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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2009
 


Inserto

DAL TURISMO AI TURISMI.
ANALISI DEL FENOMENO TURISTICO

A cura di Emanuele Salsano, Professore associato di Economia politica
Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Salerno

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SALUTE

di Giuseppe Fatati, Presidente Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica

Pane al pane/2

Viaggio in più tappe: alla scoperta di uno dei fondamentali alimenti della dieta occidentale

Il pane era noto all’homo sapiens; veniva preparato macinando fra due pietre dei cereali con acqua e cuocendo poi l'impasto su una pietra rovente. Intorno al 3500 a.C. gli Egizi scoprirono la fermentazione, un impasto lasciato all'aria e cotto il giorno dopo dava origine a un pane più soffice e fragrante. Una leggenda egiziana attribuisce la scoperta della lievitazione a una schiava che, per vendicarsi della padrona, avrebbe gettato nell’impasto di acqua e farina gli avanzi della preparazione della birra. É certo che i cereali furono introdotti in Egitto in età neolitica dall’Asia occidentale, forse dalla Palestina e dalle raffigurazioni parietali oltre che dalle iscrizioni sappiamo che gli Egizi conoscevano molte varietà di frumento e di orzo, e almeno tre varietà di grano: il frumento (triticum durum), il grano (triticum turgidum) e il farro (triticum dicoccum). Il pane e la birra erano la base dell’alimentazione e costituivano anche la base delle offerte funerarie, come testimoniano le raffigurazioni di donne in atto di macinare cereali o di preparare la birra per l’anima del defunto. É interessante notare come a questo popolo si devono i primi forni a cupola per cuocere il pane che non era solo fonte alimentare ma anche segno di ricchezza.
Poiché nell’antico Egitto non esisteva la moneta, ma solo il baratto, i cereali costituivano lo stipendio mensile dei lavoratori: gli operai che scavavano le tombe dei faraoni nella Valle dei Re ricevevano mensilmente quattro sacchi di farro e uno e mezzo di orzo, oltre ad altri beni come legna, pesce e sale. Nell’organizzazione statale egiziana il pane era a tutti gli effetti la valuta del regno e un contadino medio riceveva 3 pani e 2 brocche di birra al giorno mentre al Gran sacerdote del tempio lo Stato versava ogni anno 900 pani di frumento fine e 36.000 stiacciate cotte sui carboni oltre a 360 brocche di birra. Gli Ebrei appresero molto dai contatti con gli Egizi e presso il popolo di Israele il pane assunse un forte simbolismo; lo mangiano, ad esempio, in occasione della commemorazione dell'esodo dall'Egitto. L'uso del pane non lievitato è simbolo dell'accingersi a intraprendere il viaggio, data la rapidità della preparazione e la ottima possibilità di conservazione. Secondo le Sacre Scritture, l'Ultima cena di Gesù Cristo fu consumata anche a base di pane azzimo.
Dall'Egitto l'arte della panificazione passò in Grecia. I greci divennero ottimi panificatori riuscendo a produrre più di 70 qualità di pane. Inserirono alle ricette base ingredienti come latte, olio, formaggio, erbe aromatiche, miele e furono anche i primi a preparare il pane di notte. Anche per i romani il pane era componente essenziale dei pasti, però il suo uso si diffuse solo verso il II secolo a.C.. Prima si mangiava una specie di pappa di farro e grano, detta puls. I romani con il tempo divennero ottimi panificatori e misero in mostra anche in questo settore una organizzazione statale d’avanguardia: allestirono nel 168 a.C. i primi forni pubblici in città e diedero inizio all’era artigianale del pane, utilizzando farine bianche e più raffinate. Sostituirono, poi, la macina in pietra per macinare i cereali, azionata da schiavi o animali, con il mulino facente leva sulla forza dell'acqua. Ateneo di Naucrati (II-III sec d.C.) testimonia che molti panificatori avevano l’abitudine di far lavorare i propri dipendenti con guanti e mascherine sul volto. Le cronache dell’Impero narrano di diversi tipi di pane (quasi duecento): panis testuarius, athletarium, gradilis, sordidus, plebeius, rusticus, cibarius, artropticius, ostrearius, aquaticus, castrensis. Il panis castrensis a lunga conservazione era preparato per gli eserciti in campagna militare ed è stato uno dei protagonisti più importanti delle vittorie di Roma. Nel periodo imperiale il soldato romano riceveva una razione giornaliera di pane di circa un chilo con la proibizione assoluta di venderlo o di barattarlo. Le fortune del pane e di Roma seguono un percorso comune tanto che buona parte della civiltà del pane svanì con il dissolversi dello Stato Romano di Occidente (476).
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