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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2010
 


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Mezzogiorno e sviluppo
Viespoli: «Il Paese paga il conto delle scelte mancate»”

Elezioni regionali 2010 De Luca: «Per la Campania questa è l’ultima chance»

TALENTI E IMPRESE

I Giovani Imprenditori sostengono la green economy

bit 2010 timidi segnali di ripresa per il turismo

Imprese salernitane ancora nella morsa della crisi

EMERGENZA ABITATIVA in Campania
Il fenomeno ha raggiunto proporzioni ragguardevoli

 

Elezioni regionali 2010
De Luca: «Per la Campania questa è l’ultima chance»

L’Onorevole De Luca agli imprenditori salernitani: «Io mi candido per fare
una rivoluzione, per cambiare tutto e gettare via il passato»

di Raffaella Venerando


Vincenzo De Luca e Agostino Gallozzi

«L a mia sarà una battaglia per la libertà e la dignità».Si è presentato così, senza tanti giri di parole, l’Onorevole Vincenzo De Luca - candidato alla Regione Campania - lo scorso 1 marzo agli industriali salernitani. La platea era di “casa” per il sindaco di Salerno De Luca che ha voluto esporre in modo chiaro e forte i punti salienti del suo programma elettorale per la “sua Regione Campania” del futuro.
Parte da se stesso: « Io non ho né padroni, né padrini: io parlo ai cittadini. Questa la mia caratteristica e la mia forza. Io mi candido per fare una “rivoluzione”, per cambiare tutto e gettare via il passato».
La rivoluzione che ha in mente De Luca “non ha nulla di incrementale”, anzi, la descrive come un cambio deciso di rotta in grado di impattare sulla produttività, sulla civiltà, sulla qualità della vita dei nostri territori.
«I miei avversari hanno nuovamente puntato sui volti di sempre, sulla preistoria. Hanno così riproposto la palude burocratico-clientelare che ha soffocato la nostra regione. Ingaggeranno una guerra per la spartizione dei posti del potere. Io sono all’opposto. Se sarò eletto, la sanità, ad esempio, la gestirò direttamente io. Con me finirà la ricreazione, e con essa il mercato degli assessorati».
L’aspirante governatore della Campania spazia poi dal locale al nazionale, senza sosta. «La crisi sociale è divenuta soffocante e intanto non si conosce qual è il piano industriale del Paese, se ce n’è uno. Esiste una distanza abissale tra le esigenze delle imprese e i programmi del Governo. Per il Sud l’unica cosa fatta è stato lo spostamento di ben 9 miliardi di euro dei Fondi Fas dal Mezzogiorno al Nord. Il Governo ha coperto i buchi di bilancio depredando il Mezzogiorno del suo futuro».
De Luca snocciola, punto dopo punto, cosa intende fare per la Campania: «Ho in mente poche cose ma concrete: 1. varare un grande progetto di investimenti a breve; 2. rendere flessibile il patto di stabilità(«È inaccettabile, infatti, che la P.A. non paghi»); 3. stabilizzare le aree di precariato; 4. riformare la formazione». Sul capitolo incentivi, De Luca non ha dubbi: semplificare è la parola d’ordine. «Penso a meccanismi automatici e a una modifica sostanziale: non dovranno essere premiati i settori ma le imprese che vorranno investire nel personale, in nuovi progetti e nuove tecnologie».
Anche sul tema burocrazia De Luca mostra di avere le idee chiare: «Vorrei che i tempi della burocrazia italiana diventassero meglio di quella spagnola: un mese sarebbe il giusto per poter aprire una nuova azienda, senza impantanarsi in giri di persone, richieste e incartamenti. Per rivoluzionare la macchina burocratica sono convinto occorra la spada: bisogna ridurre del 90% i processi di autorizzazione che gravano sulle imprese, decentrando i poteri - in aggiunta - ai Comuni».
Poche parole ma decise anche per il tema sicurezza: «A chi mi accusa di essere uno sceriffo rispondo che la sicurezza non è un ideale di destra, ma un bisogno umano e sociale».
Aldilà dei programmi, De Luca ha esortato la platea presente a «far sentire il proprio dissenso rispetto a un’Italia estranea alla realtà, rispetto a un Paese di pura fantasia». «Abbiamo ormai introiettato la sfiducia - ha evidenziato il sindaco di Salerno - ma vorrei ricordarvi che questa è l’ultima occasione per fare di questa regione il più grande cantiere d’Europa, utilizzando in modo serio i fondi europei. Detto questo, siete liberi di scegliere di che morte morire o di che vita vivere».

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