l’attivitÁ sanitaria d’impresa
tra responsabilitÁ e conflitto
Nasce la Camera di conciliazione dell’Ordine dei Medici di Salerno per offrire al cittadino
e al medico, un luogo di ascolto dove, innanzitutto, poter dialogare serenamente
L’aumento dei risarcimenti liquidati ed il conseguente rincaro dei premi assicurativi ingenera una spirale perversa nella quale i soggetti coinvolti a diverso titolo si arroccano su posizioni unilaterali
Nasce l’esigenza di creare
un organismo che sia in grado di gestire con professionalità, autorevolezza ed imparzialità il ruolo di mediatore
delle diverse istanze
ed interessi coinvolti
nella complessa gestione
del rapporto sanità-paziente
M. Marinaro
Avvocato Cassazionista - Conciliatore CCIAA Salerno, Avellino, Caserta
Perfezionato in Diritto dell’arbitrato interno ed internazionale - Univ. Salerno
Membro dell’AIA Associazione Italiana per l’Arbitrato
info@studiolegalemarinaro.it
Secondo l’opinione di autorevoli esperti l’evoluzione della relazione tra medico e paziente nel corso dei secoli si è logorata al punto tale da apparire attualmente un rapporto privo di empatia.
È la crisi del rapporto medico-paziente che consegue al passaggio dal paterna-lismo medico al principio di autonomia del paziente. E l’esponenziale aumento del contenzioso in materia di responsabilità sanitaria sembra potersi leggere quasi come la conseguenza diretta e ineluttabile di questa crisi.
Ma un ulteriore dato appare particolarmente utile ed interessante: l’aumento esponenziale delle azioni di risarcimento sembra essere direttamente collegato al progresso scientifico e tecnologico in àmbito sanitario; infatti al paternalismo sarebbe subentrata una sorta di fideismo nella tecno-scienza medica e ciò avrebbe peraltro comportato anche una progressiva accentuazione dei profili di responsabilità delle strutture di cura.

Le ragioni della crisi sono estremamente complesse ma sicuramente l’autodeterminazione del “paziente” (da autorevole studioso definito ormai quale “esigente”) che ha condotto alla cosiddetta medicina difensiva con l’aumento esponenziale della diagnostica strumentale ha comportato una notevole spersonalizzazione del rapporto di cura ed un inevitabile incremento del contenzioso.
Crisi del rapporto che diviene crisi del sistema sanitario d’impresa. Ripren-dendo l’esperienza nordamericana che vive ormai la sua terza crisi del setto-re, si può rilevare come la crescita straordinaria del contenzioso con l’aumento dei risarcimenti liquidati ed il conseguente rincaro dei premi assi-curativi ingenera una spirale perversa nella quale i soggetti coinvolti a diverso titolo si arroccano su posizioni unilaterali. Ed invero, attualmente, tutti i paesi industrializzati, compresa l’Italia, sembrano coinvolti in questa crisi, che, in alcuni casi, è anche profonda.
I dati più recenti forniti dall’ANIA in ordine alle richieste di risarcimento danni appaiono preoccupanti. Ed infatti con riferimento ai dati 2006 (resi noti nel 2008) è stato registrato un aumento del 66% in 10 anni (da 17.000 a 28.000 richieste in un anno).
In questo contesto il progetto Hippocratica Civitas (responsabilità sanitaria, gestione del rischio e del conflitto, tutela della persona) dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno costituisce un percorso che, prendendo le mosse da un rinnovato modo di intendere la funzione degli Ordini professionali, ne valorizza le potenzialità in un contesto sociale profondamente diverso da quello nel quale furono istituiti.
L’Ordine dei Medici infatti attraverso una riflessione approfondita sui temi della responsabilità e della connessa prevenzione e gestione del rischio e del conflitto, ha inteso costituire uno spazio di dialogo aperto e condiviso nell’attuazione prioritaria del diritto alla salute costituzionalmente garantito.
Il paziente ed il medico riacquistano centralità in quella che è stata definita la “società della salute” dove “responsabilità” per le proprie azioni non significa soltanto “responsabilità giuridica”.
Quindi gestione degli eventi avversi nella fase iniziale del conflitto quando ancora non vi è controversia in senso tecnico (cioè avvio del contenzioso). Ma anche soltanto la gestione di conflitti derivanti da un difetto di comunicazione.
