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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2011
 
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Protocollo di legalitÀ, arriva la white list delle imprese

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Protocollo di legalitÀ, arriva la white list delle imprese

Voto unanime e convinto della Giunta di Confindustria Caserta che aderisce al documento sottoscritto a livello nazionale tra ministero dell'Interno e sistema associativo

Il Protocollo pone un forte accento sulla trasparenza nei pagamenti e nelle transazioni finanziarie, per prevenire eventuali fenomeni di riciclaggio, ma anche altri gravi reati, prevedendo la tracciabilità
di pagamenti e transazioni al di sopra di una certa soglia

di Ant. Ar




L' associazione degli industriali di Terra di Lavoro aderisce e fa proprio il protocollo di
legalità sottoscritto nei mesi scorsi tra il ministero dell'Interno e la Confindustria nazionale. Rafforzare le condizioni di sicurezza e di legalità nelle attività economiche e contrastare le infiltrazioni criminali è un impegno che Confindustria Caserta, da tempo attiva su questo fronte, intende assumere con sempre maggiore forza e, da oggi, anche nel pieno rispetto delle linee guida emanate dall'associazione a livello nazionale.

La sede di Confindustria Caserta

L'adesione al Protocollo di legalità è stata assunta all'unanimità dalla Giunta presieduta dal presidente degli industriali Antonio Della Gatta, che si è riunita presso la sede, l'11 marzo scorso, e si aggiunge infatti alle numerose iniziative già avviate in materia a livello locale dall'associazione datoriale: dal numero verde anti racket, all'adesione all'associazione "Mo' Basta!", alla costituzione di parte civile nei processi di camorra che vedono vittime gli imprenditori. Il Protocollo, espressione di una intensa collaborazione tra il Ministero e Confindustria, si indirizza a tutte le imprese italiane che vogliono aderire a principi di condotta rigorosi e collaborare sul territorio con le autorità pubbliche per migliorare i controlli sulle attività economiche. L'intesa tra Viminale e Confindustria non riguarda soltanto il settore dei lavori pubblici, ma tutti i contratti di appalto, pubblici e privati, per lavori, servizi e forniture.
Le imprese che aderiscono al Protocollo si assumono impegni rigorosi riguardanti la scelta dei partner commerciali e la lotta al lavoro nero, in modo da rafforzare la domanda di fornitori "legali" per dare vita ad un circuito imprenditoriale sano e impermeabile alle infiltrazioni mafiose. Con il Protocollo vengono anche rafforzati i meccanismi di cooperazione e i circuiti informativi tra mondo imprenditoriale e associativo e forze dell'ordine. In particolare, da un punto di vista pratico, l'impresa è chiamata volontariamente ad aderire al Protocollo.
In questo caso si impegnerà a richiedere ai propri contraenti l'informativa antimafia, trasmettendo i relativi dati alla Prefettura, prima della stipula dei contratti. Inoltre, si impegna ad una serie di adempimenti, i più significativi dei quali sono: l'impresa dovrà comunicare alla Prefettura ogni variazione delle informazioni riportate nei certificati camerali sui soggetti che hanno la rappresentanza legale e/o l'amministrazione; dovrà preventivamente approvare tutti i subappalti e, anche successivamente, gli eventuali sub‑subappalti, per evitare che le previsioni del Protocollo possano essere aggirate dalle imprese contraenti. Anche queste ultime, quindi, dovranno a loro volta prestare particolare attenzione nella scelta dei partner.
In questo modo si creeranno dei circuiti di imprese appaltanti, fornitrici e subappaltanti preventivamente qualificate dal punto di vista della legalità e della sicurezza.
Una sorta di white list di imprese "legali" che, grazie al supporto delle associazioni industriali, sarà messa a disposizione del sistema associativo per essere condivisa e utilizzata da tutte le imprese, favorendo in questo modo contatti e rapporti commerciali virtuosi. L'impresa, ancora, inserirà nei contratti clausole risolutive espresse che si applicheranno nel caso in cui, durante l'esecuzione dei lavori, la Prefettura comunichi una informativa "interdittiva" riguardante il contraente; agevolerà le operazioni di accesso ai cantieri, anche privati, da parte delle pubbliche autorità per consentire un compiuto monitoraggio delle attività imprenditoriali finalizzato alla verifica degli appalti, dei subappalti e dei fornitori e alla prevenzione dei fenomeni di infiltrazione criminale. Il Protocollo mira anche ad estendere a tutte le imprese che vi aderiscono l'impegno a denunciare qualsiasi tentativo di estorsione.
Le imprese dovranno infatti assumere ogni opportuna misura per favorire la denuncia all'autorità giudiziaria o alle Forze di polizia di ogni illecita richiesta di danaro o altra utilità, ovvero illecita offerta di protezione, avanzata nei confronti di propri rappresentanti o dipendenti, garantendo il supporto e l'assistenza anche legale al personale dipendente coinvolto.
Infine, il Protocollo pone un forte accento sulla trasparenza nei pagamenti e nelle transazioni finanziarie, per prevenire eventuali fenomeni di riciclaggio, ma anche altri gravi reati (ad esempio corruzione), prevedendo la tracciabilità di pagamenti e transazioni al di sopra di una certa soglia.
«Agli impegni rigorosi che le imprese si assumeranno in attuazione del Protocollo corrisponderà un indubbio vantaggio sul piano reputazionale», ha sottolineato il presidente Antonio Della Gatta. «Queste imprese saranno infatti indicate in un apposito elenco che verrà adeguatamente pubblicizzato anche sul sito di Confindustria».



