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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2011
 
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Protocollo di legalitÀ, arriva la white list delle imprese

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Negli ultimi due anni sono stati persi 10mila posti di lavoro. Della Gatta: «II settore edile deve tornare ad essere il volano dell'economia provinciale»

Le norme dettate dal testo non terrebbero conto delle difficoltà che già attualmente il Genio Civile si trova ad affrontare ma soprattutto dell'arretratezza degli strumenti di pianificazione urbanistica di cui sono dotati i Comuni


Dei sessantottomila occupati nell'industria in provincia di Caserta, ventottomila erano impiegati nel settore edile, nel 2007, prima dell'arrivo della grande crisi

di Vincenzo M. Arricale


La locandina del convegno


É una legge che, nonostante migliori quella approvata nel 2009, crea più dubbi che certezze agli operatori del settore. Anzi a dirla con le parole del giurista Guido D'Angelo, intervenuto al convegno "Piano casa o case senza piano" organizzato dagli Ordini degli architetti e degli ingegneri e da Confindustria Caserta e svoltosi al Crowne Plaza il 18 marzo scorso, «se c'è una certezza in questa legge è nell'incertezza».
Una legge che, è stato sottolineato, in pratica permette l'aumento delle volumetrie del 20% in tutte le zone dei comuni campani e per tutti i tipi di fabbricati, ma che allo stesso tempo si impelaga in una macchina burocratica che, secondo gli esperti, di fatto permetterà pochissimi e difficoltosi interventi.
Ma nel muro del Piano casa c'è una crepa ancor più preoccupante.
Entro l'11 giugno dovranno, infatti, essere approvati i suoi regolamenti attuativi che, nel caso saltassero, aprirebbero «un periodo di vacatio legis che alla luce dei pochissimi piani urbanistici comunali approvati in tutta la regione, non si sa a cosa porterà». Una legge che nasce «da un iter anomalo», secondo il docente della Federico II, e che finisce per ottenere l'effetto opposto a quello sperato dagli operatori del settore.
Ricorda D'Angelo come la legge sia stata approvata nel corso di una seduta del consiglio prolungata alla notte: «Comprendo come la stanchezza possa aver indotto qualche distrazione, si pensi alle norme che dovrebbero incentivare il Vesuvio a posticipare la sua eruzione».


Critiche condivise da Salvatore Losco, ricercatore della Seconda Università, il quale ha sottolineato le numerose incongruenze esistenti nel testo approvato a gennaio. Incongruenze che, timore degli addetti ai lavori, potrebbero portare a un intasamento della macchina burocratica e che non rispecchiano le importanti peculiarità di una società così frammentata come "quella campana".
«Mi verrebbe da dire dice introducendo il suo intervento che chi nasce tondo non diventa quadro. Pare che dietro questo Piano ci sia la volontà di punire una comunità. Le norme dettate dal testo, secondo i due esperti, non terrebbero conto delle difficoltà che già attualmente il Genio Civile si trova ad affrontare ma soprattutto dell'arretratezza degli strumenti di pianificazione urbanistica di cui sono dotati i Comuni: solamente 15 degli oltre 500 Comuni della Campania sono dotati di un Puc e la grande maggioranza si riferisce ai piani regolatori emanati su una legge del dopoguerra».

Antonio Della Gatta

Elementi che preoccupano e che confermano quanto rilevato da Antonio Della Gatta, presidente di Confindustria Caserta, e da Carmine Crisci, segretario provinciale della Cisl, impensieriti dalla paralisi che ha colpito il settore edilizio in provincia. Della Gatta ha ricordato come da sempre il settore abbia rappresentato il volano dell'economia casertana: «Dei sessantottomila occupati nell'industria in provincia di Caserta, ventottomila erano impiegati nel settore edile, nel 2007, prima dell'arrivo della grande crisi: un numero che rappresentava il 20% del valore aggiunto dal comparto al Pil della nostra terra.
Un numero che nel 2009 è drasticamente sceso a 20mila su un totale di 55mila dipendenti contabilizzati nel settore Industria considerato nel suo complesso». Denuncia condivisa dai rappresentanti dei lavoratori, che già nei mesi scorsi avevano lanciato un appello per lo sblocco dei cantieri pubblici in Terra di Lavoro. La costruzione delle opere attualmente bloccate per cavilli burocratici potrebbe rimettere nel circuito del lavoro centinaia di persone. «Si pensi ricorda Crisci che il nodo dell'Alifana è bloccato da mesi per l'esproprio di un chilometro di terra tra Santa Maria Capua Vetere e Aversa».
Per non dire del Policlinico i cui lavori sono stati bloccati da un contenzioso tra committente (Seconda Università) e impresa e che potrebbe rimettere in moto altrettanti lavoratori. Al dibattito sono intervenuti anche i presidente degli Ordini professionali provinciali degli architetti, Enrico De Cristofaro, e degli Ingegneri Vittorio Severino.

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