diversità del territorio vanno concepite come fattori di ricchezza

ANTONIO LOMBARDI
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it

La provincia di Salerno presenta, purtroppo, numerosi punti di sofferenza, alcuni di essi determinanti nell'ottica di un rilancio e non tutti dipendenti dalla volontà locale: un sistema infrastrutturale di viabilità, intermodalità e interconnessioni inadeguato rispetto alle necessità reali e al tessuto produttivo; una sostanziale incapacità di incidere nel meccanismo locale del sistema creditizio e finanziario; la mancanza di una visione complessiva e sinergica, almeno fino alla redazione del piano territoriale di coordinamento, dello sviluppo territoriale; la ridotta incidenza del ricorso alle nuove tecnologie sia per quanto attiene la sfera pubblica che per quanto concerne quella privata e l’assenza di un diffuso sistema di ICT (Information and Communication Technology). Come ANCE Salerno abbiamo evidenziato agli organi preposti quali siano le difficoltà, più generali nel fare sistema, che impediscono alle imprese di essere, se non alla pari, quantomeno competitive con altre realtà territoriali. In tale ambito, inoltre, nonostante gli sforzi, talvolta abbiamo dovuto registrare l'assenza di una cabina di regia per gli strumenti di programmazione negoziata, che hanno avuto il grande merito di intercettare risorse, spesso di favorire investimenti diretti e indiretti, ma che talvolta si sono tramutati in veri e propri boomerang che invece di provocare, a loro volta, una collaborazione territoriale, hanno causato una sovrapposizione per obiettivi di sviluppo e speranze di rilancio. La collaborazione territoriale e istituzionale, invece, rappresenta una delle sfide da portare avanti per conseguire tali risultati. Ho apprezzato, ad esempio, l'impegno dei comuni della fascia costiera da Pontecagnano, Battipaglia, Eboli e Capaccio che, per tracciare una linea univoca di sviluppo, hanno avuto il merito e la consapevolezza di ipotizzare uno strumento di coordinamento sovracomunale che permetta, nella logica, stavolta sì, della libera determinazione municipale e nell'ottica della sinergia, di fare sistema e di mettere in campo iniziative, specificamente per il turismo e i servizi, che non siano competitive tra di loro ma complementari e consequenziali. Questo sforzo mi ha positivamente impressionato e sinceramente colpito. Perché rappresenta, fatte le dovute differenziazioni di ambito, anche la nostra filosofia associativa e imprenditoriale. A questi amministratori dico: noi ci siamo. Per collaborare e investire. Con strumenti che potremo trovare "in progress" manifestando la reciproca disponibilità al colloquio e al fare sistema. Tale excursus mi consente di ampliare, seppur non eccessivamente, quella che è una convinzione dell'Associazione dei Costruttori della provincia di Salerno, che vale per il nostro territorio ma rappresenta un criterio estendibile, riteniamo, all'intero Mezzogiorno. La sfida per la quale dobbiamo adoperarci è la competitività del territorio che va valutata sulla base della capacità di inserire funzioni e servizi, allargare la sfera produttiva, facilitare gli insediamenti, migliorare le interconnessioni, riorganizzare i sistemi, radicare l'esistente e spingere questo tessuto produttivo implementato in un mercato quantomeno rivolto all'Europa e alla fascia del bacino del Mediterraneo. Il deficit, purtroppo, esiste. La competitività va ricercata mettendo in atto strumenti di riconversione del sistema industriale, laddove è penalizzato, e promovendo interventi nuovi che guardino alle prerogative territoriali. Tutto quanto progettato, ogni cosa ipotizzata e ogni disponibilità alla collaborazione va accompagnata da uno spirito costruttivo e decisionista dell'apparato politico, che miri anche a sgombrare il campo dalla palude burocratica che spesso attanaglia la nostra provincia. Il nostro è un territorio disomogeneo. Ad una prima lettura questo dato potrebbe essere registrato come una penalizzazione, ma non è vero. La diversità territoriale è una ricchezza. A partire dal litorale che presenta differenti opportunità turistiche, per proseguire nella fascia immediatamente sottocollinare che offre occasioni differenti dal punto di vista culturale su un fronte, e industriale sull'altro (il polo agroalimentare nell'Agro, quello rurale nel Cilento tanto per citare qualche esempio). Per poi giungere al livello montano che ci permette ancora un’ulteriore differenziazione vocazionale del territorio. Attenzione però: non è tutto oro quel che luccica. O quantomeno non tutto risplende come si vorrebbe immaginare. In questi giorni ho dato una scorsa all'ultimo rapporto della Camera di Commercio di Salerno che si inserisce nello studio più ampio effettuato da Unioncamere. Ebbene se la provincia fa segnalare una riduzione del divario rispetto alla condizione economica della prima classificata di questo speciale studio, ovvero la provincia di Milano, è altrettanto vero che in media abbiamo registrato un arretramento di tre posizioni nel ranking generale (siamo all’84° posto) e ancor più grave un peggioramento netto rispetto al microcosmo regionale. In Campania, infatti, effettuiamo una performance inferiore rispetto alle altre province. Anche rispetto a quelle realtà campane che ci seguono in classifica. È necessaria una visione che focalizzi l'attenzione su alcuni temi importanti quali: recupero del patrimonio edilizio esistente e dei centri storici; riqualificazione del litorale con tutto quanto attiene a questo settore, dal contrasto all'erosione marina agli interventi strutturali sulla costa; messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico; potenziamento del trasporto pubblico e della viabilità. Interventi necessari e importanti che potrebbero essere realizzati in Project Financing e con le altre forme di collaborazione pubblico-privato. Su questo fronte vorremmo che vi fosse a livello provinciale un piano più esplicito, che contemplasse, attraverso le parole dell'assessore, quelle opportunità di joint venture che potrebbero venire. E che ripeto, come Associazione, ci vedono pronti. Lo abbiamo fatto, ad esempio, per la città di Salerno con uno studio di fattibilità sul porto turistico e con la propensione ad investire. Lo stesso vorremmo fare per le altre zone della provincia. Crediamo siano meritevoli gli interventi sulla fascia litoranea della Piana del Sele, l'adeguamento della Aversana, i lavori viari nell'Agro nocerino e tutte quelle iniziative portate a compimento con il piano territoriale di coordinamento. L'agenda dei lavori deve adesso prevedere questa possibile collaborazione. Sempre che l'amministrazione provinciale ne abbia le intenzioni. Il futuro, dicevamo, ci prospetta un territorio alle prese con ritardi e lacune da colmare nell'obiettivo di rendere questa provincia competitiva. Ci aspetta una sfida entusiasmante che non vogliamo lasciarci scappare. Offriamo collaborazione, chiediamo concertazione nell'ambito delle rispettive libertà e possibilità di determinazione. C'è solo una cosa che non vogliamo, e saremo sempre pronti a contestare: non siamo più nelle condizioni di poter perdere tempo. L'Europa, da un fronte, ci schiaccia. I paesi del Mediterraneo, dall'altro, ci spingono in senso opposto. Non facciamo sì che il Mezzogiorno, e soprattutto la provincia di Salerno, restino indifesi in un mercato globale nel quale i territori sono un’appendice. Gli stessi territori che possono, però, diventare protagonisti se creano competitività. Possibile soltanto se tutti gli attori dello sviluppo si stringono la mano per aiutarsi vicendevolmente.

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