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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2011
 
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La CASA ENERGETICA: cambia la concezione dell'edificio abitativo

Energia SOLARE, una risorsa pulita, gratuita e inesauribile

La CASA ENERGETICA: cambia la concezione dell'edificio abitativo

Bioedilizia e Geotermia al servizio dell'Efficienza energetica

Con la bioarchitettura si progettano edifici nell'ottica di una migliore interazione tra l'edificio stesso e chi Io abita, e acquisiscono maggiore importanza le interazioni tra spazio interno ed esterno, l'ambiente e l'eco-sistema

Geotermia a bassa entalpia, è quella "geotermia" con la quale qualsiasi edificio, in qualsiasi luogo della terra, può riscaldarsi e raffreddarsi e produrre acqua calda sanitaria, tutto per mezzo di un medesimo impianto, invece di usare l'impiantistica tradizionale

di Vincenzo Pellecchia Sustainable manager


É prossima la pubblicazione in G.U. del decreto legislativo avente ad oggetto la promozione dell'uso di energia derivante da fonti rinnovabili. In base a questa nuova normativa, nei contratti di compravendita (o anche di locazione) di unità immobiliari, l'acquirente deve dare «atto di aver ricevuto le informazioni e la documentazione in ordine alla certificazione energetica degli edifici».
Tale attestato (ACE) è in pratica un documento che deve essere redatto dal costruttore (per gli immobili nuovi), o da un professionista in possesso delle necessarie competenze (per gli altri edifici), in conformità alle "linee guida" emanate da un decreto ministeriale del 2009, e deve individuare le inefficienze energetiche dell'unità immobiliare oggetto di compravendita e gli interventi e le soluzioni a minor costo e a maggiore efficacia per la riduzione di consumi energetici.
L'obbligo di consegna dell'ACE è la necessaria premessa del fatto che con l'accentuarsi dello sfruttamento energetico e ambientale, il settore della bioedilizia ha assunto un ruolo predominante nell'ambito dell'efficienza energetica, non solo dal punto di vista tecnicoeconomico, ma anche ed è questo il caso in quello legislativo, attraverso una progressiva revisione della normativa di riferimento. Mentre la bioedilizia si rivolge al singolo particolare costruttivo, si avverte sempre più l'esigenza di una disciplina che possa identificare l'evoluzione di competenze e conoscenze nel campo delle tecniche progettuali e che tenga conto, nella costruzione dei nuovi edifici, sia del contesto, del luogo fisico e storico, in cui gli edifici stessi vanno ad inserirsi, che delle persone che andranno ad abitarci e del loro benessere psicofisico.
Questa maggiore attenzione all'uomo ci porta alla bioarchitettura, con edifici costruiti nell'ottica di una migliore interazione tra l'edificio stesso e chi Io abita, e acquisiscono maggiore importanza le interazioni tra spazio interno ed esterno, l'ambiente e l'eco‑sistema. Oggi, naturalmente, è difficile, concepire l'attività di progettazione senza prendere in considerazione l'impatto ambientale dell'edificio, anche alla luce della crescente importanza delle informazioni sull'impatto del consumo energetico in termini ambientali (effetto serra, aumento della temperatura globale, emissioni di CO2, ecc.) configurando di fatto la bioarchitettura come un'evoluzione logica dell'architettura classica.
I settori che risultano interessati al processo innovativo sopra descritto coincidono, in larga parte, con i normali settori legati alle costruzioni: la progettazione della struttura dell'edificio e degli impianti, l'edilizia, il settore idraulico, quello elettrico, quello della termotecnica, delle opere di carpenteria, in particolare in legno, oltre che i produttori dei materiali. La concezione stessa dell'edificio, infatti, non può più essere la somma di diversi progetti complementari tipicamente quello "architettonico", quello "strutturale" e quello "impiantistico" ma deve prendere forma in modo unitario. Gli edifici a basso consumo energetico coniugano comfort abitativo e risparmio energetico, collocandosi all'interno di una specifica classe energetica in base a quanti kWh per m2 all'anno consumano.
