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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
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Patto per gestire le attivitÀ delle aziende confiscate

Insieme neoassociati e aziende di lungo corso

Al via i nuovi progetti di ricerca del Centro Studi dell’Unione Industriali

Patto per gestire le attivitÀ delle aziende confiscate

Lettieri: «Un importante passo per ristabilire la legalità»

«La finalità del Protocollo è di assicurare la prosecuzione delle attività delle aziende sottoposte a sequestro per legami con la criminalità organizzata, garantendo così una ricaduta positiva sulle comunità locali in termini di recupero della legalità e di mantenimento dei posti di lavoro, altrimenti a rischio».

di Bruno Bisogni



L’arrivo all’Unione del Ministro Maroni

«Un importante passo per ristabilire la legalità e assicurare un futuro ai lavoratori che altrimenti correrebbero il rischio di andare ad ingrossare le fila dei disoccupati o, peggio ancora, di rivolgersi alle associazioni criminali per intraprendere attività illecite». È quanto ha affermato Giovanni Lettieri, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, in merito alla firma del protocollo d’intesa per la gestione delle aziende confiscate alla camorra che la Direzione nazionale antimafia, la Prefettura e l’Unione Industriali di Napoli siglata venerdì, 19 giugno presso la sede dell’Associazione imprenditoriale, alla presenza del Ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

Roberto Maroni e Giovanni Lettieri

Obiettivo dell’intesa è di assicurare la prosecuzione delle attività delle aziende sottoposte a sequestro per legami con la criminalità organizzata, garantendo così una ricaduta positiva sulle comunità locali in termini di recupero della legalità e di mantenimento dei posti di lavoro, altrimenti a rischio.
Secondo quanto prevede l’accordo, l’Unione Industriali di Napoli metterà a disposizione dei giudici una squadra di manager che provvederanno a valutare l’attività delle aziende confiscate alla camorra con l’analisi dei beni e delle potenzialità produttive, dell’economicità dei contratti in essere, dell’esistenza di eventuali situazioni di dissesto e delle potenzialità di sviluppo. Il protocollo è stato firmato dal presidente Giovanni Lettieri, dal Prefetto, Alessandro Pansa, dal Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, dal Procuratore generale presso la Corte d’appello, Vincenzo Galgano, dal Questore provinciale, Santi Giuffré, dal Presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, dal Comandante provinciale dei Carabinieri, Gaetano Maruccia, dal Procuratore della Repubblica, Giandomenico Lepore, dal Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giovanni Mainolfi, dal Capo Centro Dia (Direzione investigativa antimafia), Maurizio Vallone.
Di seguito pubblichiamo il testo del Protocollo sottoscritto il 19 giugno.


Il momento della firma


La tribuna



Il pubblico



Prefettura -Ufficio Territoriale del Governo di Napoli

PROTOCOLLO D’INTESA PER L’AMMINISTRAZIONE DELLE AZIENDE SEQUESTRATE AI SENSI DELLA NORMATIVA ANTIMAFIA PROMOSSO DALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA, DALLA PREFETTURA - UFFICIO TERRITORIALE DI GOVERNO DI NAPOLI E DALL’UNIONE INDUSTRIALI DI NAPOLI E PROVINCIA

PREMESSO

- che l’autorità giudiziaria competente ai sensi e per gli effetti dell’art. 2-sexies l. n. 575 del 31 maggio 1965 e successive modificazioni e tutti i soggetti istituzionali chiamati a vario titolo e nel rispetto delle specifiche competenze a partecipare al complesso procedimento finalizzato alla effettiva e redditizia utilizzazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata hanno l’obiettivo comune di salvaguardare le potenzialità economiche delle aziende, a partire dalla fase del sequestro;
- che in tale ottica la predetta autorità giudiziaria ha la necessità di essere tempestivamente e compiutamente informata sulle concrete prospettive di prosieguo proficuo e di ripresa dell’attività produttiva delle aziende sottoposte a sequestro ai sensi della normativa antimafia;

CONSIDERATO
- che occorre assicurare, laddove possibile, il mantenimento sul mercato delle aziende sottratte alla criminalità organizzata, anche in ragione della ricaduta positiva, in termini di recupero del valore della legalità, derivante dalla restituzione alla comunità locale di beni e utilità economiche sottratte all’attività mafiosa;
- che la gestione efficiente dell’azienda sequestrata assume rilevanza anche al fine di evitare che le misure del sequestro e della confisca vengano percepite dalla perdita collettività come una perdita di beni produttivi e di posti di lavoro;

