a cura di Raffaella Venerando
Nasce la nuova dietab
antidelusione/1 Giuseppe Fatati,
Presidente Associazione Italiana
di Dietetica e Nutrizione Clinica
Coordinatore dell’Obesity Day
L’ultima discesa dalla bilancia è il momento della resa. I primi ad arrendersi sono i meno motivati, vogliono solo una linea migliore, resistono un paio di settimane. Poi quelli in sovrappeso, che pure hanno avuto la raccomandazione del medico perché stanno rischiando, si arrendono dopo un paio di mesi. A sei mesi gettano la spugna anche gli obesi - 40% rivela lo studio PODIOI - che pure sanno che dietro l’angolo sono in agguato ictus e infarto. La maggioranza degli italiani partono bene, ma si perdono presto lungo il percorso dietetico.
In parallelo, l’Italia pesa di più. Lo dicono chiaramente le cifre: crescono i soggetti sovrappeso e quelli obesi, piccoli e adulti, uomini e donne di qualunque categoria socio-economica. Eppure non mancano i consigli mirati, gli appelli alla linea, gli avvertimenti sui rischi, gli esempi di modelle e modelli in gran forma. Addirittura il richiamo dell’estate. Un italiano su due ha un qualche problema con il peso; lo dobbiamo ammettere: siamo di fronte ad un fallimento! Qualcosa nei messaggi non ha funzionato; il passaparola, con tabù e preconcetti, è preferito al consiglio dell’esperto. E allora l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica -ADI, si è messa al lavoro per individuare gli errori, correggerli e disegnare, quindi, una strategia nuova, “antidelusione”, al passo con i tempi e con le mode e, soprattutto, con la Ricerca, per far ritrovare il feeling con la salute. Come dire, per ricorrere ad un’espressione popolare: «Fermiamo le bocce, ricominciamo la partita con nuove regole».
La strategia è stata presentata il 10 ottobre, giorno dell’“Obesity Day”, quando si sono aperte le porte delle Unità Operative di Dietetica e Nutrizione Clinica e delle Unità di Nutrizione ospedaliere e territoriali di tutta Italia. «Una giornata piena di consigli, ovviamente gratuiti, a chi vuol dialogare saggiamente con la bilancia». Parla Giuseppe Fatati alla conferenza stampa di presentazione a Roma di “Obesity Day”. Fatati è il presidente dell’ADI, coordinatore del Progetto “Obesity Day” e responsabile dell’Unità di Diabetologia, Dietologia e Nutrizione Clinica dell’Azienda Ospedaliera “S. Maria” di Terni. «Non è facile convincere - prosegue Fatati - chi ha fatto un passo indietro, perché deluso, a risalire sulla bilancia e chi, pur in sovrappeso o obeso, non vuol mettersi a dieta. Chiediamo solo di compiere un primo passo, solo uno. Per dimagrire non basta un giorno: ci vuole tempo. E ci vogliono anche buona volontà, convinzione e tenacia. Dimagrire è un’impresa, non piccola, è un sacrificio». «Ogni grande impresa inizia sempre con un primo passo», dice lo slogan della campagna di “Obesity Day” di quest’ anno. «E allora, il 10 ottobre, giorno dell’“Obesity Day” - dichiara Fatati - abbiamo invitato tutti a fare questo primo passo. La “grande impresa” si raggiunge non con la scorciatoia dei “miracoli” ma percorrendo giuste strade. La gente ormai sembra dare credito solo a promesse miracolistiche, dal “sette chili in sette giorni”, si è passati al “una taglia in meno in una notte”. Le fonti di queste promesse miracolose sono molte. Purtroppo c’è chi “abbocca” trovandosi non solo non dimagrito ma, cosa ancor più preoccupante, deluso e con qualche problema alla salute non risolto, se non addirittura peggiorato. É business crescente. Chi cerca prodotti miracolosi naviga al buio. Un rischio enorme perché si rinuncia al consiglio del proprio medico di fiducia e alla possibilità di essere seguiti in modo adeguato. In occasione di “Obesity Day” l’ADI ha presentato una nuova strategia che non si limita all’invito di fare movimento, di equilibrare i cinque pasti, di dialogare poco con grassi e alcolici, ma ha presentato un possibile sviluppo innovativo. Il nuovo, anche se ancora non disponibile per tutti, è la comparsa sulla scena di un nuovo protagonista, l’esame del gusto attraverso la saliva. Un’analisi utile per conoscere meglio le abitudini alimentari di chi vuol dimagrire e farsi “cucire” addosso come un vestito una dieta. Vale soprattutto per i pazienti che hanno grandi difficoltà nel seguire un regime dietetico e per quelli che, pure a dieta, non dimagriscono. Il nuovo percorso strategico dovrebbe prevedere follow-up più stretti e una tipizzazione completa dell’obeso e non solo della sua malattia. I comportamenti alimentari consigliati dovrebbero tener conto dei gusti e della cultura del singolo, al pari dei suggerimenti sullo stile di vita basati sulla tipizzazione fenotipica e genotipica del singolo».
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