Ad Avellino si È celebrata
la Giornata dell’Innovazione
Alla Ema
di Morra De Sanctis
nasce un Centro
di Ricerca di eccellenza
Un Tavolo per lo sviluppo
I programmi di Cosimo Sibilia
Il Sud alla ricerca di una svolta
Il nuovo ruolo delle banche secondo Morandini
Il Gruppo Cesaro, esempio italiano di impiantistica sportiva
in formula project financing
di Filomena Labruna
Il Sud alla ricerca di una svolta
Il nuovo ruolo delle banche secondo Morandini
All’Assemblea annuale di Confindustria Avellino politici, imprenditori, istituzioni, sindacati,
tracciano un percorso per rilanciare l’industrializzazione nel Mezzogiorno e uscire dalla crisi
Fino al 2013 in quattro regioni del Mezzogiorno arriveranno cinquanta miliardi di euro,
dei quali circa quattordici in Campania.
Con queste risorse si può davvero cambiare il volto dei nostri territori,
attraendo anche
investimenti dall’estero
Un momento dell’Assemblea
«Proponiamo un Mezzogiorno in termini nuovi, creiamo condizioni per una più ampia e diffusa iniziativa economica»: Silvio Sarno apre con un appello i lavori dell’Assemblea annuale di Confindustria Avellino nel suo quinto anno di presidenza. Nella sala Umberto Agnelli gremita di istituzioni, imprenditori, politici e sindacati, il numero uno degli industriali irpini si rivolge ai neo eletti, alla loro prima uscita ufficiale, il Presidente della Provincia Cosimo Sibilia e al Sindaco Giuseppe Galasso e, a conclusione della sua relazione in cui ha ripercorso quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare, sottolinea la necessità di azioni concrete per uscire dalla crisi. Sarno coglie l’occasione per affermare che gli imprenditori dal nuovo quinquennio amministrativo si attendono risultati strutturali e un’efficiente gestione basata sul «vincolo strettissimo tra economia, sistema sociale e competitività dei territori». A presiedere l’incontro Cristiana Coppola, Vice Presidente Confindustria per il Mezzogiorno. Ai lavori sono intervenuti Enzo Giustino, Presidente Banco di Napoli e Giuseppe Morandini, Presidente Piccola Industria di Confindustria. «Il processo di convergenza tra il Sud e il resto del Paese - afferma Cristiana Coppola - si è fermato. Oggi viviamo una crisi globale e finanziaria che si somma ad una debolezza strutturale del Sud, in un contesto che non riesce a crescere». «Anche se si registra un significativo e orgoglioso cambiamento di mentalità da parte della classe imprenditoriale - aggiunge - dobbiamo andare avanti, puntando ad un sistema nuovo di fare impresa e partendo dall’abbandono delle logiche assistenzialiste».
Cristiana Coppola, Vice Presidente di Confindustria, durante il suo intervento
L’imprenditrice campana evidenzia come il Sud sia in difficoltà e come venga sempre più percepito come un peso piuttosto che come un’opportunità. Estremamente lucida l’analisi della Coppola. «É vero che i fondi Fas sono spesso distolti dalla loro destinazione originaria - sottolinea - ma c’è da chiedersi quante proposte siano state effettivamente messe in campo per beneficiare di quelle risorse. La verità è che le nostre imprese sono penalizzate da una pubblica amministrazione lenta, farraginosa che impiega anche due anni per autorizzare l’esecuzione di un’opera pubblica». Cristiana Coppola invita ad una seria autocritica: «In passato non abbiamo esercitato tutte le pressioni possibili. Adesso, però, la Regione Campania deve dare un serio segnale di svolta. Mancano i programmi interregionali e una cabina di regia che abbia mezzi e potere per stabilire priorità e organizzare gli interventi come l’Alta velocità sulla linea ferroviaria Napoli-Bari. È un’opera importante che inspiegabilmente non è entrata nei piani dei fondi europei né della Puglia né della Campania ed è finanziata solo con soldi nazionali. Soldi che non esistono, e dunque la linea non si farà mai». La vice presidente di Confindustria annuncia che fino al 2013, in quattro regioni del Sud arriveranno 50 miliardi di euro, dei quali circa 14 in Campania. «Con queste risorse - avverte - si può cambiare il volto di una regione e si possono anche attrarre investimenti dall’estero».
