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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2009
 


Inserto

DAL TURISMO AI TURISMI.
ANALISI DEL FENOMENO TURISTICO

A cura di Emanuele Salsano, Professore associato di Economia politica
Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Salerno

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a.a.a. nuovi talenti offresi

Giovani designer, talenti da coltivare

Mariano Cristallo, Professore a contratto Corso di laurea di Disegno Industriale
I Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni, Università La Sapienza di Roma

I designer vengono chiamati per interpretare interessi e bisogni. Diventa importante quindi capire quali valori la gente associa alla casa e a tutto ciò che vi è dentro

Ogni volta che sono chiamato per fornire il mio contributo nella didattica, accetto con entusiasmo. Entusiasmo dato dallo scoprire quanto sia costruttivo partecipare alla formazione dei professionisti di domani e dalla conferma, puntuale, che dal contatto con i giovani si traggono sempre nuove ispirazioni e una buona dose di aggiornamento sociale. Sistematicamente, durante il confronto diretto, s’istaura uno scambio: la mia esperienza, la conoscenza tecnologica e produttiva, contro la libertà e il volo della fantasia senza confini, l’ingenuità dello “spirito libero”, dove ogni cosa è concessa, dove non ci sono limiti economici, tecnologici e di mercato. Dove le componenti: funzione, utilità, ergonomia, ecologia, solidarietà, etica e sociale, predominano senza compromessi.
La difficoltà, che spesso incontro, è proprio nel rompere un quadro idillico del mondo puro che questi ragazzi si formano nelle nostre università, nelle accademie, dove il contatto con le aziende, con il mondo lavorativo spesso manca. Ogni volta, puntualmente, rimango affascinato dalla travolgente carica dei giovani studenti, dalle loro idee, dalle loro aspettative. É bello leggere nei loro comportamenti la purezza che può appartenere solo a chi non è ancora contaminato dal mondo lavorativo. Ai miei corsi, spesso, è delegato il compito di far concretizzare, in un risultato, proprio questa loro purezza, ingenuità dovuta ancora alla poca concreta esperienza e alla mancanza di dominio, di uso proprio delle tecnologie e dei materiali. La sensibilità, verso il modo di vivere quotidiano, verso l’approccio alla solidarietà, al costruire e a salvaguardare l’ambiente, a captare i bisogni altrui; la capacità professionale di sintetizzare le esigenze e trasformarle in prodotto o soluzione che sia, sono questi gli elementi vincenti dei giovani designer. Personaggi completi e complessi, dove coesistono sfaccettature riconducibili ad infinite discipline. Purtroppo ogni anno, decine di talenti che escono dalle nostre università, prendono altre vie. Con un solo gesto si spenge quella carica emozionale che li aveva indirizzati nelle loro scelte, nel loro percorso formativo. Il mondo lavorativo, spesso, non è capace di assorbire l’offerta o forse, le aziende, non sono in grado di investire per far crescere dei talenti. Come accennavo in precedenza, la sensibilità verso la città che giornalmente viviamo e la percezione dei comportamenti del quotidiano, sono tra i temi ispiratori e campo di confronto dei giovani designer. Dal primo, ad esempio, ha tratto ispirazione Giuseppe Bruno per proporre la sua piazza nomade, verticale. A tutti è capitato di osservare spazi di risulta tra edifici, o ricercare luoghi di aggregazione in spazi smisurati. La piazza nomade nasce proprio per sopperire a queste esigenze: sulla base di un modulo aggregabile, tipo container, è possibile configurare infinite soluzioni da adattare allo spazio a disposizione. All’interno gli ambienti forniscono suggestioni, oltre che funzioni proprie dalla piazza. Naturalmente la tecnologia, la multimedialità governano e fanno vivere la struttura.
La sensibilità verso i diversamente abili, e verso le problematiche spesso ritenute non compatibili con l’estetica del design, è stata la sfida vinta da Francesca Lepore che sintetizza così il suo progetto:
«…..diverso, malato, disabile, diversamente abile…come nella sua stessa definizione, prima “relazione semplice tra espressione e contenuto” poi, in ultimo, “unione di più significati”. La società individua e, quindi, si relaziona con le eccezioni in essa presenti, così questo sistema cucina assume una certa forma, per poi essere interpretata in modi diversi, non chiedendo ma offrendo, essa stessa, trasversalità e spirito di adattamento…».
Questo sistema cucina offre, grazie ai montanti telescopici, la libera modulazione in lungo e in largo, slegandosi dai rigidi moduli standards in commercio.
Le ante delle basi hanno texture diverse al tatto, a seconda della funzione svolta; top e mensola, opportunamente retroilluminate, sfruttano le proprietà traslucenti del corian, per spessore e colore, fornendo i contrasti cromatici idonei alla corretta percezione degli ipovedenti. Una cucina flessibile e personalizzabile, pronta a cambiare i parametri standard legati ad un’ergonomia non aggiornata, che possa offrire le soluzioni funzionali e tecniche per vivere in estremo agio un ambiente pieno di insidie e pericoli.
Una società funziona ed è competitiva se ogni “socio” svolge, bene, il suo ruolo. Aspettiamo che le Aziende svolgano il loro.









 

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