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Giugliano, serve una recinzione per l’area industriale
Rafforzati i controlli di polizia, vanno smantellati gli insediamenti abusivi, bonificando i terreni
di Bruno Bisogni
Un momento della manifestazione di venerdì 2 ottobre
Entro l’estate del 2010 la maggior parte degli interventi previsti dal piano per l’emergenza rom nel napoletano sarà stata realizzata o sarà in fase di realizzazione avanzata. L’impegno è del Prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, e rafforza la speranza che si addivenga a una soluzione definitiva anche per l’area industriale di Giugliano. Nelle ultime settimane la polizia ha rafforzato i controlli e la vigilanza notturna, riuscendo a interrompere gli atti criminosi. Ma ora, come sostiene Angelo Punzi, Vice Presidente e Amministratore G.M.A e Vice Presidente del Consorzio Imprenditori Giugliano, “la priorità è allontanare subito i rom accampati all’interno dell’area industriale”. Le aziende dell’agglomerato di Ponte Riccio, sostenute dall’Unione Industriali di Napoli, devono fare i conti con un doppio problema ambientale: abusivismo e inquinamento. L’area Asi è infatti invasa da insediamenti abusivi di Rom. 470 i Rom censiti, più di 1000 quelli rilevati da imprenditori attraverso gli addetti ai servizi di vigilanza aziendale. Negli ultimi anni, con crescendo impressionante, si sono moltiplicati furti e sabotaggi a danno delle imprese, di pari passo con l’inquinamento. Nella zona continuano a essere scaricati rifiuti di qualsiasi genere, che, come ha verbalizzato il Commissario di Governo per le bonifiche e la tutela delle acque in Campania Massimo Menegozzo dopo un sopralluogo effettuato nel febbraio scorso, sono pari ad almeno trentamila tonnellate e includono amianto e altri materiali pericolosi. A gestire le operazioni «una organizzazione malavitosa che quotidianamente scarica i rifiuti», sistematicamente «bruciati attraverso l’uso delle carcasse di pneumatici come materiale combustibile». La comunità Rom fa da “supporto passivo”, «favorendo i processi di deposito dei rifiuti illegalmente abbandonati, la loro successiva combustione (in prevalenza durante la notte) e acquisendo i residui metallici dei pneumatici combusti».
La situazione è al limite della vivibilità, oltre quello di tollerabilità delle imprese. «Il degrado è impressionante, se non si pone un freno potrebbe determinare il rischio di epidemie» denuncia Punzi, che ricorda come il problema sia stato posto da tempo posto all’attenzione delle istituzioni, anche attraverso una forte iniziativa dell’Unione Industriali, intervenuta col suo Presidente, Giovanni Lettieri. «Si tratta di destinare un’area alternativa ai Rom e bonificare quella inquinata da loro occupata. Abbiamo chiesto anche la recinzione, in tempi rapidi, dell’agglomerato industriale». Per molto tempo gli imprenditori non hanno avuto risposte concrete. Dalla Prefettura al Comune di Giugliano, dalla Regione Campania al Consorzio Asi, si è assistito a continui rimbalzi di responsabilità. Poi, dopo la grande manifestazione dello scorso 2 ottobre, che ha visto protagonisti insieme imprenditori e dipendenti, con rilanciata attenzione dei media sensibilizzati dall’Unione Industriali, vi è stato qualche segnale positivo. Prima il maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine, poi il rilancio di un tavolo di concertazione interistituzionale aperto ai contributi delle forze sociali che, si spera, dovrebbe in tempi rapidi individuare rimedi strutturali per l’exit strategy della crisi ambientale. |