RILEVATO
- che la finalità di proseguire, riattivare o riconvertire un’attività imprenditoriale rappresenta un compito complesso che grava sull’amministrazione giudiziaria;
- che in tale contesto l’amministratore giudiziario è chiamato a svolgere una verifica analitica e approfondita della posizione dell’azienda, non solo con riferimento alla liceità o meno dell’attività produttiva ed alla esistenza di eventuali situazioni di dissesto irreversibile, ma anche e soprattutto in ordine alle potenzialità economiche concrete dell’impresa in sequestro, al fine del suo mantenimento sul mercato in condizioni di competitività, senza oneri a carico dello Stato;

RITENUTO
- che la tempestività e la completezza di dati, notizie e informazioni sull’azienda e sui beni oggetto di sequestro funzionali all’attività di impresa costituiscono elementi imprescindibili per la proficua amministrazione degli stessi;
- che con riferimento alle esigenze prospettate, nel corso di riunioni di approfondimento sulla tematica tra i soggetti interessati, si è concordato sulla utilità per l’autorità giudiziaria competente e per l’amministratore giudiziario di avvalersi della consulenza di un supporto tecnico in grado di fornire ausilio per la gestione delle aziende in sequestro;
VALUTATO
- che è indispensabile sviluppare la collaborazione tra le compenti istituzioni giudiziarie e amministrative con le rappresentanze del mondo dell’impresa, secondo il modello operativo dei protocolli d’intesa ed in linea con gli impegni assunti con l’accordo sottoscritto il 17 ottobre 2008, alla presenza del Ministro dell’interno, tra la prefettura U.T.G. e l’Unione Industriali di Napoli finalizzato, proprio, a favorire lo sviluppo locale in sicurezza e legalità;

si conviene quanto segue:

1. a seguito del sequestro di complessi aziendali, il giudice può avvalersi, al fine di ricevere concreto ausilio tecnico in ordine alle problematiche connesse alla gestione dell’azienda, del contributo di managers messi a disposizione dall’Unione Industriali di Napoli, individuati secondo criteri idonei a garantire le finalità proprie dell’amministrazione giudiziaria e fatta salva, comunque, la valutazione dell’autorità giudiziaria competente;
2. al fine di assicurare la gestione trasparente ed economica dei complessi aziendali in sequestro, l’Unione Industriali di Napoli mette a disposizione, a titolo gratuito, il management necessario a supporto dell’attività e dei compiti dell’amministratore giudiziario;
3. sulla base della richiesta avanzata ai sensi del punto 1, l’Unione Industriali fornisce informazioni, indicazioni, analisi e proposte:
a. sullo stato dei beni, sulle attività produttive e sulle potenzialità economiche dell’azienda nonché sulle possibilità di sviluppo della stessa;
b. sull’economicità delle relazioni contrattuali facenti capo all’azienda;
c. sull’esistenza di eventuali situazioni di dissesto irreversibile;
d. sul mercato di riferimento dell’azienda e sulle sue potenzialità di sviluppo.

In tale ambito, la Questura, i Comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e la Direzione investigativa antimafia assicurano, ratione materiae, il supporto eventualmente necessario ai fini in premessa.
4. la Prefettura U.T.G. di Napoli, nel quadro delle strategie già intraprese in materia dal Commissario straordinario del governo per la gestione e destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali, può promuovere la costituzione di un tavolo tecnico tra gli attori istituzionali interessati, finalizzato ad adottare le iniziative necessarie per semplificare l’attività di gestione delle aziende.

Il presente accordo ha la durata di quattro anni a decorrere dalla sottoscrizione.
Le parti si riuniscono periodicamente per valutare lo stato di attuazione del Protocollo ed individuare le migliori metodologie operative.

Napoli, lì 19 giugno 2009


Il Procuratore nazionale antimafia Il Prefetto della provincia di Napoli
Il Procuratore generale presso Il Questore della provincia di Napoli
la Corte dì appello di Napoli Il Comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli
Il Presidente del Tribunale di Napoli Il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli
Il Procuratore della Repubblica Il Capocentro della Direzione investiga antimafia di Napoli
presso il Tribunale di Napoli

Il Presidente dell’Unione Industriali di Napoli

Alla sottoscrizione presenzia
il Ministro dell’Interno
On. Roberto Maroni

 

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