La classificazione energetica degli edifici consente pertanto di attribuire alle abitazioni una classe, dalla più virtuosa energeticamente, e quindi economicamente, alla più dispendiosa. La "casa passiva" è al top delle prestazioni e consente di risparmiare energia preziosa; una casa passiva é caratterizzata in prima linea da un isolamento termico particolarmente efficace e da un fabbisogno di calore per il riscaldamento degli ambienti estremamente limitato.
Questo fabbisogno ammonta a 15 kWh per metro quadro all'anno. A confronto un immobile costruito negli anni '60 consuma all'incirca 200 kWh/m2 all'anno (classe G)! Questo corrisponde al consumo, nell'esempio di una casa di 150 m2, di 3.000 litri di gasolio! Nel caso di una casa passiva delle stesse dimensioni il consumo di gasolio ammonterebbe a soli 225 litri. La Casa energetica è quindi un'unità abitativa con alte prestazioni energetiche, grazie a caratteristiche costruttive, tipologiche ed impiantistiche finalizzate al risparmio energetico e alla riduzione di emissione di CO2 .
Il valore di una casa energetica ed ecologica è finalmente "certificato" ed è di gran lunga superiore alla stessa casa costruita con i materiali tradizionali. Analogamente basterebbe avere una casa di classe A, e ciò farebbe diminuire le spese per il condizionamento e il riscaldamen to di almeno 500 euro l'anno per famiglia. Infatti se per riscaldare un edificio di classe E sono necessari oltre 120 kWh/mq anno, per una casa in classe A, che rappresenta la seconda classe di merito, ne bastano circa 30 kWh/mq anno. Ben quattro volte in meno, anche qui con una significativa riduzione non solo delle spese ma anche delle emissioni di anidride carbonica. Una casa con queste nuove tecnologie non sempre richiede una spesa iniziale maggiore, e nell'arco di pochi anni garantisce i vantaggi derivanti dal risparmio energetico ed un rapido ritorno del maggiore investimento.
Come su accennato la sinergia tra le diverse fasi del progetto: "architettonico""strutturale"‑"impiantistico" può far conseguire allo stesso un indubbio vantaggio competitivo che si traduce anche in minori costi di costruzione, fermo restando gli indubbi benefici economici in termini gestionali relativi ai bonus energetici (relativi all'efficienza energetica) ed incentivazioni varie (legate soprattutto alle Fonti di Energia Rinnovabile). Sempre in premessa si è fatto riferimento alla Geotermia come fattore primario per l'efficienza energetica. Vale la pena ricordare però che esistono due "geotermie".
Quella classica è relativa allo sfruttamento di anomalie geologiche o vulcanologiche. É l'esempio delle Centrali della cittadina toscana del Larderello, che è considerata la culla del geotermico; è qui che nel 1913 entrò in funzione la prima centrale geotermoelettrica al mondo. Negli ultimi tempi però si è andato sviluppando un nuovo metodo in grado di essere sfruttato non solo nei posti predisposti ma un po' ovunque. Il principio si basa sul fatto che il suolo può essere considerato un grosso serbatoio termico che mantiene la sua temperatura abbastanza costante durante tutto l'anno. Così, nei mesi invernali il calore può essere trasferito in superficie per riscaldare le abitazioni, in estate invece è possibile smaltire il calore in eccesso cedendolo al terreno. É questa la geotermia a bassa entalpia, è quella "geotermia" con la quale qualsiasi edificio, in qualsiasi luogo della terra, può riscaldarsi e raffreddarsi e produrre acqua calda sanitaria, tutto per mezzo di un medesimo impianto, invece di usare l'impiantistica tradizionale. In questa direzione si orienta il recente progetto (ministeriale) VIGOR, che con 8 milioni di euro di investimento e 24 mesi di lavori, dà la caccia ad un tesoro sotterraneo sepolto nelle quattro "Regioni Convergenza" tra Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, e che è il potenziale geotermico dell'area in questione che risulta sfruttabile.

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