Cristiana Coppola sottolinea la necessità di una riforma radicale delle politiche di sviluppo con modifiche ai programmi operativi. Due le richieste: una cabina di regia per i Fondi 2007/2013 puntando l’attenzione sui grandi interventi e un federalismo fiscale visto come occasione storica per restituire efficienza alla gestione delle risorse pubbliche. «Una cabina di regia - continua Coppola - tra Regioni e Governo sarebbe un passaggio fondamentale e auspicabile per un’ottimizzazione della gestione dei fondi e l’avvio di un processo di sviluppo omogeneo». E conclude con un messaggio alla politica: «Chiediamo di essere messi in condizioni di operare prima che sia troppo tardi per disegnare una nuova politica per il Mezzogiorno». Filo conduttore dell’intervento di Enzo Giustino, presidente del Banco di Napoli, è il pensiero di Ralf Dahrendorf, famoso studioso tedesco: «Le speranze che non si colorano di realtà sono illusioni». Per il decano degli imprenditori è il momento «di gettare il cuore oltre l’ostacolo» e di ritagliare un ruolo per il Mezzogiorno. «Difficile invocare ancora una stagione della solidarietà - afferma - visto che il Nord si è saldato con il cuore dell’Europa. Il Sud può e deve avere un ruolo di riferimento nel bacino del Mediterraneo. Ma tocca a noi fare il primo passo e compattarci per immaginare un nuovo percorso di crescita». Il Mezzogiorno, per l’illustre imprenditore napoletano, deve ritrovare la capacità di sfruttare adeguatamente le risorse e le potenzialità che possiede, al fine di diventare parte integrante ed attiva dell’Italia e dell’Europa. Per fare questo occorre un protagonismo diverso di tutti gli attori sociali, economici ed istituzionali. Cultura di governo, maggiore concretezza e solidarietà sono i principali investimenti, secondo Giustino, che il Sud deve effettuare per trasformare la crisi in opportunità. «Potremmo ottenere moltiplicatori incredibilmente positivi - dichiara Giustino - se sviluppassimo al massimo le nostre capacità progettuali, recuperando efficienza della pubblica amministrazione e dicendo basta ai veti incrociati».
«Il Mezzogiorno deve diventare il caposaldo dell'Europa nel Mediterraneo. Noi faremo tutto ciò che è possibile affinché il Sud si ritagli questo nuovo ruolo»: lo assicura il presidente Enzo Giustino, spiegando che guardare al Sud come avamposto dell'Europa nel Mediterraneo non è una scelta, ma una necessità. È l'unica via per crescere. Poi l’invito alle istituzioni e agli imprenditori presenti a «non annegare le cose da fare tra polemiche e veleni, che impantanano i progetti nei meandri della burocrazia». Sulle difficoltà che vivono le piccole imprese nel rapporto con il sistema bancario Giustino ricorda che le «banche oggi, sono vere e proprie imprese. Se il sistema imprenditoriale e quello istituzionale hanno la capacità di costruire progetti di prospettiva, la banca partecipa perché ha interesse a farlo: se invece le cose non vanno avanti, se perdiamo tempo, diventa molto più complicato prevedere il coinvolgimento degli istituti di credito a sostegno del sistema produttivo». Cambiare è la parola d’ordine per Giuseppe Morandini, Presidente Piccola Industria di Confindustria, che ha sottolineato come pur tra tante difficoltà, le piccole imprese continuino a combattere nella consapevolezza che si riesce a vincere solo rimanendo uniti, con obiettivi comuni e soprattutto con un Sistema Paese nuovo. «La crisi lascerà un segno profondo sulle abitudini dei consumatori. Dobbiamo affrontare il momento difficile con umiltà perchè non è possibile quantificare il tempo che ci servirà a superare l’empasse e a smaltire quello che oggi produciamo, oltre il triplo di quella che è la richiesta»: continua Morandini che sollecita l’impegno di imprese, banche, sindacati e al Governo chiede una seria politica industriale né di destra né di sinistra. L’esponente di Confindustria promuove i “Tremonti bond”, l’aumento dei fondi di garanzia e i bonus fiscali sulle aggregazioni. «Ora però - spiega Morandini - necessitano misure a sostegno degli investimenti, la capitalizzazione delle piccole e medie imprese e nuove politiche di incentivo ai consumi».
La crisi non ha ancora piegato il tessuto produttivo, ma servono per Morandini, politiche fiscali serie e la collaborazione delle banche. Agli istituti di credito il Presidente nazionale della Piccola Impresa di Confindustria chiede uno sforzo affinchè siano effettivamente riferimento sul territorio e un’applicazione meno rigida delle disposizioni di Basilea 2. Morandini si sofferma in modo particolare sul ruolo delle banche sottolineando la necessità che gli istituti di credito siano realmente vicini al territorio, che non dispongano continui turn over dei funzionari addetti al credito impedendo all’imprenditore di avere un collegamento diretto, che ricomincino a parlare di tassi e non solo di spread.
Morandini chiede agli istituti di predisporre un’adeguata formazione del personale affinchè sappia dare una valutazione strategica dell’impresa garantendo così un aiuto vero all’imprenditore: «Servono banche che decidano vicino a noi, non è possibile - continua - che un imprenditore di Avellino in difficoltà debba attendere l’ok ad una richiesta di liquidità che arriverà magari dalla sede dell’istituto di credito in Germania. In questo modo si allungano i tempi e il raffreddore di un’azienda rischia di diventare una polmonite con grave rischio per l’impresa e tutti i suoi addetti». |