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  Dicembre 2012

Articoli n° 09
NOVEMBRE 2009
 


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Un laboratorio targato Cira
vola nello spazio senza pilota

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Un laboratorio targato Cira
vola nello spazio senza pilota


Dopo Castore è la volta di Polluce: il nuovo esperimento del Centro italiano di ricerche aerospaziali di Capua è previsto fra dicembre e gennaio prossimi

di Mario Farioli, dirigente responsabile dell’Unità “Societario, Affari Legali e Relazioni Esterne” del CIRA

Dopo il primo volo di “Castore” del febbraio 2007, il CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) ha annunciato l’avvio della fase operativa della “Campagna Arbatax 2009” relativa alla seconda missione che vedrà come protagonista “Polluce”, il secondo esemplare di laboratorio volante aerospaziale senza pilota, progettato e realizzato dal Centro con il contributo di importanti industrie nazionali del settore. La seconda missione era stata già tentata lo scorso inverno, ma una serie di inconvenienti tecnici e l’indisponibilità di adeguate condizioni meteo e di vento al suolo determinarono il 21 aprile 2008 la chiusura della campagna, senza aver effettuato il volo. Successivamente, l’avvicendamento al vertice del CIRA ha determinato la necessità di rivalutazione di tutti i programmi del centro, compreso USV, che ha vissuto una fase di sospensione.

Gonfiaggio del pallone

Preparazione al volo

L’attuale Presidente CIRA l’ingegner Enrico Saggese, che ricopre anche la carica di Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha autorizzato a nome dell’intero CdA la continuazione del programma USV e, con esso, la realizzazione della missione DTFT_2.
Il lancio, sempre con pallone stratosferico dall’Aeroporto di Tortolì in Sardegna, avverrà tra dicembre 2009 e gennaio 2010. Il giorno preciso dipenderà dalle condizioni atmosferiche, dai limiti operativi imposti da ENAC/ENAV per la salvaguardia del traffico aereo, nonché dall’eventuale concomitanza di altre attività presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ). “Polluce” è molto simile a “Castore”, ma più avanzato. L'esperienza operativa maturata con il primo lancio, così come l'elaborazione dei dati raccolti dai computer di bordo e trasmessi, via satellite, alle stazioni di terra, hanno consentito, infatti, di perfezionare questo secondo velivolo e di progettare una seconda missione più complessa, sia dal punto di vista delle velocità da raggiungere, sia delle manovre da effettuare durante il volo.
Rispetto al primo, il prossimo lancio sarà caratterizzato da una quota di sgancio del velivolo dal pallone stratosferico di 25 km contro i 20 km del primo; oltre ad una manovra di richiamata più lunga, il velivolo compirà anche una manovra di “alfa-sweep”, tale cioè da variare l’angolo d’attacco mantenendo costante la velocità, e ben tre virate; la velocità massima raggiunta sarà di Mach 1,2 (circa 1.500 km/h) contro i Mach 1,07 del primo volo. Terminata la fase sperimentale, un’ulteriore manovra porterà al rallentamento del velivolo fino ad una velocità prossima a Mach 0,2 (circa 250 km/h), che consentirà l'utilizzo di un paracadute convenzionale prima della fase di ammaraggio. La durata di questo secondo volo sperimentale sarà di circa 140 secondi contro i 47 del primo.
Il velivolo, la cui funzione è quella di laboratorio volante, servirà ad estendere le conoscenze già acquisite nei settori di aerodinamica e strutture e a testare l’affidabilità delle tecnologie e delle leggi di controllo utilizzate per la navigazione con guida automatica. Nelle ultime fasi di preparazione al volo, sarà completata l’istallazione a bordo di un esperimento passeggero proposto da una PMI campana basato sull’uso di tecnologia MEMS nella misura delle accelerazioni caratteristiche del volo.
Salita Usv

In futuro, Polluce sarà a disposizione di quanti, tra aziende, enti di ricerca, università, rispondendo all’Announcement of Opportunity, vorranno sfruttare i voli dell’USV per condurre esperimenti, sia sulla base delle apparecchiature già esistenti a bordo, sia imbarcando proprie strumentazioni in uno spazio appositamente progettato. La realizzazione della prossima missione vedrà ancora una volta il coinvolgimento massiccio di enti governativi come l’ASI, per il supporto alle operazioni di lancio; l’Aeronautica Militare, per l’utilizzo della stazione mobile per la telemetria relativa agli esperimenti scientifici e delle capacità del PISQ; l’ESA per l’utilizzo del sistema satellitare Artemis per le telecomunicazioni; la Marina Militare, per le operazioni di recupero del velivolo e del carrier dopo l’ammaraggio.
Concepito nel 2000 e avviato nel 2002, il programma USV (Unmanned Space Vehicles) è giunto in soli quattro anni ad effettuare un primo lancio, con “Castore” (che con oltre l’80% degli obiettivi raggiunti è stato un successo non solo per il CIRA, ma per tutto il sistema aerospaziale italiano), ed ora si prepara al secondo lancio, con il velivolo gemello “Polluce”, ed un terzo volo è già previsto dopo circa un anno.
Obiettivo di questa missione e di quelle in programma è l'acquisizione di dati relativi al volo transonico e supersonico con la prospettiva di investigare, nel prossimo futuro, anche le complesse fasi del volo ipersonico (5000-6000 km/h) in atmosfera e di rientro dallo spazio per mettere a punto alcune delle principali tecnologie e metodologie che consentiranno alle nostre imprese di sviluppare i futuri velivoli spaziali e transatmosferici in grado di ridurre notevolmente il tempo di collegamento tra diversi continenti.

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