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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2009
 


Inserto

DAL TURISMO AI TURISMI.
ANALISI DEL FENOMENO TURISTICO

A cura di Emanuele Salsano, Professore associato di Economia politica
Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Salerno

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Italia-Algeria, buone prospettive di collaborazione industriale


Successo di presenze per la Missione in Russia:
500 imprese, 900 imprenditori



Italia-Algeria, buone prospettive di collaborazione industriale


Assafrica & Mediterraneo sta verificando la fattibilità di un Fondo di garanzia algerino o misto, per contro-garantire le banche italiane che finanziano l’investimento delle nostre imprese nel Paese africano


 a cura di Corrado Bocci
Consigliere Incaricato Algeria
Assafrica & Mediterraneo - Confindustria







intervista:

Esportare il modello di impresa italiana in Algeria e creare un Fondo di garanzia per gli investimenti italiani nel Paese. É il progetto, ambizioso ma possibile, cui Assafrica & Mediterraneo sta lavorando.
Su sollecitazione dell'Ambasciatore d'Italia ad Algeri Giampaolo Cantini, è stato infatti costituito all’interno dell’Associazione specializzata del Sistema Confindustria per lo sviluppo delle imprese in Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, un Tavolo Algeria, per valutare le opportunità-business nel Paese. In Algeria - ma anche per altri Paesi dell’area - si sta infatti facendo strada la consapevolezza del gap tra ricchezza del paese e condizioni di vita della popolazione.
Da qui la necessità per le classi dirigenti di sviluppare fortemente l’occupazione ed elevare il tenore di vita, elementi al tempo stesso di consenso politico e di crescita della società: obiettivi rispetto ai quali il modello della Piccola e Media impresa italiana é considerato il metodo più idoneo per il loro raggiungimento, come la storia industriale dell’Italia ha dimostrato.
Il modello delle PMI diventa quindi uno strumento essenziale per incentivare l’imprenditorialità endogena nei Paesi che vogliono recuperare il gap di sviluppo e per rispondere alle esigenze dei governi nazionali di favorire la nascita e la crescita di piccole e medie imprese locali.
Esportare “impresa” diviene quindi in tale ottica la chiave di superamento della difficoltà di vendita del prodotto italiano, che soffre della concorrenza del prodotto cinese e di altri paesi emergenti in termini di prezzo.
Al tempo stesso, tale modello offre alle imprese italiane migliori possibilità di internazionalizzarsi, proprio per le innegabili opportunità che il Paese presenta.
Un progetto di internazionalizzazione in Algeria per il quale è necessario coinvolgere le banche, per superare la debolezza strutturale dell’impresa italiana per quanto riguarda l’accesso al credito; l’attuale sistema non permette infatti alle aziende di dare in garanzia gli investimenti all’estero per cui si richiede il finanziamento stesso.
Da qui la verifica, attualmente in corso da parte dell’Associazione, sulla fattibilità di un Fondo di garanzia algerino o misto, per contro-garantire le Banche italiane che finanziano l’investimento di imprese italiane in Algeria.
Tale strumento finanziario innovativo sarebbe quindi la chiave per superare le difficoltà finanziare delle imprese nell’avvicinarsi a mercati in cui i progetti di investimento prevedono volumi impressionanti.
In questa direzione sta lavorando Assafrica & Mediterraneo in stretta interazione con l’Ambasciatore d’Italia in Algeria, con cui abbiamo fatto una serie di riflessioni per lo sviluppo di una crescente cooperazione industriale tra i due Paesi.



L’Ambasciatore d’Italia in Algeria Giampaolo Cantini

Ambasciatore Cantini, a che punto sono oggi gli scambi economici tra i due Paesi?

La presenza economica italiana in Algeria è considerevolmente aumentata. L’Italia è il secondo partner economico dell’Algeria, con un aumento nel 2008 del 62,7% in termini di esportazioni. Per la prima volta abbiamo superato il valore complessivo di 3 miliardi di euro di esportazioni mentre, quale importatore, l’Italia è seconda dopo gli Stati Uniti: ovviamente il nostro Paese importa essenzialmente gas ed idrocarburi. Per quanto riguarda le esportazioni italiane invece, prodotti come le macchine industriali, prodotti per la siderurgia, metallurgia, ecc., e l’alta tecnologia per il settore degli idrocarburi sono i settori principali. Si è inoltre notato un aumento significativo della presenza delle imprese italiane in Algeria: dalle 80 registrate nel 2004, infatti, si è passati alle 154 odierne.
I dati ci indicano elementi altamente interessanti: l’Algeria è il primo mercato per le esportazioni italiane in Africa e la seconda destinazione, dopo il Venezuela, per le imprese italiane che operano nei lavori pubblici. In termini di partecipazione nel settore energetico e infrastrutturale, ci sono state importanti aggiudicazioni da parte di grandi gruppi industriali del valore di 7.5 miliardi di euro. Tuttavia la presenza delle PMI potrebbe aumentare considerevolmente laddove venissero modificati alcuni elementi del business environment.

Come si spiega questo aumento notevole della presenza italiana in Algeria?
Il sistema industriale italiano è molto conosciuto e apprezzato dagli operatori algerini sia pubblici che privati. Nel settore energetico c’è una expertise incontestabile, un livello di tecnologia e un savoir-faire molto marcato. Senza contare la capacità di investire nella formazione che hanno le imprese italiane: molti dei tecnici algerini sono stati formati da queste imprese in Italia e operano in Algeria e molte sono le imprese italiane che lavorano nel campo dell’alta ingegneria. La chiave della nostra presenza in Algeria risiede in questo mix di tecnologia, formazione e trasferimento di know-how. Ci auguriamo che le scelte fatte dal Governo algerino in tema di investimenti esteri, che richiedono partner locali e investimenti secondo un modello prefissato di ripartizione del capitale, vadano incontro alle esigenze delle PMI, che sono diverse da quelle dei grandi Gruppi.
Gli investitori italiani che arrivano per la prima volta in Algeri sono molto interessati alle opportunità di questo mercato ma dare la gestione imprenditoriale all’investitore estero e la maggioranza del capitale al partner locale è ritenuto dalle imprese italiane un modello troppo rigido. Può funzionare in alcuni casi, ma non in altri.

L’Italia lamenta costantemente un disequilibrio nella bilancia commerciale con l’Algeria. Quali sono i settori nei quali si intende investire in futuro per rimediare a questo?

Nel 2008 il saldo negativo della bilancia commerciale è stato di 5,6 miliardi di euro. Ciò è dovuto all’importazione del gas, che aumenterà con l’aumento della capacità di trasporto del gasdotto che passa per la Sicilia e con la costruzione del nuovo gasdotto verso la Sardegna. Per l’Italia l’interesse risiede in svariati settori quali agroalimentare, meccanica leggera, siderurgia, cantieristica ecc.. Le Piccole e Medie imprese italiane operano secondo una logica di sistema, che le porta a preferire l’installazione in zone industriali in cui si realizzano economie di scala e sinergie in termini di logistica, trasporti ecc., e sono pronte ad orientarsi verso Paesi che offrano queste situazioni, quali l’Europa dell’Est, la Turchia e più recentemente l’Egitto. Anche la Libia ha da poco firmato un accordo con il Governo italiano in tal senso. L’Algeria offre condizioni ancora più favorevoli di questi Paesi, con migliore disponibilità di materie prime, energia meno cara, ecc.. C’è da registrare infine un sensibile aumento della circolazione di persone tra Italia e Algeria per motivi professionali. Siamo oggi la seconda comunità di affari in Algeria: siamo perciò ottimisti sulle scelte del Paese.
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