Uno spazio dove tutte le parti, medici e odontoiatri, pazienti, strutture sani-tarie pubbliche o private e compagnie di assicurazioni possano dialogare nel reciproco ascolto in una prospettiva eticamente corretta e che per ciò stesso è idonea soddisfare tutti coloro che accetteranno la sfida culturale lanciata dall’Ordine dei Medici di Salerno.
Questo spazio è necessario. È necessario perché l’evoluzione del conflitto in àmbito sanitario innesca meccanismi che - ancor più che in altre materie- conducono ad un arroccamento delle rispettive posizioni e quindi all’inevitabile azione giudiziaria destinata ad imporre (in sede civile e/o penale) - in tempi spesso biblici - una soluzione che difficilmente sarà in grado di soddisfare gli interessi e i bisogni che hanno generato il conflitto.
Ma i temi della responsabilità e dei connessi strumenti di prevenzione e riparazione attraverso la gestione del rischio e del conflitto come la conciliazione postulano un rinnovato approccio culturale. Responsabilità ed etica nella materia sanitaria non possono viaggiare su binari paralleli.
Un comportamento eticamente corretto è indispensabile ed è richiesto a tutti coloro che a diverso titolo sono destinati ad essere gli attori di questo nuovo modo di risolvere i conflitti.
I pur auspicabili interventi legislativi, alcuni dei quali in avanzata fase di di-scussione in Parlamento, non potranno trovare piena attuazione raggiungendo gli obiettivi sperati senza una profonda valorizzazione e rivitalizzazione del sostrato etico del composito rapporto di cura.
Particolarmente significativo è il primo comma del primo articolo dello sche-ma unificato (dei cinque disegni di legge in discussione in Senato) predisposto dal relatore Sen. Saccomanno per la riforma della responsabilità sanitaria il quale dispone che «la responsabilità civile per danni a persone causate dal personale sanitario medico e non medico, occorsi in una struttura ospedaliera pubblica o privata, è sempre a carico della struttura stessa».
In questa prospettiva, occorre però disegnare un sistema complesso ed integrato di prevenzione e riparazione del danno alla salute che costituisce il necessario approdo che partendo dall’abbandono del modello paternalistico (attraverso l’evoluzione giurisprudenziale della responsabilità per colpa) transiti definitivamente verso il modello definito di “responsabilità sanitaria d’impresa” (cosiddetta enterprise medical malpractice liability).
Un modello dunque che non si limiti ad estendere la tutela rimediale o a spo-stare la responsabilità economica dei danni, ma che assuma un sistema com-plesso della riparazione dove la responsabilità della struttura, del sanitario o l’intervento indennitario di solidarietà si coniughino con una valutazione pre-ventiva della prevedibilità del rischio; ma soprattutto un sistema dove assuma centralità la riduzione dei danni mediante politiche basate su informazioni condivise per la prevenzione e la gestione dei rischi e dei conflitti, prima e dopo il verificarsi dell’evento.
La riforma dunque appare necessaria senza trascurare anche la valenza simbolica che essa può assumere in un contesto che richiede attenzioni. Occorre impegnarsi per un patto di solidarietà tra tutti i soggetti coinvolti attraverso la comprensione dei diversi interessi e bisogni.
Un sistema non antagonista dunque che valuti equamente tutti gli interessi delle parti coinvolte attraverso la ricostruzione di un rapporto di rinnovata fi-ducia, valorizzando il nuovo ruolo delle tecnologie e delle strutture.
Di qui la centralità del tema del conflitto e della sua gestione pacifica. Di qui l’importanza della mediazione finalizzata alla conciliazione in materia sanitaria. Una più efficiente ed efficace soluzione dei conflitti in àmbito sanitario non può costituire soltanto un problema tecnico da affidare ad una nuova tipologia processuale ed a nuovi istituti ed organismi ai quali delegare una missione che in tal modo diviene impossibile.
Un intervento legislativo è divenuto ormai necessario. Occorre rivedere la responsabilità civile e penale del personale sanitario. Occorre quindi assumere precise scelte legislative che siano rispondenti alla complessità dei rapporti in una prospettiva assiologica orientata alla tutela della salute quale bene primario della persona umana.