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Parla Luciano Morelli, vice presidente per la Legalità e Sicurezza

Luciano Morelli
In materia di legalità, l'adesione al Protocollo sottoscritto con il ministero dell'Interno è soltanto l'ultimo passo del percorso cominciato da Confindustria Caserta già qualche anno fa.
Spiega, infatti, il vice presidente Luciano Morelli, che nell'ambito dell'associazione degli industriali di Terra di Lavoro detiene appunto la delega alla Legalità e alla Sicurezza: «Confindustria Caserta sta continuando sulla strada tracciata dal Comitato Mezzogiorno, estromettendo o sospendendo le imprese che abbiano problematiche di contiguità con la criminalità organizzata; nel contempo è in contatto con le Istituzioni per evitare distorsioni di tale strumento».
Nel ricordare, inoltre, le iniziative messe in campo da Confindustria Caserta, su questo fronte - dal numero telefonico verde anti racket all'adesione all'associazione "Mo' Basta!", alla costituzione di parte civile nei processi di camorra che vedono vittime gli imprenditori - Morelli ha aggiunto: «Abbiamo chiesto al Governo, per il tramite del Prefetto, che le risorse umane e finanziarie per la lotta alla criminalità organizzata non vengano ridotte nel tempo e che problema degli immigrati, in primo luogo del litorale Domitio possa trovare una soluzione strutturale. Poniamo particolare attenzione alla Centrale Unica degli Appalti, perché tale importante strumento possa agire con maggiore efficienza ed efficacia».
Ma non è questo l'unico aspetto su cui l'azione di Confindustria Caserta sta modulando la propria azione.
Il problema della legalità, infatti, come si può facilmente intuire, è strettamente connesso alle problematiche della Giustizia - soprattutto in campo civile - e della Sicurezza sui luoghi del lavoro. «Affronteremo con le Istituzioni il tema della Giustizia civile, che è uno dei fattori disincentivanti degli investimenti esogeni - sottolinea infatti Morelli - chiedendo impegni sull'efficienza e impegnandoci a promuovere l'importante innovazione della Procedura di Conciliazione».
Mentre sul fronte della Sicurezza il vice presidente non nasconde la preoccupazione di vero allarme che si vive in provincia di Caserta: «Nell'anno 2010 abbiamo avuto l'inaccettabile numero di 10 incidenti mortali - sottolinea il vice presidente Morelli - molte lesioni gravi ed una miriade di infortuni minori.
La nostre linee di azione, che svilupperemo in collaborazione con le Organizzazioni sindacali, le Istituzioni e gli Enti preposti prevedono almeno tre azioni.
1) Focalizzare immediatamente l'attenzione sui lavori in appalto, che vedono spesso ditte appaltatrici impreparate e/o mancanza di coordinamento;
2) lavorare con le Organizzazioni Sindacali per ottenere insieme che il lavoratore sia un soggetto attivo nella difesa della propria ed altrui incolumità; avviare un servizio di AUDIT gratuito, per esaminare lo stato dell'arte sulla Sicurezza nelle aziende (manifatturiere e di servizi) ed aiutare Dirigenti, Responsabili della Sicurezza e Preposti ad articolare risposte efficaci ai propri bisogni».

SICUREZZA: UN "MARCHIO" PER LE IMPRESE AFFIDABILI


Impresa affidabile", una sorta di bollino blu, meglio, un marchio di qualità in materia di sicurezza sul lavoro attribuito, dopo un'attenta verifica, da un gruppo di esperti di Confindustria Caserta alle aziende aderenti al sistema associativo.
L'iniziativa - che rientra in un articolato programma di azioni teso a promuovere la sicurezza negli ambienti di lavoro come valore aziendale e non come mero obbligo di legge - ha preso il via nei giorni scorsi con la costituzione presso l'associazione datoriale di una task force di verificatori. Del gruppo fanno parte i dottori Gianni Guttoriello e Maurizio Pennetti, e gli ingegneri Tiziana Petrillo, Francesco Bevilacqua, Umberto Candura, Maria Cristina Zarpellon e Massimo De Lima.
La procedura di verifica e il conseguente rapporto dello standard di sicurezza registrato dagli esperti avverrà su richiesta delle aziende che lo vorranno. Il servizio non comporterà alcun costo per le aziende associate al sistema Confindustria.
Nel merito della problematica, la valenza dell'iniziativa viene spiegata dal vice presidente degli industriali con delega alla Sicurezza e Legalità, Luciano Morelli: «La situazione provinciale della sicurezza sul lavoro è fonte di viva preoccupazione per noi tutti. Come imprenditori e come cittadini abbiamo il dovere di intervenire non soltanto per evitare le tragedie, ma anche di evitare il benché minimo incidente sui posti di lavoro. La sicurezza deve diventare un valore aggiunto per le aziende e non un semplice obbligo di legge». Nello specifico, il servizio di audit offerto da Confindustria Caserta dovrà verificare lo stato di ottemperanza e il livello di attenzione alla prevenzione e protezione della sicurezza sul lavoro.
La task force identificherà le carenze sia in termini di "eccezioni (contravvenzioni alle norme sanzionabili)" e sia di "osservazioni (condizioni migliorative non sanzionabili)". Gli esperti forniranno all'azienda, ovviamente in forma riservata, un Rapporto scritto con i suggerimenti per raggiungere uno stato di ottemperanza sostanziale. Lo stato dell'azienda sarà classificato su seguenti 4 livelli:
1) totalmente conforme ;
2) sostanzialmente conforme;
3) generalmente conforme;
4) Non conforme.
Parametro, quest'ultimo, che richiede evidentemente un sostanziale intervento di miglioramento. «L'iniziativa - aggiunge il vice presidente Morelli - non vuole ovviamente sostituire i Sistemi di Gestione della Sicurezza sul lavoro OHSAS 18001 o UNI INAIL. Lo scopo della verifica critica, invece, è quello di portare ad una maggiore consapevolezza nelle aziende della centralità del tema sicurezza e ad azioni di miglioramento immediate che possano portare a definire l'Impresa Affidabile».
Inoltre, successivamente c'è stato un incontro con le aziende associate nel quale si è avuto un notevole riscontro ed una elevata partecipazione.


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