Occorrono scelte coraggiose, capaci di ridisegnare ruoli e responsabilità senza mortificare la professionalità del personale sanitario. Occorre riuscire a rispondere alle diverse ma concorrenti richieste provenienti dalle diversi parti.
In questa prospettiva nasce l’idea e quindi il progetto dell’Ordine dei Medici di Salerno. Un progetto che prevede la istituzione della Camera di Concilia-zione ed in questo senso, pur collocandosi nella scia di altre esperienze avviate in Italia, se ne distacca profondamente sino a segnare una vera e propria svolta che peraltro corre nel solco della riforma legislativa contestualmente avviata dal legislatore (il riferimento è in particolare all’art. 61 del D.D.L. n. 1082 approvato dal Senato con modificazione il 4 marzo 2009 ed in attesa della definitiva approvazione da parte della Camera dei Deputati).
Ma nell’attesa della nuova legislazione, il percorso avviato a Salerno trova già un preciso fondamento normativo in un comma del decreto istitutivo degli Ordini dei Medici. Una norma che nella rilettura odierna appare - nonostante i suoi oltre 60 anni di vita - particolarmente attuale e finanche all’avanguardia. Ed infatti all’art. 3, lett. g), del D.lgs. C.P.S. 13 settembre 1946, n. 233, tra le funzioni spettanti al Consiglio direttivo di ciascun Ordine è previsto proprio quella di «interporsi, se richiesto, nelle controversie fra sanitario e sanitario, o fra sanitario e persona o enti a favore dei quali il sanitario abbia prestato o presti la propria opera professionale, per ragioni di spese, di onorari e per altre questioni inerenti all'esercizio professionale, procurando la conciliazione della vertenza e, in caso di non riuscito accordo, dando il suo parere sulle controversie stesse».
L’Ordine dei Medici diviene la sede privilegiata per l’incontro ed il dialogo sulle tematiche della responsabilità sanitaria orientate sia alla prevenzione (del rischio e, quindi, del conflitto) sia alla soluzione (della lite).
Nasce così l’esigenza di creare un organismo che sia in grado di gestire con professionalità, autorevolezza ed imparzialità il ruolo di mediatore delle diverse istanze ed interessi coinvolti nella complessa gestione del rapporto sanità-paziente.
Il progetto prevede infatti l’istituzione della “Camera di Conciliazione”. Potrà poi risultare particolarmente utile anche l’attivazione di un “Osservatorio provinciale sulla malpractice sanitaria” e la stipula di intese e formule di partnership con tutti i soggetti interessati. L’istituzione di uno “Sportello di ascolto” e della connessa “Camera di conciliazione” consentirà di offrire al cittadino ed al medico, oltre che alla struttura sanitaria ed alle compagnie assicurative che garantiscono la copertura dei rischi, un luogo di ascolto ove, innanzitutto, poter dialogare serenamente. La riservatezza costituisce il primo elemento chiave dell’ascolto che prelude all’esame obiettivo del caso proposto. La soluzione (conciliativa od arbitrale) diviene così un obiettivo non necessario ma al quale parti potranno pervenire nella reciproca consapevolezza e soddisfazione.
Il procedimento è disciplinato da un regolamento che rappresenta la guida operativa che deve garantire la riservatezza e la lealtà dell’incontro. Dopo il primo contatto con lo Sportello è prevista una fase istruttoria con la raccolta della documentazione sanitaria che sarà esaminata da una autorevole Commissione Tecnica composta da medici, medici-legali e specialisti non iscritti presso l’Ordine dei Medici di Salerno per garantirne l’assoluta terzietà. All’esito di questo esame preliminare effettuato con la partecipazione degli eventuali consulenti tecnici delle parti, si svolgerà l’incontro con il Conciliatore.
Ma le nuove regole giuridiche sostanziali e processuali che modificheranno, integreranno, sostituiranno altre norme dovranno costituire il presupposto di un rinnovato impegno etico, dovranno accompagnare un percorso culturale di profonda ricostruzione e rigenerazione del complesso rapporto che coinvolge il più delle volte numerosi soggetti che a diverso titolo concorrono alla tutela del bene salute, nella consapevolezza che «l’arte di guarire è un’arte imperfetta ma che il diritto alla salute impone l’esercizio al meglio di quest’arte». |